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Applausi per la Pace ai funerali di Francesco. La sua eredità politica verrà raccolta dalla Chiesa?

San Pietro Papa Francesco

Nel suo funerale, c’era tutto il Francesco politico, la cifra di questi tredici anni. Nel paradosso della maestosità della secolare liturgia, dell’imponenza dalla scenografia di piazza San Pietro, dell’antichità del rito, recitato in latino, emerge con ancora più forza la modernità di Bergoglio, la sua capacità visionaria di anticipare i tempi. Pilastri di un pontificato di cui ha parlato nell’omelia il cardinale Giovan Battista Re. Ha citato i viaggi di Francesco per i migranti, Lampedusa, Lesbo, la messa sul confine tra Messico e Stati Uniti. Ha ricordato gli innumerevoli gesti a favore dei profughi, una Chiesa rifugio in contrasto con “la cultura dello scarto”, l’enciclica Laudato Si’, la difesa del pianeta.

La folla a San Pietro e a Santa Maria Maggiore ha applaudito in particolare quando il decano del collegio cardinalizio ha ricordato l’impegno di Francesco per la Pace. Forse il momento più simbolico, l’attimo in cui la traiettoria del suo pontificato e la “nuova epoca”, i nuovi tempi che sono arrivati, si sono dati appuntamento nella piazza. Nel rito del suo funerale in fondo c’è anche quel passaggio a una nuova epoca mondiale che Francesco aveva visto arrivare e per la quale, tra molte contraddizioni, aveva cercato di preparare la sua Chiesa, ma non solo. Gli applausi li avranno sentiti anche le decine di capi di stato e di governo che hanno assistito alle esequie. Riuniti di fianco alla bara di Francesco per motivi diversi, ma tutti legati alla misurazione dei nuovi equilibri mondiali. C’è chi lo ha voluto omaggiare, chi, per opportunità, invece ha voluto fare propria la sua figura, e chi, invece, ne vuole riempire il vuoto con contenuti diversi. Con la sua presenza, Donald Trump lancia un’opa conservatrice sul futuro conclave, sul cattolicesimo mondiale. Che i funerali di Francesco siano anche le esequie del ruolo politico della Chiesa per come lui l’aveva interpretato o, invece, siano una sorta di nuovo inizio nella continuità del suo papato in una nuova e sempre più inquietante epoca, ce lo dirà il futuro conclave.

  • Autore articolo
    Michele Migone
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    Dopo che la Giunta del Comune di Milano ha licenziato la delibera per la vendita dello stadio di San Siro, la palla ora passa al Consiglio comunale, che dovrà votare il provvedimento giovedì 25 settembre, e non più il 29. Nonostante sia possibile presentare emendamenti al testo, per la giunta il documento è immodificabile: “È frutto di un lavoro che ha gli elementi essenziali del contratto, una cosa molto tecnica ma anche politica”, ha detto ai nostri microfoni la vicesindaca Anna Scavuzzo. Nel caso di un emendamento di sostanza votato dalla maggioranza dei consiglieri, infatti, “le squadre potranno rigettare l’intera proposta”. Una sorta di prendere o lasciare per i consiglieri comunali. Secondo la vicesindaca Scavuzzo, dopo due mesi di confronto e dopo le modifiche alla versione di luglio, adesso “si chiude”. L’intervista integrale di Luigi Ambrosio nella nostra trasmissione “L’Orizzonte”.

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    Esteri di giovedì 18/09/2025

    1) “La gente non lascia Gaza City perché non sa dove andare o perché non può permetterselo”. Migliaia di persone restano nella città della striscia, mentre l’esercito continua a bombardarla. (Jacob Granger - MSF) 2) “Israele sta commettendo un genocidio, ma gli altri paesi hanno l’obbligo giuridico di fare tutto ciò che possono per impedirglielo”. In esteri la seconda puntata dell’intervista a Chris Sidoti, giudice della commissione Onu. (Valeria Schroter, Chris Sidoti - Commissione Onu d'inchiesta per i territori palestinesi) 3) La Francia ancora in piazza. Un milione di persone mobilitate dai sindacati per protestare contro la legge di bilancio di Bayrou. (Veronica Gennari) 4) La tragedia umanitaria della guerra in Sudan, e i sudanesi che resistono. Premiata in Norvegia una rete di associazioni comunitarie che lavorano per favorire l’ingresso di aiuti. (Irene Panozzo, analista politica) 5) Donald Trump alla corte britannica. La luna di miele tra Keir Starmer e il presidente Usa è soprattutto una questione di business. (Marco Colombo, giornalista) 6) World Music. Together for Palestine, il concerto organizzato da Brian Eno a Londra contro il genocidio. (Marcello Lorrai)

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    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

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    Alessio Lega ricorda Fausto Amodei: "Sublime la sua scrittura, una persona tenera e ironica"

    È morto a 91 anni Fausto Amodei, figura cruciale per la canzone popolare italiana che alla fine degli anni cinquanta aveva contribuito a fondare il Cantacronache, il primo esperimento di canzone politica “d’autore” in Italia. Tra i suoi capolavori 'Per i morti di Reggio Emilia', una delle canzoni popolari e politiche più suonate nelle piazze d’Italia. Ma "le sue canzoni sono riuscite ad andare ben oltre il suo nome” diventando parte dell’immaginario collettivo, ricorda il cantautore Alessio Lega ai microfoni di Radio Popolare. Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia.

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    Poveri ma belli di giovedì 18/09/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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