Approfondimenti

Le contraddizioni sul caso Almasri vengono messe a tacere con nuovi attacchi

Nordio Piantedosi ANSA

Il giorno dopo si potrebbe dire che è ancora peggio. Il ministro della Giustizia Nordio sceglie di andare alla trasmissione Un giorno da pecora a parlare del torturatore di migranti rilasciato dall’Italia per confermare ciò che ha detto in Parlamento, incurante di tutte le incongruenze già emerse.

A lui si aggiunge oggi anche il ministro degli Esteri Tajani che, seppur escluso finora dalla notizia di indagine della Procura, entra a gamba tesa nella vicenda per affermare che secondo lui bisognerebbe indagare la Corte Penale Internazionale per come si è comportata finora. Un mondo alla rovescia, nel quale i ministri non riconoscono il loro ruolo rispetto a quello superiore di un mandato di arresto della Corte penale.

Nessun passo indietro. Le contraddizioni viste ieri vengono messe a tacere con nuovi attacchi, Nordio in una trasmissione radiofonica, scherza tra battute su vino e compleanni e sembra quasi irridere la Corte Penale. “Mi spiace che Almasri sia libero per un errore formale, i tribunali devono rispettare le regole”. In sostanza conferma ciò che tutti ieri gli hanno contestato, il fatto che abbia valutato, esaminato, giudicato il mandato di arresto, considerandolo nullo, ma secondo le opposizioni non era questo il suo compito.

Meloni in questi due giorni ha scelto il silenzio dopo aver gestito tutto il caso in modo altamente mediatico e aggressivo. Da ieri fa sapere di fare altro, ma c’è la sua firma in tutto, nella modalità con la quale questo governo si mostra con una certa arroganza, quella dei ministri in Parlamento e quella di una condannata in via definitiva, Augusta Montaruli, che in televisione parla di giustizia e alle contestazioni di un ospite risponde facendo il verso del cane.

  • Autore articolo
    Anna Bredice
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