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Denuncia corruzione, costretto a licenziarsi

Lunedì 3 ottobre è stato l’ultimo giorno di lavoro a Ferrovie Nord per Andrea Franzoso.

Ha deciso di licenziarsi, perché le condizioni ‘ambientali’ erano ormai diventate insostenibili. La sua colpa? Aver denunciato la corruzione nell’azienda. Un fatto che lo ha reso bersaglio di mobbing, demansionamenti, isolamento. Non solo dai vertici di Ferrovie Nord, che aveva denunciato, ma anche dai colleghi, che a parte rare e virtuose eccezioni lo hanno scaricato, forse per paura di ripercussioni anche su di loro. Così come i sindacati, che hanno sostenuto poco o niente la battaglia per la legalità di Franzoso. La sua vicenda inizia nel luglio del 2014 quando Franzoso, specializzato in anticorruzione, aveva scoperto che qualcosa non quadrava nei conti di Ferrovie Nord e aveva chiesto una verifica. Da lì l’indagine che scoprì che l’allora presidente Norberto Achille aveva usato circa 600mila euro dell’azienda per spese telefoniche e auto blu per i suoi famigliari, per vestiti firmati e ristoranti di lusso, scommesse online e tanto altro. L’arrivo, al posto del dimesso Achille di Andrea Gibelli, uomo di fiducia del presidente della Regione Roberto Maroni, non cambia la situazione, anzi se possibile la peggiora. Fino all’esito della vicenda: Andrea Franzoso si licenzia.

In Ferrovie Nord non c’è spazio per chi denuncia la corruzione. Ma, nonostante tutto, Andrea Franzoso non ha dubbi: “Se tornassi indietro rifarei tutto quello che ho fatto, passo per passo”, ha detto intervistato nella nostra trasmissione Snooze.

Qui potete ascoltare l’intervista integrale a Andrea Franzoso

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  • Autore articolo
    Alessandro Braga
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    L’Istat ha pubblicato i report sugli scontri stradali, su base regionale (relativi al 2024) e anche alcuni dati sui primi sei mesi di quest’anno. Ci sono meno feriti e meno vittime sulle strade, anche se i numeri restano ancora drammaticamente elevati. Secondo l’Istituto di Statistica nel primo semestre del 2025 i morti sono stati 1310 (si parla di morti per scontri stradali se il decesso avviene entro 30 giorni dall’evento, quindi sono escluse le persone che muoiono, nonostante la causa siano le conseguenze dello scontro, oltre quel limite temporale) contro i 1406 dello stesso periodo dell’anno precedente. I feriti sono stati 111090, anche in questo caso in calo rispetto al 2024, quando erano stati 112428. Gli obiettivi europei sulla sicurezza stradale prevedono il dimezzamento del numero di vittime e feriti gravi entro il 2030 rispetto all’anno di riferimento, che è il 2019. In Italia al momento registriamo una diminuzione del 4,5% (in Lombardia del 12,6). Bisogna ancora fare molto per riuscire a raggiungere l’obiettivo. Uno degli aspetti fondamentali, oltre la diminuzione della velocità, è l’incremento dell’educazione stradale. Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, morto nel 2010 a causa di un omicidio stradale a Firenze ha fondato l’associazione Lorenzo Guarnieri, che da anni si impegna a portare avanti un discorso di educazione. Alessandro Braga lo ha intervistato nella trasmissione Tutto Scorre.

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