Approfondimenti

La rivolta della working class

Le fasce sociali più povere e svantaggiate potrebbero decidere l’esito del referendum di oggi sulla Brexit. I sondaggi di queste settimane hanno confermato come il sentimento antieuropeo sia più forte in quelle città e in quelle regioni dove gli effetti della crisi economica sono stati più profondi. In quelle zone della Gran Bretagna, in questi anni, ha raccolto la maggior parte dei suoi voti lo UKIP, il Partito per l’Indipendenza del Regno Unito di Nigel Farage. I media britannici hanno descritto la working class, la classe operaia, come razzista e anti-immigrati, ma la questione è molto più complessa. Per fare chiarezza abbiamo chiesto aiuto a Lisa McKenzie, ricercatrice alla London School of Economics. Lisa McKenzie si occupa di povertà e di zone socialmente ed economicamente svantaggiate.

Perché la classe operaia britannica è contro l’Unione Europea? Cosa c’è dietro a questo sentimento antieuropeo?

Non direi che la classe operaia britannica è anti-europea. Direi che la classe operaia britannica, come quella di molti altri paesi europei, è sempre più povera. Il suo tenore di vita è in continuo calo. Una situazione peggiorata ulteriormente con la crisi finanziaria del 2007/2008. I governi hanno salvato le banche, hanno protetto le élite finanziarie, hanno imposto l’austerità alle famiglie che erano già in difficoltà. Quello che sta succedendo adesso in Gran Bretagna, e che potrebbe succedere in altri paesi, non è una rivolta contro l’Europa, è una rivolta contro il neoliberismo e contro l’austerità.

Quindi la gente è contro i politici, britannici ed europei, in quanto rappresentanti di un modello di politica economica ben preciso, giusto?

Esatto. La classe operaia sta usando il referendum come un’opportunità. Per dire: guardate che non vogliamo più che le cose vadano avanti così, vogliamo che le cose cambino. Nel referendum, ovviamente, ci sono solo due opzione. Dentro o fuori.

Il referendum non affronta i tanti problemi dei meno fortunati: la povertà, i tagli alla spesa pubblica, la privatizzazione della sanità. Ma nelle zone più degradate del paese si sta parlando di questo. Il referendum europeo viene associato a questi problemi.

Che cambiamenti vorrebbe la classe operaia?

I governi britannici, soprattutto quelli conservatori, hanno sempre dato la colpa all’Europa per le tante cose che non andavano bene nel nostro paese. Un comportamento che io non condivido. La colpa non è dell’Europa. La colpa è di politiche neoliberiste, che hanno contraddistinto quegli stessi governi che accusavano l’Europa. Ripeto, la gente non è contro l’Europa, la gente vuole solo una vita stabile.

Un lavoro, i soldi per pagare le bollette, la possibilità di andare in vacanza…

È corretto dire che le fasce sociali più deboli hanno paura?

Certo. Quando non ci sono più certezze, quando ci sono sempre meno soldi, quando non si sa cosa succederà domani, quando si perde il lavoro, la paura ha il sopravvento. La gente è spaventata, è terrorizzata.

Un termine che non è stato usato correttamente dai media, immigrazione. I poveri sono stati definiti spesso razzisti e anti-immigrati…

L’immigrazione è una questione importante, certo, non lo possiamo negare. Ma proprio perché le classi sociali più svantaggiate si sentono minacciate. Se andate in un quartiere povero di una città inglese e chiedete per quale motivo voteranno per la Brexit, vi risponderanno per l’immigrazione. Se vi fermate lì potete concludere che sono razzisti e anti-immigrati. Ma se andate avanti e chiedete cosa direbbero dei lavoratori stranieri nel caso in cui avessero un lavoro stabile, vi risponderanno che non avrebbero alcun problema. Qui la questione è la mancanza di risorse, che sono state tolte anno dopo anno a chi già aveva poco. I politici hanno usato l’immigrazione per giustificare le paure della classe operaia. Ma pensate cosa succederebbe se la gente dovesse accusare il governo, i politici non avrebbero più un lavoro.

Gli stessi politici che oggi dicono che l’immigrazione è una cosa buona, per quarant’anni hanno detto che l’immigrazione è la principale causa della povertà.

Da qui il dibattito molto duro di queste settimane.

  • Autore articolo
    Emanuele Valenti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 11/12 07:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 11-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 11/12 10:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 11-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 11/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 11-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 11/12/2025 delle 07:16

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 11-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Pubblica di giovedì 11/12/2025

    Pubblica, mezz’ora al giorno di incontri sull’attualità e le idee con Raffaele Liguori

    Pubblica - 11-12-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di giovedì 11/12/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 11-12-2025

  • PlayStop

    Note dell’autore di giovedì 11/12/2025

    Un appuntamento quasi quotidiano, sintetico e significativo con un autore, al microfono delle voci di Radio Popolare. Note dell’autore è letteratura, saggistica, poesia, drammaturgia e molto altro. Il tutto nel tempo di un caffè!

    Note dell’autore - 11-12-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di giovedì 11/12/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 11-12-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di giovedì 11/12/2025

    Francesco Sacchi Capo-progetto Emergency Gaza ci racconta la situazione drammatica degli abitanti della Striscia tra mancanza di farmaci, cibo, restrizioni, attacchi e adesso pure il maltempo che travolge tende e accampamenti. Doron Meinert, colonnello in pensione dell'esercito israeliano e militante di spicco di "Guardare l'occupazione negli occhi" racconta l'attività di Protective Presence con cui si frappongono fisicamente tra le comunità palestinesi e la crescente violenza dei coloni ormai dilagata nella Valle del Giordano (intervista di Martina Stefanoni). Vittorio Agnoletto, dopo il caso San Raffaele, analizza la quantità di disservizi e mancanze della sanità privata senza che la Regione intervenga mai veramente: nel nome della sanità devoluta al profitto. Infine un appello per almeno un gesto di clemenza e umanità per le carceri italiane, lanciato da venti associazione e raccontato per noi da Caterina Pozzi, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti-CNCA: al presidente della Repubblica perché eserciti una consistente concessione di grazie come alcuni dei suoi predecessori e ai magistrati di sorveglianza affinché concedano per questo Natale tutti i giorni di permesso premio disponibili ai detenuti che già ne godono (oltre a continuare a invitare il ministero della Giustizia a umanizzare, come sancito dalla Costituzione e dalle convenzioni per i diritti dell'uomo, e modernizzare l'esecuzione della pena, e ad aprire il più possibile il carcere al mondo del volontariato, alle associazioni, alle cooperative, agli enti locali, alle scuole, alle università).

    Presto Presto – Interviste e analisi - 11-12-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di giovedì 11/12/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 11-12-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di giovedì 11/12/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 11-12-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Giornali e commenti di giovedì 11/12/2025

    La mattina inizia con le segnalazioni dai quotidiani e altri media, tra prime pagine, segnalazioni, musica, meteo e qualche sorpresa.

    Presto Presto – Giornali e commenti - 11-12-2025

Adesso in diretta