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Centomila morti per Covid in Italia, ma il virus non ha fatto tutto da solo

ospedale centomila morti per covid

Centomila sono ufficialmente i morti per Covid-19, una cifra ampiamente sottovalutata, infatti nella prima fase moltissime persone sono decedute in casa senza essere state sottoposte al tampone. Una cifra terribile, che testimonia la pericolosità del virus ma anche l’assoluta inadeguatezza del nostro sistema sanitario e l’inettitudine della nostra classe dirigente in primis di quella lombarda.

Il 31 dicembre 2019 da Whuan arriva la notizia del focolaio, il 30 gennaio l’OMS dichiara l’emergenza sanitaria internazionale, ma quando il 20 febbraio viene individuato il primo contagio italiano nulla o quasi è stato fatto: mancano le mascherine, i tamponi, i reagenti, i camici monouso, i saturimetri e persino l’ossigeno; tra i medici e il personale sanitario abbandonato a sè stesso cresce il numero degli infetti e dei decessi. 

A Bergamo, sotto la spinta di Confindustria non viene dichiarata la zona rossa, si svilupperà il focolaio più grave d’Europa; nel frattempo in Lombardia negli ospedali si deve scegliere chi curare e chi abbandonare al proprio destino: è il risultato dei tagli dei posti letto, della chiusura degli ospedali pubblici per fare spazio al privato; il piano pandemico e la sorveglianza sanitaria non esistono, la medicina territoriale è ridotta ai minimi termini, le USCA ci sono solo sulla carta, mentre il privato mette sul mercato i tamponi a 300 euro e i kit di assistenza domiciliare a 450 euro. 

La Lombardia, con la tanto decantata sanità d’eccellenza, supera i 280 decessi ogni 100.000 abitanti collocandosi ai primi posti al mondo.

100.000 cittadini chiedono al governo di commissariare la sanità lombarda, ma da Roma nessuno risponde e la seconda e la terza ondata supereranno per gravità la prima. Arrivano i vaccini, Big Pharma fa affari miliardari, ma il governo non ricorre alla licenza obbligatoria e non chiede la moratoria sui brevetti; in Lombardia centinaia di migliaia di ultraottantenni aspettano ancora la prima dose del vaccino, Bertolaso e la Moratti esaltano le doti salvifiche del Pil, mentre gli ospedali continuano a riempirsi e cresce il numero dei morti. 

Il virus ringrazia e prosegue a seminare la sua scia di morte.

  • Autore articolo
    Vittorio Agnoletto
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    A Milano arriva il Godai Fest: Rodrigo D'Erasmo, tra gli ideatori, ce l'ha raccontato

    Sabato 20 e domenica 21 settembre al Paolo Pini di Milano si terrà la prima edizione del Godai Fest, il festival multidisciplinare che unisce la musica alle arti performative e visive nato da un’idea del musicista Rodrigo D’Erasmo, del produttore Daniele Tortora e dell’artista visivo Cristiano Carotti per abbattere i recinti di genere e di partecipazione, connettere le arti, sperimentare nuovi linguaggi, ampliare le visioni. L’arte, in tutte le sue declinazioni, sarà protagonista di un viaggio attraverso i 4 elementi della cultura umana (Fuoco, Terra, Acqua, Aria) ai quali si aggiunge, secondo la filosofia orientale, il principio del Vuoto. Ad ogni elemento corrisponde un curatore: Rodrigo D'Erasmo in questa intervista di Elisa Graci e Dario Grande a Volume ci ha presentato il concetto e il programma di questo festival.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Il primo Pride della Valtellina Chiavenna. L'emozione, ha fatto salir la fame! Per merenda: pane burro e acciughe con bollicina,. Poi via si torna a Milano, al Piccolo Salone del Libro Politico al Conchetta. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 17-09-2025

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    In Etiopia inaugurata la diga della discordia

    Il 9 settembre, dopo 14 anni di lavori, l’Etiopia ha inaugurato ufficialmente la Gerd, la Grand Ethiopian Renaissance Dam, il più grande progetto idroelettrico d'Africa, e tra i 20 più grandi al mondo. Da anni la diga è anche causa di tensione con i paesi a valle del Nilo: Sudan e soprattutto Egitto, che temono di vedere ridotte le proprie risorse idriche, anche in considerazione dei sempre più frequenti periodi di siccità. “Questa diga sarà certamente uno degli epicentri di tensione di questa regione nel prossimo futuro” spiega Luca Puddu, docente di storia dell’Africa all'Università di Palermo, al microfono di Sara Milanese. Ascolta l’intervista andata in onda in A come Africa.

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    Oggi a Volume abbiamo iniziato parlando del Festival Suoni Delle Dolomiti giunto alla sua 30a edizione, ma anche del Godai Fest, evento che si terrà nel weekend al Parco Ex Paolo Pini di Milano e che ci racconta Rodrigo D'Erasmo in qualità di direttore artistico. A seguire segnaliamo il concerto-evento pro Palestina organizzato da Brian Eno che si terrà questa sera a Londra, e concludiamo con il quiz dedicato al cinema, oggi incentrato sul film Il Diavolo Veste Prada del 2006.

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