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Anonymous vs Isis, cosa possono fare gli hacker

Il volto di Guy Fawkes, o meglio il volto che gli hanno attribuito Alan Moore e David Lloyd nella graphic novel [leggi fumetto] V per Vendetta, accompagnato da un’orribile voce digitale che rovina completamente l’effetto WoW, è ormai ben conosciuto da tutti come icona di Anonymous.

Guy Fawks aka Anonymous , nel suo ultimo comunicato diffuso tramite l’internet, in estrema sintesi, ha detto che la farà pagare all’ISIS. Ha lanciato sui social network #OpParis che è parte di #OpISIS, una vasta operazione di individuazione di account, siti e server appartenenti al Califfato, una sorta di schedatura che potrà poi essere utilizzata in alcuni casi semplicemente per hackerare o chiudere account di propaganda, in altri fornirà basi per ulteriori indagini.

Cosa Anonymous farà dei dati non è ancora chiaro, il movimento di hactivist è diviso al suo interno, c’è chi vorrebbe fornire i dati ai governi, c’è chi non crede nei governi e vorrebbe seguire altre strade, come ha fatto recentemente con il Ku Klux Klan.

La guerra di Anonymous contro ISIS è già in atto da parecchio e ad oggi il gruppo di attivisti della rete avrebbe già spento migliaia di account dei seguaci del Califfato. A Maramao abbiamo approfondito il discorso con l’esperto di informatica forense Paolo Dal Checco dello studio DiFoB di Torino, il quale ci ha raccontato quali sono le strategie di Anonymous e di come le loro armi facciano paura a ISIS, tanto che il Califfato si sta organizzando per arginare i possibili danni arrecati dagli hacker. Qui sotto l’audio con l’intervista.
Intervista con Paolo Dal Checco

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    Disma D. Pestalozza
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    Violenza stradale, numeri un po' in calo. Il rimedio: l’educazione e diminuire la velocità

    L’Istat ha pubblicato i report sugli scontri stradali, su base regionale (relativi al 2024) e anche alcuni dati sui primi sei mesi di quest’anno. Ci sono meno feriti e meno vittime sulle strade, anche se i numeri restano ancora drammaticamente elevati. Secondo l’Istituto di Statistica nel primo semestre del 2025 i morti sono stati 1310 (si parla di morti per scontri stradali se il decesso avviene entro 30 giorni dall’evento, quindi sono escluse le persone che muoiono, nonostante la causa siano le conseguenze dello scontro, oltre quel limite temporale) contro i 1406 dello stesso periodo dell’anno precedente. I feriti sono stati 111090, anche in questo caso in calo rispetto al 2024, quando erano stati 112428. Gli obiettivi europei sulla sicurezza stradale prevedono il dimezzamento del numero di vittime e feriti gravi entro il 2030 rispetto all’anno di riferimento, che è il 2019. In Italia al momento registriamo una diminuzione del 4,5% (in Lombardia del 12,6). Bisogna ancora fare molto per riuscire a raggiungere l’obiettivo. Uno degli aspetti fondamentali, oltre la diminuzione della velocità, è l’incremento dell’educazione stradale. Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, morto nel 2010 a causa di un omicidio stradale a Firenze ha fondato l’associazione Lorenzo Guarnieri, che da anni si impegna a portare avanti un discorso di educazione. Alessandro Braga lo ha intervistato nella trasmissione Tutto Scorre.

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    Nubi sull'università italiana: si moltiplicano le adesioni alle università private telematiche, mentre alle statali il governo Meloni taglia i fondi. Ospite l'economista Gianfranco Viesti. E poi, il caso Raiplay Sound, la censura nei confronti di un podcast – prima autorizzato e poi annullato - sulla storia di Margherita Cagol, una delle fondatrici delle Brigate rosse. A Pubblica Nicola Attadio, uno degli autori insieme al giornalista Paolo Morando e al musicista Matteo Portelli.

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