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Cascina Torchiera: ecco perché sgomberarla sarebbe un errore

cascina torchiera

Il 24 giugno il comune di Milano ha aperto l’iter per presentare manifestazioni d’interesse su “25 beni immobili facenti parte del patrimonio immobiliare comunale in disuso”. Così è scritto nel bando pubblicato qui.

Tra questi beni in disuso messi a bando c’è anche la cascina Torchiera, che in disuso però non è. Da 27 anni è uno dei centri sociali occupati più dinamici ed eclettici di Milano, uno spazio che dal 1992 ha ospitato gruppi e artisti da tutto il mondo, poeti, viaggiatori, attivisti, che ha al suo interno corsi di italiano per stranieri, laboratori artigianali, l’archivio lasciato da Antonio Caronia. È un centro sociale completamente accessibile ai disabili grazie al lavoro del collettivo Disabili Pirata.

In tanti a Milano sono stati almeno una volta alla cascina Torchiera e anche Radio Popolare ha un’amicizia storica con questo spazio attorno a cui è nata anche la rete antifascista Partigiani in Ogni Quartiere. Pensiamo che Milano sia culturalmente più ricca e contemporanea con uno spazio vivo come questo. Recentemente in un’intervista a Radio Popolare anche il sindaco Sala ha riconosciuto l’importanza sociale e aggregativa di questi spazi.

All’interno della trasmissione Tamarindo abbiamo ospitato 5 persone in 5 giorni legate, ciascuna a suo modo, a questo strano esperimento sociale che va sotto il nome di Cascina Autogestita Torchiera Senz’Acqua (sì, perché in 27 anni di occupazione nessuna amministrazione ha permesso l’allacciamento all’acqua pubblica).

Abbiamo ospitato Bruno Dorella (musicista indipendente, Trok, OvO, Ronin, Bachi da Pietra), Rita Pelusio (attrice teatrale), Paolo Cognetti (scrittore, premio Strega per “Le Otto Montagne”), Zoe Romano e Chiara Birattari (Serpica Naro), Ezio (Banda degli Ottoni a Scoppio). Tutti ci hanno confermato che la cascina non è né vuota né abbandonata.

Bruno Dorella: “Torchiera ha cambiato la mappa musicale di Milano”.

Rita Pelusio: “Un luogo di multicultura, un punto di colore, musica, suoni per il quartiere e per Milano”.

Paolo Cognetti: “Da Torchiera sono partiti progetti che hanno contaminato Milano e soprattutto da Torchiera è arrivata sempre molta allegria. Anche questa da salvaguardare”.

Zoe Romano e Chiara Birattari: “Quella volta che abbiamo fatto i puntaspilli Voodoo per De Corato, Moratti, Berlusconi e Maroni… e hanno funzionato!”

Ezio: “Se non fosse stata occupata oggi la cascina sarebbe davvero un rudere abbandonato. Invece è viva, ha seminato tanto e ha un seguito che in pochi possono avere”.

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    L’Istat ha pubblicato i report sugli scontri stradali, su base regionale (relativi al 2024) e anche alcuni dati sui primi sei mesi di quest’anno. Ci sono meno feriti e meno vittime sulle strade, anche se i numeri restano ancora drammaticamente elevati. Secondo l’Istituto di Statistica nel primo semestre del 2025 i morti sono stati 1310 (si parla di morti per scontri stradali se il decesso avviene entro 30 giorni dall’evento, quindi sono escluse le persone che muoiono, nonostante la causa siano le conseguenze dello scontro, oltre quel limite temporale) contro i 1406 dello stesso periodo dell’anno precedente. I feriti sono stati 111090, anche in questo caso in calo rispetto al 2024, quando erano stati 112428. Gli obiettivi europei sulla sicurezza stradale prevedono il dimezzamento del numero di vittime e feriti gravi entro il 2030 rispetto all’anno di riferimento, che è il 2019. In Italia al momento registriamo una diminuzione del 4,5% (in Lombardia del 12,6). Bisogna ancora fare molto per riuscire a raggiungere l’obiettivo. Uno degli aspetti fondamentali, oltre la diminuzione della velocità, è l’incremento dell’educazione stradale. Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, morto nel 2010 a causa di un omicidio stradale a Firenze ha fondato l’associazione Lorenzo Guarnieri, che da anni si impegna a portare avanti un discorso di educazione. Alessandro Braga lo ha intervistato nella trasmissione Tutto Scorre.

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    Nubi sull'università italiana: si moltiplicano le adesioni alle università private telematiche, mentre alle statali il governo Meloni taglia i fondi. Ospite l'economista Gianfranco Viesti. E poi, il caso Raiplay Sound, la censura nei confronti di un podcast – prima autorizzato e poi annullato - sulla storia di Margherita Cagol, una delle fondatrici delle Brigate rosse. A Pubblica Nicola Attadio, uno degli autori insieme al giornalista Paolo Morando e al musicista Matteo Portelli.

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