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Booker Prize 2022: ‘Le sette lune di Maali Almeida’, ambientato nel caos di una Colombo devastata dalla guerra civile di fine anni ’80

Un’opera ironica con il compito di denunciare un intero periodo storico. Il prestigioso Booker Prize di quest’anno va al libro di Shehan Karunatilaka, ambientato a Colombo nel 1989, che racconta la storia di un fotoreporter che si risveglia morto durante la guerra civile nello Sri Lanka.

Non sa chi l’ha ucciso e cerca di capire chi possa essere stato, ma sembra essere impossibile a causa degli innumerevoli attentati suicidi e degli assalti da parte di squadroni della morte che colpivano soprattutto la capitale. La guerra civile nel Paese asiatico durò 26 anni, dal 1983 al 2009: fu uno scontro tra il governo e il gruppo militare separatista Tigri del Tamil Eleam, che aveva l’obiettivo di fondare uno Stato indipendente nel Nord e nell’Est dello Sri Lanka.

Furono anni di attentati alla popolazione che portarono – si stima – tra le 80 e le 100mila vittime. Uno scontro che terminò nel 2009 con la resa delle truppe separatiste dopo l’ennesima sconfitta militare. Ancora oggi, poco si sa di quegli anni bui: da un lato a causa dei governi che ostacolano la giustizia e coprono diversi gravi casi di abusi umanitari avvenuti durante il conflitto; dall’altro, perché vengono arrestati i dissidenti, costringendo all’auto-censura di questi. Tornando al romanzo, Maali Almeida, il personaggio principale, ha 7 giorni – da qui il titolo – affinché le persone a lui vicine riescano a trovare alcune sue foto nascoste, foto che raccontano i crimini perpetrati durante quel periodo buio e che scatenerebbero una grande rivolta in tutto il Paese.
La speranza dello scrittore è che, in un futuro non troppo lontano, ci sarà in Sri Lanka la consapevolezza che corruzione, razzismo e clientelismo non hanno mai funzionato, e mai lo faranno.

(di Andrea Miniutti)

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