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Bipolarismo & ring

marco garzonio - l'ambrosiano

Meloni ha ascritto a sé il merito d’aver creato le condizioni perché torni il bipolarismo. È nell’autoreferenzialità della premier appendersi al petto medaglie comunque. Se davvero la politica italiana si riavvia su quella strada, chi guida la maggioranza attuale dovrà allora incominciare a darsi alcune regole, a rispettare queste e le altre forze politiche, a determinare una mentalità diffusa per cui ci sono valori comuni da perseguire; diversi e di pari dignità sono modi e strade per raggiungerli. La democrazia dell’alternanza prevede che chi vince governi. Ma nel successo elettorale non è compreso che la coalizione andata al potere occupi ogni spazio pubblico, provi fastidio per l’informazione, squalifichi interlocutori come sindacati intellettuali giornali, metta in campo riforme atte a stravolgere l’impianto istituzionale, come sta accadendo con premierato e autonomia differenziata. È vero che i Padri Costituenti, nella lungimiranza e nel richiamo agli ideali di libertà che li avevan portati a combattere il nazifascismo hanno previsto un referendum così che vengano sottoposte al voto popolare riforme che incidono profondamente su dettato e spirito della nostra Carta. Ad una coalizione che legittimamente governa e non fa del bipolarismo evocazione propagandistica ma ci crede davvero e ci investe come costume etico e politico, a quella coalizione tocca di evitare colpi di maggioranza e portare il Paese alla Consultazione generale in un clima civile di confronto reale con chi la pensa diversamente. Altrimenti anche i meccanismi di garanza rischiano di andare in affanno, mentre sale e s’inspessisce la tensione sociale, visto che salari, sanità, lavoro non godono già di ottima salute. Dire ad esempio come Meloni: «o la va o la spacca» e «non mi dimetto se perdo» dà agio a un clima non solo “da curva”, ma da ring. Come in effetti è accaduto alla Camera dove la “provocazione” di portare la bandiera tricolore al ministro della brutta riforma che accentuerà disuguaglianze nel Paese ha comportato pugni e il classico ribaltar la colpa sugli altri: «Vogliono rovinare il G7 di Giorgia». Dirsi vittime per legittimarsi ad attaccare. Bipolarismo è se la sinistra avanza.

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    Marco Garzonio
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