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Il deserto in autostrada

Qualcuno, appena nata, ci aveva giocato a calcio sulla carreggiata. Tanto di auto non ne passavano. Adesso che la Brebemi compie due anni, di macchine ancora se ne vedono pochine. Troppo poche per giustificare un’opera che ha buttato altro cemento nella pianura padana e che è costata centinaia di milioni di euro, anche di soldi pubblici.

La Brescia-Bergamo-Milano è lunga circa 60 chilometri, non molti per un’autostrada. E costa cara, il doppio rispetto a tragitti analoghi sulla A4, la sorella maggiore e diretta concorrente.

Adesso tutti ora cercano di abbandonarla al suo destino: la Città metropolitana di Milano, il Comune di Brescia, la provincia di Bergamo vorrebbero vendere le loro quote e anche l’azionista di maggioranza, Intesa San Paolo, sta cercando di lasciare.

Una grande opera però resta un affare per i privati che ci investono: anche nel caso della Brebemi – nonostante l’inutilità della struttura – qualcuno probabilmente alla fine ci guadagnerà. O ci ha già guadagnato.

Roberto Cuda è uno degli autori di Brebemi, Anatomia di una grande opera. Nell’intervista che segue spiega quale potrebbe essere il futuro di quella autostrada e – appunto – a chi fa comodo averla costruita.

Ascolta l’intervista a Roberto Cuda

L’intervista a Roberto Cuda

  • Autore articolo
    Silvia Giacomini
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    Si chiama “Board of Peace” e Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, l’ha pensato come il grande consiglio che guiderà – sulla carta - la ricostruzione di Gaza. Il disegno immaginato da Trump non prevede l'intervento degli organismi internazionali che hanno retto la sovranità del diritto per decenni. Nel futuro di Gaza – almeno per ora – non sono previste presenze come le Nazioni Unite, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, l'Organizzazione Mondiale del Commercio. Il "Board of Peace" richiama molto l’idea di un consiglio di amministrazione (un “board”, appunto), che dovrà gestire un affare economico e finanziario colossale, un consiglio che avrà Trump come presidente. Il piano Trump in 20 punti, al paragrafo 9 recita: "Questo organismo (Board of Peace, ndr) definirà il quadro di riferimento e gestirà i finanziamenti per la ricostruzione di Gaza". Gestirà i soldi, proprio come un CdA che si rispetti. E le logiche finiranno per essere quelle del business e non della convivenza internazionale; dell’interesse privato e non dell’interesse pubblico; dell’autoritarismo che oscura la democrazia. Raffaele Liguori ha intervistato Fabio Armao, docente di relazioni internazionali all’università di Torino. È autore, insieme a Davide Pellegrino, di “Distopia americana. L’impatto della presidenza Trump sul sistema politico americano” (Mimesis, in uscita).

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