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Che affare la guerra

Armamenti - Guerra in Ucraina

Che affare la guerra. Anche questa mattina corre in borsa il titolo della multinazionale tedesca degli armamenti Rheinmetall, nota anche com RWM, con succursali in molti paesi europei e non solo. Il titolo guadagna circa il 3%, ieri ha chiuso a + 6 e dallo scoppio della guerra in Ucraina il valore delle azioni del gruppo è più che raddoppiato, dai 100 dollari del 24 febbraio ai 209 di oggi. L’ultimissimo spunto rialzistico, così si dice in gergo di borsa, riguarda l’annunciata fornitura di 50 carri armati Leopard 1 all’esercito ucraino. Annunciata dallo stesso amministratore delegato della multinazionale, che in un’intervista al quotidiano economico Handelsblatt ha fatto sapere che entro tre mesi metterà a disposizione del governo tedesco 50 di questi tank usati e ricondizionati.

Il lavoro di rimessa a nuovo dei mezzi potrebbe, sempre secondo quanto annunciato dall’ad di RWM al quotidiano tedesco, avvenire in Italia, dove l’azienda ha due stabilimenti: Ghedi, nel bresciano, e Domusnovas, in Sardegna. Entrambi soffrono parecchio per la scarsità di commesse in seguito alla revoca, recentemente confermata dal TAR, della licenza di esportazione di armi verso l’Arabia Saudita (ricordate, lo Yemen e i civili bombardati?). Queste esportazioni negli ultimi anni avevano costituito il grosso del loro business, ora sfumato, e dunque Ghedi e Domusnovas svolgerebbero di buon grado il compito. Una prima tranche di Leopard 1 rimessi a nuovo potrebbe avvenire entro sei settimane ha detto ancora l’ad di RWM, che sarebbe naturalmente retribuita per questo lavoro attingendo dallo stesso fondo europeo varato all’indomani della guerra per pagare le forniture di armamenti all’Ucraina. Il tutto dopo l’approvazione in questo senso del governo tedesco, auspicabilmente, secondo quanto ha dichiarato il cancelliere Sholtz, sotto l’ombrello di un accordo europeo. Accordo che ancora non c’è, ma che fa gola agli investitori: anche l’italiana Leonardo corre in borsa oggi, è la prima del listino di Piazza Affari e guadagna oltre il 3%.

  • Autore articolo
    Diana Santini
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    Anniversario numero 56 per la Strage di Piazza Fontana, quest’anno oltre alle istituzioni nella celebrazione del pomeriggio parleranno una studentessa di un liceo milanese e uno dei vigili del fuoco che entrarono per primi dopo lo scoppio della bomba, ci spiega Federico Sinicato, presidente dell’Associazione dei Familiari delle vittime di Piazza Fontana. “L’importanza del 12 dicembre va al di là della celebrazione e del ricordo che si fa in piazza, è una data storica per l’intero Paese perché è l’inizio della strategia della tensione che produce effetti devastanti e blocca di fatto il grande movimento di riforma del Paese nato dalle lotte dei lavoratori e degli studenti, basta pensare che l’approvazione del Senato dello Statuto dei lavoratori è del 11 dicembre, il giorno prima, il momento fu scelto come risposta all’avanzata dei diritti e se pensiamo che oggi questi valori vengono rimessi in discussione. E’ una data sacra per il Paese”, In Piazza dopo le celebrazioni istituzionali ci sarà il corteo dei movimenti con partenza alle 18.30 da Piazza XXIV Maggio. E ci sarà anche l’inaugurazione del memoriale “Non dimenticarmi“, un’installazione permanente nata dal basso che ricorda le vittime delle stragi, donata al Comune di Milano e installata in Piazza Fontana. L'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

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    Federico Sinicato presidente associazione Familiari Vittime di Piazza Fontana ci racconta cosa sarà questo 12 dicembre e il percorso di avvicinamento nelle scuole, nei racconti e nelle testimonianze. Valter Boscarello Fondatore di Memoria Antifascista, ci presenta il corteo delle 18h30 (da Piazza 24 maggio fino a piazza fontana) dedicato ai movimenti e alla repressione delle lotte. Nel pomeriggio verrà inaugurato il memoriale “Non dimenticarmi“, un’installazione permanente dedicata a tutte le vittime delle stragi, voluta dal basso e accolta dal Comune di Milano. Linda Maggiori, giornalista freelance e attivista di The Weapon Watch l'osservatorio sul traffico d'armi nei portio italiani, ci racconta la sua inchiesta sulla "flotta del genocidio": le rotte delle armi dai porti italiani pubblicata per Altra economia dove dimostra come l'industria italiana e i porti italiani abbiano rifornito Israele per tutta la durata dell'attacco a Gaza in barba alla legge 185 che lo vieta e alle dichiarazioni del governo. Tiziana Ricci ci presenta la mostra alla Fabbrica del vapore sui 50 anni della radio, gratuita, libera e bellissima.

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