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Anonymous vs Isis, cosa possono fare gli hacker

Il volto di Guy Fawkes, o meglio il volto che gli hanno attribuito Alan Moore e David Lloyd nella graphic novel [leggi fumetto] V per Vendetta, accompagnato da un’orribile voce digitale che rovina completamente l’effetto WoW, è ormai ben conosciuto da tutti come icona di Anonymous.

Guy Fawks aka Anonymous , nel suo ultimo comunicato diffuso tramite l’internet, in estrema sintesi, ha detto che la farà pagare all’ISIS. Ha lanciato sui social network #OpParis che è parte di #OpISIS, una vasta operazione di individuazione di account, siti e server appartenenti al Califfato, una sorta di schedatura che potrà poi essere utilizzata in alcuni casi semplicemente per hackerare o chiudere account di propaganda, in altri fornirà basi per ulteriori indagini.

Cosa Anonymous farà dei dati non è ancora chiaro, il movimento di hactivist è diviso al suo interno, c’è chi vorrebbe fornire i dati ai governi, c’è chi non crede nei governi e vorrebbe seguire altre strade, come ha fatto recentemente con il Ku Klux Klan.

La guerra di Anonymous contro ISIS è già in atto da parecchio e ad oggi il gruppo di attivisti della rete avrebbe già spento migliaia di account dei seguaci del Califfato. A Maramao abbiamo approfondito il discorso con l’esperto di informatica forense Paolo Dal Checco dello studio DiFoB di Torino, il quale ci ha raccontato quali sono le strategie di Anonymous e di come le loro armi facciano paura a ISIS, tanto che il Califfato si sta organizzando per arginare i possibili danni arrecati dagli hacker. Qui sotto l’audio con l’intervista.
Intervista con Paolo Dal Checco

  • Autore articolo
    Disma D. Pestalozza
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