Approfondimenti

Ascoltare, vedere e leggere la guerra

Guerra in Ucraina

Ascoltare, vedere e leggere la guerra. Lo stiamo e lo sto facendo, giorno dopo giorno. Ascoltare la paura, le voci dal campo, le persone, l’incertezza.
Vedere le immagini, i corpi accasciati a terra, i proiettili, le macerie.
Leggere i nomi di posti che fino a quel momento non si conoscevano o che si conoscevano poco, ancora difficili da pronunciare senza commettere errori. E poi i numeri, le dichiarazioni e le storie. Storie dove manca tutto, storie che sono sempre difficili da raccontare. Figuriamoci da vivere.

Perché poi c’è il vivere la guerra. Due parole, “vivere” e “guerra” quasi come due forze opposte l’una vicina all’altra. Guardo e penso a quelli che sono lì. Ai miei coetanei, ad esempio, a chi pensava a un futuro, a chi lo stava costruendo. E penso a quelle macerie che vediamo nelle foto sui social o sui giornali, che ci passano davanti. È quasi come se con quei muri caduti si fossero sgretolate anche le idee e quei progetti per il futuro. Ma penso alla voglia di ricostruire e di ripartire che quei cumuli di materiali frantumati per terra portano con sé. Agli sguardi di chi pensa al dopo, a come uscire dall’oggi per guardare al domani.

È difficile immaginare cosa potrebbe succedere da qui a poche ore o pochi minuti. Come è difficile capire questa guerra fuori dalle dinamiche geopolitiche e di potere. Lo era un mese fa, quando ancora tutto era all’inizio e lo continua a essere ora. Senza pensare poi anche agli altri conflitti che ci sono nel mondo, a battaglie che si intensificano, a ingiustizie che si vanno a moltiplicare. È difficile capire questo momento e anche parlare di questo momento, senza cadere in un grande senso di impotenza e di vuoto, e anche forse con il rischio di cadere nella retorica. Perché alle volte è più facile trovare il bianco e il nero, il giusto e lo sbagliato. Ma, così, della complessità rimane poco.

Forse per la prima volta la vedo vicina a me, la guerra. Non solo per dove sta avvenendo, ma anche perché ora ne ho la consapevolezza. Da quando sono nata, non sono certo mancati i conflitti. Penso agli ultimi vent’anni come anni segnati dal crollo di sistemi economici e politici, da guerre di cui abbiamo sentito parlare, di altre invece di cui se ne è parlato e se ne parla ancora poco. Anni segnati dal terrorismo, dalla paura, da incognite e incertezze.

Per la prima volta, però, la guerra la sento vicina a me. Anche perché forse è davvero la prima volta che mi rendo conto della guerra. Sarà che sono un’adulta ora. E a quelle immagini, a quei fatti e a quei suoni provo a dare un valore. Sarà che giorno dopo giorno mi metto in discussione per come queste stesse immagini, quegli stessi fatti e quegli stessi suoni vadano raccontati. Metto in discussione, in questi giorni, la vita che ho scelto di fare, quella della giornalista, della cronista. E metto in discussione il modo in cui questa guerra viene raccontata. Con le sue contraddizioni, con le sue zone grigie, con gli errori che possiamo commettere tutti oggi nel dire una cosa piuttosto che un’altra.

FOTO| Soldati ucraini pattugliano la periferia di Kiev

 

 

Simonetta Poltronieri
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    Redazione
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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    “Rifiorirai” è il titolo del nuovo album di Aka5ha, musicista bolognese che oggi è passato a Volume per raccontarci e suonarci alcuni brani. Tra elettronica, cantautorato e folk, il disco esplora tematiche di “cambiamento e ricostruzione”, spiega l’artista, “parla di prendere le energie dalle cose difficili che accadono, e trasformarle in qualcosa che abbia valore”. Tra un brano e l’altro, Aka5ha ci racconta com’è stato produrre il disco insieme a Iosonouncane, il suo nuovo approccio nell’uso della voce e il cortometraggio realizzato per dare ai brani anche una dimensione visiva. Ascolta l’intervista e il MiniLive di Aka5ha

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    In un libro le 15 immagini che raccontano l'Italia

    "Aprire lo sguardo" (Garzanti) è un libro in cui Alessandra Mauro ha scelto 15 immagini che compongono un “mosaico visuale” dell'Italia. In una selezione di grande forza evocativa, sfilano volti, luoghi e momenti: dall’arresto Benito Mussolini, immortalato da Adolfo Porry-Pastorel nel 1915, ai ritratti di Wanda Wulz, ai manicomi documentati da Gianni Berengo Gardin nel 1968, fino alla fotografia di moda di Ferdinando Scianna e allo studio del tessuto urbano di Gabriele Basilico. L'intervista di Tiziana Ricci a Alessandra Mauro.

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