La rinaturalizzazione del fiume Besòs a Barcellona è stata un perno della rigenerazione urbana dell’area nord orientale della capitale della Catalogna. Sono oltre trent’anni che i quasi diciotto chilometri del corso d’acqua hanno ricominciato a essere un fiume, con relativa vita propria, e in connessione con l’ecosistema circostante.
Il Besòs nasce dalla confluenza dei fiumi Congost e Mogent nella Vallès Oriental ed è il confine della città con due comuni dell’area metropolitana. Fino agli anni ‘90 era un canale di scolo per i reflui delle fabbriche circostanti e degli abitanti dei dintorni, un bacino di due milioni di persone.
La deidendustrializzazione di questa zona di Barcellona ha infatti permesso di iniziare una rigenerazione urbana a partire dall’acqua. In primis dalla sua depurazione con la realizzazione delle infrastrutture per il trattamento e la raccolta delle acque nere. C’è stata anche anche la rimozione delle sponde in cemento con rimodellazione naturalistica, con realizzazione anche di zone umide. Funzioni utili per il filtraggio e per il miglioramento della sicurezza idraulica durante le ondate di forte pioggia e di piena del fiume, nonché di incremento della biodiversità, anche di riconessione tra il mare e l’entroterra. Il fiume sfocia nel Mediterraneo nei pressi della Diagonal, l’arteria che connette le alture sud ovest di Barcellona con il mare passando per le zone centrali.
La socialità dei quartieri attraversati dal Besòs si è avvantaggiata con la realizzazione di nuovi spazi verdi e per lo sport, che hanno migliorato la vivibilità, e anche la mobilità dolce. Sono stati realizzati nove chilomentri di piste ciclopedonali.


