
C’è anche Roberto D’agostino, il fondatore di Dagospia, tra i giornalisti spiati da Paragon. Lo si è scoperto grazie al lavoro della Procura di Roma che ha aperto un’indagine. Il suo nome si aggiunge a quelli di Francesco Cancellato e di Ciro Pellegrino, entrambi di Fan Page. Nella lista c’è anche la blogger olandese Eva Vlaardingerbroek. Sposata con un italiano, è molto vicina agli ambienti dei Patrioti, il gruppo europeo di Salvini, Orban, Le Pen e ha partecipato al recente incontro dell’estrema destra contro l’immigrazione a Gallarate. La novità che emergono dalla Procura di Roma confermano che sul Caso Paragon deve essere fatta ancora chiarezza. Non l’ha fatta il governo. Palazzo Chigi ha sempre negato che siano stati i servizi ma non ha mai spiegato chi abbia spiato i giornalisti. Non l’ha fatta il Copasir, che ha votato all’unanimità una relazione pilatesca, relazione che adesso è praticamente carta straccia, visto le notizie che sono uscite.“Noi spiati, l’Italia all’Olio di Ricino” – ha commentato il sito Dagospia. Un titolo che chiama in causa il regime fascista. La geografia dei cronisti spiati è singolare, ma interessante da analizzare. La testata di Roberto D’agostino è sempre molto informata sui retroscena del Palazzo. Ha fatto spesso scoop (anche sulle vite private degli interessati) che hanno provocato imbarazzo tra i politici, senza risparmiare colpi al potente di turno. Francesco Cancellato è il direttore della testata che, tra le tante inchieste, ha fatto anche quella sui giovani di Fratelli d’Italia. Eva Vlaardingerbroek fa riferimento a un’area politica le cui mosse, per chi è interessato, sarebbe utile conoscere in anticipo. Il Copasir ha fatto sapere che tornerà ad esaminare il caso. Se non andrà a fondo, sarà dovrà essere la magistratura a scoprire chi in Italia spia i giornalisti con uno spyware che viene venduto solo ad agenzie governative.