Approfondimenti

Storia, le date condivise del “Calendario civile”

25 aprile

“Calendario civile” è il titolo di una raccolta di saggi (pubblicata da Donzelli) sulle date che compongono una possibile storia civile degli italiani.

Il sottotitolo chiarisce l’obiettivo di questo lavoro collettivo: “per una memoria laica, popolare e democratica degli italiani”. Lo storico Alessandro Portelli ha curato l’intera raccolta, ventidue saggi scritti da altrettanti autori, ciascuno per ogni data: dal 27 gennaio Giorno della Memoria di Adachiara Zevi al 12 dicembre della strage di Piazza Fontana di Gad Lerner, dall’8 marzo delle donne di Vittoria Franco al 21 luglio di Genova 2001 di Luigi Manconi e Federica Graziani. Portelli è stato ospite oggi a Memos insieme alla politologa Nadia Urbinati che ha scritto sul 12 maggio, quello del 1974 del referendum sul divorzio.

Alessandra Portelli
Alessandra Portelli

«L’idea – racconta Alessandro Portelli a Memos – nasce da una considerazione. Credo sia necessaria una dimensione di ritualità se si vuole costruire una memoria e una identità. Un’identità che non sia compatta, unitaria e confusa, ma che sia capace invece di interrogarsi e di amministrare le divisioni e i conflitti».

Nadia Urbinati
Nadia Urbinati

Portelli spiega qual è la caratteristica dei singoli capitoli che compongono il “Calendario civile”. «Sono tutti saggi problematici. Nessuno ha assunto una dimensione celebrativa, né una dimensione decostruttiva. Penso, ad esempio, al saggio di apertura di Adachiara Zevi, sul Giorno della Memoria. E’ un saggio molto bello perché prende in discussione sia la necessità di questa giornata che le critiche e le perplessità che sono state sollevate. Tutte le date del “Calendario civile” – conclude Portelli – sono date di interrogazione, più che di affermazione.

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    Raffaele Liguori
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    È nato il comitato della società civile per il No al referendum sulla riforma della giustizia

    Società Civile per il No. È nato il comitato, promosso da vari esponenti della società civile, da sindacati, associazioni e realtà democratiche, che sostiene le ragioni del No al referendum costituzionale sulla riforma della Giustizia del Guardasigilli Carlo Nordio. Presieduto da Giovanni Bachelet, il comitato ha nel direttivo nomi importanti come il segretario della Cgil Maurizio Landini, la presidente di Libertà e Giustizia Daniela Padoan e l’ex ministra Rosy Bindi. I principali punti del comitato vertono sul fatto che una magistratura autonoma, indipendente, che non guarda in faccia a nessuno sia una cosa che conviene ai cittadini. Il prossimo 10 gennaio a Roma si terrà la prima assemblea generale, per la partenza della campagna referendaria, che vedrà la nascita di comitati territoriali in tutta Italia per lanciare una campagna informativa sulle ragioni del No. “Riteniamo che sia una battaglia per evitare che venga minato un principio fondamentale della nostra democrazia”, ha detto Rosy Bindi, che fa parte del direttivo del comitato, nella nostra trasmissione Radio Sveglia. L'intervista di Alessandro Braga.

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