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Cecilia Sala è stata liberata

cecilia sala

Poco dopo le undici, una telefonata da Palazzo Chigi arriva ai genitori di Cecilia Sala. La loro figlia è libera ed è già in volo per l’Italia; arriverà a Roma intorno alle 15:30. Si è risolto quindi nel migliore dei modi l’arresto e la detenzione, anche dura, della giornalista nelle prigioni di Teheran. Giorgia Meloni prima avverte i genitori e poi diffonde una nota nella quale ringrazia il governo, il corpo diplomatico e i servizi di intelligence per aver contribuito al rilascio dopo venti giorni nelle prigioni iraniane. Un ringraziamento che la presidente del Consiglio a sua volta riceve da tutti oggi in maniera assolutamente bipartisan, dagli altri ministri e da tutti i partiti dell’opposizione, da Schlein a Conte, che si congratulano per il ritorno della donna in Italia e riconoscono al governo di aver raggiunto il risultato sperato da tutti. Il padre di Cecilia Sala ha rilasciato una dichiarazione di evidente felicità e ha raccontato che la sua angoscia era aumentata nei giorni scorsi con “l’impressione di una partita a scacchi – dice – ma i giocatori non erano soltanto due. Ad un certo punto la scacchiera si è affollata e questo ha creato forti timori in un genitore”. Probabilmente si riferisce alle diverse strade e tentativi diplomatici e di intelligence, dal ministero degli Esteri ai servizi, che in questi giorni vivono un momento delicato con l’uscita di scena di Elisabetta Belloni. Ma ad accelerare la liberazione molto probabilmente hanno contribuito il viaggio di Giorgia Meloni da Trump negli Stati Uniti, la possibilità che l’arresto di Muhammed Abedini in Italia non si tramuti in un via libera all’estradizione, la pressione da un lato e le parole diverse arrivate ieri dall’Iran, la mancanza di legame tra le due vicende, quella della giornalista e dell’ingegnere iraniano, dopo che per giorni invece i due casi erano stati considerati intrecciati tra loro. La scorsa settimana, infine, l’incontro di Giorgia Meloni con la madre di Cecilia Sala e la richiesta di un silenzio stampa, che ha segnato probabilmente l’avvio di una seconda fase di trattative.

  • Autore articolo
    Anna Bredice
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    Kei Pritsker, regista con Michael T Workman del documentario “The Encampments”, racconta ai microfoni di Radio Popolare i retroscena della protesta studentesca pro Palestina alla Columbia University. “Gli studenti della Columbia protestano da anni per la Palestina e per ottenere che l’università dismetta gli investimenti in Israele – spiega Pritsker. L’università ha un ingente fondo di dotazione che investe in ogni sorta di attività, molte delle quali riguardano aziende produttrici di armi, aziende manifatturiere che realizzano armamenti, motori per elicotteri, bulldozer e ogni tipo di attrezzatura utilizzata in queste operazioni”. “The Encampments” fa parlare i ragazzi e le ragazze di questo movimento studentesco che dall’aprile del 2024 ha montato le tende nel giardino del Campus per chiedere trasparenza, il ritiro del denaro dagli investimenti israeliani e l’amnistia per gli studenti puniti per le proteste. “Chiunque creda ancora a questa narrativa sull’antisemitismo nel movimento per la Palestina dovrebbe semplicemente guardare il film – assicura Kei Pritsker”. Al momento “The Encampments” ha una distribuzione indipendente che lo diffonde nei cinema più coraggiosi. L'intervista di Barbara Sorrentini per la trasmissione Chassis.

    Clip - 27-12-2025

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    L’undicesimo episodio del podcast dell’Alleanza Clima Lavoro, a cura di Massimo Alberti, è dedicato a un tema centrale del dibattito pubblico: la Legge di Bilancio, ovvero lo strumento chiave per orientare la nostra spesa pubblica. Da sempre l’Alleanza Clima Lavoro richiama la necessità di sostenere il percorso di transizione verso un’economia a zero emissioni, integrando politiche climatiche, industriali e del lavoro, e rafforzando al contempo il welfare e la qualità della vita delle persone. La manovra economico-finanziaria del Governo per il 2026 procede, purtroppo, in direzione opposta: è una “manovra pericolosa” che, oltre a non offrire una prospettiva di decarbonizzazione, prevede un aumento delle spese militari cui si accompagnano tagli o mancati investimenti in sanità, istruzione, ambiente e politiche industriali. Nel corso della puntata emergono tutte le criticità di una Legge di Bilancio che rinuncia a svolgere un ruolo di indirizzo strategico per il futuro del Paese. Il confronto tra l’analisi della manovra e le proposte alternative per migliorarla rilancia una domanda di fondo: quale modello di sviluppo intendiamo davvero perseguire?

    Clip - 27-12-2025

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