Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Lunedì 27 luglio 2020

COVID-19 - Cosa si può fare

Il racconto della giornata di lunedì 27 luglio 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia e nel Mondo ai nuovi interrogatori dei carabinieri arrestati a Piacenza la settimana scorsa. Decine di migranti sono fuggiti dal centro di prima accoglienza di Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, mentre gli sbarchi in Italia proseguono e l’hotspot di Lampedusa conta 726 presenze a fronte di una capienza di 95. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

Nelle ultime 24 ore i nuovi positivi al COVID in Italia sono stati 170. Ieri erano stati 255. Calano però anche i tamponi, passati da 40mila a poco più di 25mila. I morti sono 5, in Piemonte, Lazio, Puglia, Abruzzo e Sardegna. Per il quarto giorno consecutivo la Lombardia non registra deceduti.
Aumentano di uno i ricoveri in terapia intensiva, e di 5 i ricoveri complessivi. Nel complesso crescono di 16 gli attualmente positivi: ad oggi sono 12581.
La preoccupazione continua a derivare dai focolai: l’ultimo rapporto dell’ISS ne censiva 120 scoperti solo nell’ultima settimana. Secondo uno studio di Davide Sebastiani, primo ricercatore dell’Istituto applicazioni del calcolo CNR, l’incidenza media da giugno a luglio è quasi raddoppiata. Le province più colpite sono nell’ordine Bologna, Milano, Roma e Mantova. I focolai, spiega Sebastiani, si spostano lungo gli assi produttivi analogamente a quanto avveniva nel pieno dell’epidemia.

Piacenza, nuovi interrogatori. Prolungato il sequestro della caserma

(di Massimo Alberti)

A Piacenza, è stato prolungato di 10 giorni il sequestro della caserma dove sono stati arrestati 6 carabinieri. Stamattina c’è stato un sopralluogo dei magistrati che indagano sui traffici di droga, i pestaggi, gli arresti illegali che avvenivano alla stazione “Levante”. È stato un momento investigativo importante”, ha commentato la capo procuratrice di Piacenza Grazia Pradella.
Davanti al giudice delle indagini preliminari oggi è stato interrogato il comandante della stazione: il maresciallo Marco Orlando si è avvalso della facoltà di non rispondere, così come la compagna dell’appuntato Montella, che però ha reso dichiarazioni spontanee dicendosi estranea allo spaccio.
Gli accusati stanno andando in ordine sparso: colui che era considerato il capo, Giuseppe Montella, avrebbe fatto alcune ammissioni. Giacomo Falanga, ritenuto dai magistrati “l’elemento più violento”, si era difeso dicendo di non sapere cosa ci fosse dietro agli arresti, che i soldi erano una vincita al gratta e vinci, che uno degli arrestati pestato in caserma era caduto da solo.
Silenzioso davanti ai magistrati, Orlando ha invece parlato fuori dal tribunale: “In 30 anni no ho mai avuto una sanzione disciplinare, come pensate si possa stare?“, ha detto ai giornalisti. In attesa delle decisioni del giudice del riesame, alla Levante ora arriveranno i Ris per cercare tracce dei pestaggi.

Migranti fuggiti dal centro di prima accoglienza di Porto Empedocle

Oggi pomeriggio un numero imprecisato di migranti è scappato dal centro di prima accoglienza di Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. I migranti arrivati erano stati stipati in 500 nella tensostruttura con una capienza massima di 100. La sindaca Ida Carmina ha parlato di un “forno, senza finestre, invivibile”. I Carabinieri cercano nelle campagne un centinaio di fuggitivi. “Si pone una questione di salute pubblica”, ha commentato Di Maio facendo riferimento al fatto che gli ospiti sono in quarantena.
Ci sono stati anche oggi nuovi sbarchi di migranti, perlopiù tunisini, a Lampedusa. L’Hotspot dell’isola si sta nuovamente riempiendo: 726 presenze a fronte di una capienza di 95. La Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese è volata oggi a Tunisi, dove è stata ricevuta dal presidente tunisino Kais Saied: tema dell’incontro proprio i migranti e il controllo delle coste tunisine.
Sembra risolto intanto il caso della barca con a bordo 44 persone alla deriva da sabato nel mediterraneo, sarebbero stati soccorsi dalla guardia costiera italiana. Non ci sono notizie confermate invece sull’altro barcone che ha lanciato l’sos in questi giorni, quello con 95 eritrei a bordo. Secondo l’Organizzazione delle migrazioni, l’OIM, sarebbero ancora alla deriva. A Roma intanto questo pomeriggio si è svolto un presidio per chiedere la fine degli accordi con Labia e l’apertura immediata di corridoi umanitari.

Caso Trentini, assolti Marco Cappato e Mina Welby

(di Massimo Alberti)

Il tribunale di Massa Carrara ha assolto Marco Cappato e Mina Welby. Gli esponenti dell’associazione Luca Coscioni erano imputati per aver aiutato Davide Trentini, malato di sclerosi multipla, ad andare in svizzera per un suicidio assistito.
Davide Trentini era malato di sclerosi multipla dal 1993. Non era più autosufficiente, il livello di sofferenza e il supporto di cui necessitava non gli rendevano più sopportabile andare avanti. Per questo nel 2017 ha contattato Cappato e Welby per accedere al suicidio assistito. Marco Cappato ha aiutato a raccogliere i fondi, Mina Welby lo ha assistito nelle pratiche e accompagnato nella clinica svizzera. I due si sono poi autodenunciati, rivendicando la disobbedienza civile. Un caso è sotto molti aspetti simile a quello di DJ Fabo, ma diverso in un aspetto: Davide Trentini infatti non era attaccato ad una macchina, ma necessitava comunque di supporto per qualsiasi necessità. Secondo il pubblico ministero non erano trattamenti di sostegno vitale, quindi, pur riconoscendo la nobiltà del gesto e riconoscendo le attenuanti, aveva chiesto la condanna. La perizia depositata dalla difesa invece stabiliva che senza quel supporto esterno Trentini non avrebbe potuto restare in vita autonomamente, e si era appellata alla sentenza della corte costituzionale del settembre 2019, che portò poi all’assoluzione di Cappato nell’analogo processo per il suicidio assistito di Dj Fabo, che aveva ritenuto non punibile l’aiuto al suicidio in caso di malattia non curabile su una persona tenuta artificialmente in vita. Tesi accolta dai giudici, secondo cui il fatto non sussiste riguardo all’istigazione al suicidio e il fatto non costituisce reato riguardo all’aiuto al suicidio.

COVID-19, la situazione nel Mondo

In sei settimane abbiamo raddoppiato il numero totale di casi di coronavirus nel mondo. Lo ha detto oggi il direttore dell’Oms Gebreyesus nel consueto punto quotidiano sulla pandemia. Tra pochi giorni, giovedì, saranno sei mesi da quando è stata dichiarata l’emergenza sanitaria globale. In tutto le vittime sono ad oggi oltre 650mila, quasi un terzo delle quali in Europa. La pandemia sembra avere lievemente rallentato negli Stati Uniti e in Brasile, anche se i numeri restano alti. Preoccupa anche la corsa del virus in Asia. La Cina ha notificato oggi 61 nuovi casi, il dato peggiore da marzo a oggi. E poi c’è l’India, che oggi ha registrato il numero massimo di contagi censiti: sono stati quasi 50mila in 24 ore. Un numero probabilmente sottostimato.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Redazione
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    È nato il comitato della società civile per il No al referendum sulla riforma della giustizia

    Società Civile per il No. È nato il comitato, promosso da vari esponenti della società civile, da sindacati, associazioni e realtà democratiche, che sostiene le ragioni del No al referendum costituzionale sulla riforma della Giustizia del Guardasigilli Carlo Nordio. Presieduto da Giovanni Bachelet, il comitato ha nel direttivo nomi importanti come il segretario della Cgil Maurizio Landini, la presidente di Libertà e Giustizia Daniela Padoan e l’ex ministra Rosy Bindi. I principali punti del comitato vertono sul fatto che una magistratura autonoma, indipendente, che non guarda in faccia a nessuno sia una cosa che conviene ai cittadini. Il prossimo 10 gennaio a Roma si terrà la prima assemblea generale, per la partenza della campagna referendaria, che vedrà la nascita di comitati territoriali in tutta Italia per lanciare una campagna informativa sulle ragioni del No. “Riteniamo che sia una battaglia per evitare che venga minato un principio fondamentale della nostra democrazia”, ha detto Rosy Bindi, che fa parte del direttivo del comitato, nella nostra trasmissione Radio Sveglia. L'intervista di Alessandro Braga.

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