Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Giovedì 30 aprile 2020

Matteo Renzi Italia Viva Recovery Fund

Il racconto della giornata di giovedì 30 aprile 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia diffusi oggi al piano del leader di Italia Viva Matteo Renzi per avere un nuovo governo, mentre l’Istat ha diffuso i primi dati che certificano i problemi economici legati alla pandemia in Italia. Negli Stati Uniti, intanto, Trump non rinnoverà le linee guida per l’emergenza, lasciando la palla ai governatori dei vari Stati. Infine i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

(di Chiara Ronzani)

È stata una giornata in cui si sono sommati diversi dati positivi: con il numero più alto di tamponi mai eseguiti (68.456) si registra un calo di nuovi casi: 1.872, oltre 200 meno del giorno precedente. I morti sono stati 285, il numero più basso da un mese e mezzo a questa parte, escludendo il 26 aprile, quando furono 260.
I guariti non erano mai stati così tanti, sfiorano i 4.700. Ci sono 6 Regioni che non hanno avuto neanche un decesso: Valle D’Aosta, Campania, Sardegna, Calabria, Molise e Basilicata.
La Lombardia resta la Regione più colpita in numeri assoluti, i morti sono stati 93, i nuovi casi sfiorano i 600, oltre un terzo in provincia di Milano.
Ma la regione con la crescita più alta in rapporto alla popolazione è il Piemonte: 428 nuovi positivi e 63 morti. Nonostante queste differenze enormi tra Nord e Sud il comitato tecnico scientifico ha deciso di non procedere ad aperture differenziate. Ma il capo della Protezione civile Borrelli, che ha annunciato una sorta di fase due comunicativa senza conferenze stampa, ha avvisato “siamo pronti a nuove zone rosse“.

Matteo Renzi vuole un altro governo

(di Michele Migone)

Matteo Renzi minaccia di togliere l’appoggio a Giuseppe Conte. Quasi un ultimatum. Chiede un passo diverso per la ricostruzione economica. In realtà, vuole un altro governo. In piena epidemia, il leader di Italia Viva non dimentica il suo personale progetto politico. Anzi. Dichiarata una tregua allo scoppio della crisi, ora torna alla carica. Pensa che possa essere il momento buono. Cerca di creare le condizioni per un cambio a Palazzo Chigi sull’onda dell’insoddisfazione provocata dalle scelte di Conte. Matteo Renzi cerca sponde e interlocutori per l’operazione. Fuori dal Palazzo sono le categorie produttive, in particolare Confindustria, che considerano Conte troppo prudente nella riapertura, lo accusano di dare troppo credito agli scienziati e troppo poco alle esigenze degli imprenditori. Dentro il Palazzo, Renzi vorrebbe fare sponda sui malumori di parte del PD rispetto alla condotta di Conte e sulle ambizioni di alcuni dirigenti del partito. Non è una strada facile. Chi si assume la responsabilità di una crisi di governo ora? Soprattutto perché lui vorrebbe una nuova maggioranza con dentro Forza Italia e fuori i puri del M5S. Oppure un governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi. Renzi giocherebbe una di queste due carte pur di aggregare nella nuova formula quel centro moderato di cui vuole essere leader. Il suo vecchio pallino. L’attivismo di Renzi alimenta il tentativo dell’altro Matteo, Salvini, di uscire dall’angolo. La sua leadership è in difficoltà, la Meloni morde il freno; i suoi governatori, a parte Zaia, hanno offerto una prova disastrosa nella crisi. Cerca un rilancio con la disobbedienza delle Regioni, le boutade al Senato, l’occhio strizzato a Confindustria. I due Matteo, entrambi in difficoltà, cercano di riaprire la stagione dei giochi di Palazzo. In piena epidemia.

Renzi ha detto che i morti di Bergamo vorrebbero ripartire

(di Luigi Ambrosio)

La citazione dei morti non è un tabù. Il richiamo al loro esempio, alle loro gesta, a quello che di simbolico rappresentano è uno degli strumenti della retorica.
I martiri indicano la strada, sono architravi delle nostre cornici culturali e ideologiche.
Naturalmente, come da regole della retorica, fondamentale è il contesto. La citazione dei morti ha senso se si deve indicare un grande obiettivo della Nazione. Se si deve affrontare una battaglia. Se si devono richiamare i valori fondamentali.
Citarli per chiedere di riaprire i negozi e qualche fabbrica un paio di settimane prima di quanto previsto dal decreto sulla fase 2 della lotta al coronavirus significa banalizzarli. E quindi inevitabilmente sporcarne la memoria. Significa cercare di piacere scimmiottando il grande discorso e finendo invece per fare arrabbiare tutti. Anche chi potrebbe magari essere pure d’accordo con te e che però finisce con l’offendersi.
Significa, oltretutto, usare una modalità tipicamente populista mentre si sostiene di combattere il populismo.
Usando la stessa postura si potrebbero spendere aggettivi, e ci si potrebbe chiedere cosa stiano pensando i parenti dei morti di Bergamo di quelle parole. Ma non è necessario.

ISTAT, il Pil crolla a -4,7% nel primo trimestre 2020

(di Andrea Monti)

Oggi l’Istat ha diffuso alcuni dati sugli ultimi mesi che certificano i problemi economici legati alla pandemia in Italia. Tra gennaio e marzo il Pil del nostro paese è calato di quasi il 5%, sia rispetto allo stesso periodo del 2019 sia rispetto all’ultimo trimestre dello scorso anno. L’andamento è peggiore della media europea, che fa segnare una diminuzione intorno al 3%. Sorprendente, ma solo in apparenza, il dato sulla disoccupazione che riguarda marzo: il tasso è sceso di quasi un punto arrivando all’8,4%. Questo non perché ci sia più lavoro, ma perché circa 300mila cittadini hanno smesso di cercarlo. Per questo sono classificati come “inattivi”, invece che come disoccupati. Oggi l’Istat ha parlato anche di inflazione: tra marzo e aprile quella complessiva è stata pari a zero, ma se si guarda solo al cosiddetto carrello della spesa, e cioè ai prodotti essenziali per vivere, i prezzi sono aumentati dell’1,2%.

USA, Trump mette l’emergenza nelle mani dei governatori

(di Roberto Festa)

Senza grandi annunci, senza far rumore, la Casa Bianca non rinnoverà le linee guida adottate all’inizio dell’emergenza coronavirus: il distanziamento sociale, frequente lavaggio delle mani, le mascherine. D’ora in poi toccherà ai diversi Stati decidere cosa è meglio per loro. La decisione è un segnale molto chiaro che l’amministrazione Trump lancia ai governatori, nel momento in cui molti di essi sono impegnati ad allentare le misure di quarantena. Tredici Stati americani hanno già parzialmente riaperto le loro attività economiche. Tra questi Georgia, Tennesse, Indiana. Almeno altri sette lo faranno nelle prossime ore, compreso il Texas, 28 milioni di abitanti, in cui il governatore Greg Abbott ha dato il via libera alla riapertura per il primo maggio, di ristoranti, negozi, cinema, centri commerciali, al 25% della loro capacità. Ciò crea una diversità di norme, ordini, pratiche che preoccupano le autorità medico-sanitarie, primo fra tutti Tony Fauci, a capo della task-force antivirus dell’amministrazione, che ha chiesto di non riaprire le attività economiche e sociali troppo presto per non far ripartire i contagi. Un caso per tutti: la Georgia, il cui governatore Kemp haallentato la quarantena la settimana scorsa nonostante il numero delle infezioni resti alto. Ma Donald Trump ha fretta; ha fretta che l’America riapra. I dati dell’economia per lui sono disastrosi: un meno 5,8 per cento del Pil nel primo trimestre, oltre 30 milioni di nuovi disoccupati in un mese e mezzo. La crisi è cosi profonda da mettere ormai seriamente a rischio la sua rielezione a novembre. L’unico messaggio che l’amministrazione lancia, e che i governatori repubblicani recepiscono, è quindi quello di riaprire, il prima possibile e più attività possibili. Il rischio è ovviamente quello di una ripresa dei contagi ma è un rischio che Trump, in questa fase così difficile , è disposto ad assumersi.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 27/11 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 27-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 27/11 18:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 27-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 27/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 27-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 27/11/2025 delle 19:47

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 27-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Di palo in frasca di venerdì 28/11/2025

    A cura di Marco Piccardi - Ospite in studio Claudio Sessa 1) Penguin Cafè Orchestra, Scherzo and Trio (sigla) 2) Area, Hommage a Violette Nozieres 3) Patrizio Fariselli, Canzone di Seikilos 4) Duke Ellington, Doin’ the Voom Voom 5) Amadeus Wings/dir. C. Hogwood, Serenata Gran partita (Adagio) di W.A.Mozart 6) Chico Buarque De Hollanda, O que sera’ 7) Eric Dolphy, Miss Ann 8) Quicksilver, Maiden of the Cancer Moon/Happy Trails 9) Roberto Cacciapaglia, Tema celeste 10) Penguin Cafè Orchestra, Scherzo and Trio (sigla)

    Di palo in frasca - 27-11-2025

  • PlayStop

    Labirinti Musicali di giovedì 27/11/2025

    "Labirinti Musicali" ideato dalla redazione musicale classica di Radio Popolare, in ogni episodio esplora storie, aneddoti e curiosità legate alla musica attraverso racconti che intrecciano parole e ascolti. Non è una lezione, ma una confidenza che guida l’ascoltatore attraverso percorsi musicali inaspettati, simili a un labirinto. Il programma offre angolazioni nuove su dischi, libri e personaggi, cercando di sorprendere e coinvolgere, proprio come un labirinto acustico da esplorare.

    Labirinti Musicali - 27-11-2025

  • PlayStop

    News della notte di giovedì 27/11/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 27-11-2025

  • PlayStop

    Live Pop di giovedì 27/11/2025

    Ogni giovedì alle 21.30, l’auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare ospita concerti, presentazioni di libri, reading e serate speciali aperte al pubblico.

    Live Pop - 27-11-2025

  • PlayStop

    Uscita di Sicurezza di giovedì 27/11/2025

    La trasmissione in collaborazione con la Camera del Lavoro di Milano che racconta e approfondisce con il vostro aiuto le condizioni di pericolo per la salute e la sicurezza che si vivono quotidianamente nei luoghi di lavoro. Perché quando succede un incidente è sempre troppo tardi, bisognava prevedere e prevenire prima. Una questione di cultura e di responsabilità di tutte e tutti, noi compresi. con Stefano Ruberto, responsabile salute e sicurezza della Camera del Lavoro di Milano.

    Uscita di Sicurezza - 27-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di giovedì 27/11/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 27-11-2025

  • PlayStop

    La Scala condannata per il licenziamento della lavoratrice che gridò Palestina libera

    Il Teatro Alla Scala di Milano dovrà pagare tutte le mensilità dal licenziamento alla scadenza naturale del contratto a termine alla Maschera che era stata licenziata dopo aver urlato - mentre era in servizio - “Palestina libera” lo scorso 4 maggio prima del concerto alla presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Lo rende noto il sindacato di base Cub che ha seguito la vicenda. La sentenza è del tribunale del Lavoro. Per la Cub si è trattato di un “licenziamento politico”. Spiega il sindacato: “Lo abbiamo sostenuto fin dall'inizio che gridare ‘Palestina libera’ non è reato e che i lavoratori non possono essere sanzionati per le loro opinioni politiche”. La Cub ora chiede anche il rinnovo del contratto della lavoratrice, nel frattempo scaduto. “Ora il teatro glielo rinnovi per evitare altre cause” ci dice Roberto D’Ambrosio, rappresentante sindacale della Cub.

    Clip - 27-11-2025

  • PlayStop

    Esteri di giovedì 27/11/2025

    1) “Il mondo non deve lasciarsi ingannare: a Gaza il genocidio non è finito”. Il nuovo rapporto di Amnesty International ci chiede di non voltare la faccia dall’altra parte. (Riccardo Noury - Amnesty Italia) 2) Negligenza e corruzione. Cosa c’è dietro l’incendio del complesso residenziale di Hong Kong costato la vita a decine di persone. (Ilaria Maria Sala, giornalista e scrittrice) 3) Stati Uniti, l’attacco di Washington potrà avere effetti a lungo termine sulle politiche migratorie dell’amministrazione Trump e sulla vita di migliaia di migranti. (Roberto Festa) 4) Francia, dall’estate 2026 torna il servizio militare volontario. Il presidente Macron ha annunciato oggi quello che sembra più che altro un segnale politico e strategico. (Francesco Giorgini) 5) Spagna, una marea di studenti e professori in piazza a Madrid contro i tagli alle università pubbliche. La regione della capitale, guidata dalla destra, è quella che spende meno per gli studenti in tutto il paese. (Giulio Maria Piantedosi) 6) World Music. Entre Ilhas, l’album che celebra diversità e affinità musicali degli arcipelaghi della Macaronesia. (Marcello Lorrai)

    Esteri - 27-11-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di giovedì 27/11 18:33

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 27-11-2025

  • PlayStop

    A Gaza il genocidio non è finito

    A oltre un mese dall’annuncio del cessate il fuoco nella striscia di Gaza, le autorità israeliane stanno ancora commettendo il crimine di genocidio nei confronti della popolazione palestinese. Un nuovo rapporto di Amnesty International, che contiene un’analisi giuridica del genocidio in atto e testimonianze di abitanti della Striscia di Gaza e di personale medico e umanitario, evidenzia come Israele stia continuando a sottoporre deliberatamente la popolazione della Striscia a condizioni di vita volte a provocare la sua distruzione fisica, senza alcun segnale di un cambiamento nelle loro intenzioni. Martina Stefanoni ne ha parlato con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.

    Clip - 27-11-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di giovedì 27/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 27-11-2025

  • PlayStop

    Stuart Murdoch: "Il mio primo romanzo non è una biografia, ma racconta la mia storia e la storia della mia malattia"

    Il leader dei Belle & Sebastian racconta "L'impero di nessuno", il suo libro d'esordio, ai microfoni di Volume. Un libro che lui stesso definisce di autofiction: "La maggior parte delle cose che accadono a Stephen, il protagonista, sono successe anche a me". 10 anni fa, Murdoch aveva scritto una canzone con il medesimo titolo: "Il romanzo tocca gli stessi temi: Stephen ha un'amica del cuore, Carrie, entrambi hanno la stessa malattia e si sostengono e ispirano a vicenda". La malattia è l'encefalomielite mialgica: "Mentre scrivevo immaginavo il mio pubblico, e il mio pubblico era il gruppo di supporto per l’encefalomielite che frequentavo negli anni Novanta. Immaginavo di scrivere per loro, e questo mi ha aiutato a trovare il tono giusto". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Stuart Murdoch.

    Clip - 27-11-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di giovedì 27/11/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 27-11-2025

Adesso in diretta