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Denuncia corruzione, costretto a licenziarsi

Lunedì 3 ottobre è stato l’ultimo giorno di lavoro a Ferrovie Nord per Andrea Franzoso.

Ha deciso di licenziarsi, perché le condizioni ‘ambientali’ erano ormai diventate insostenibili. La sua colpa? Aver denunciato la corruzione nell’azienda. Un fatto che lo ha reso bersaglio di mobbing, demansionamenti, isolamento. Non solo dai vertici di Ferrovie Nord, che aveva denunciato, ma anche dai colleghi, che a parte rare e virtuose eccezioni lo hanno scaricato, forse per paura di ripercussioni anche su di loro. Così come i sindacati, che hanno sostenuto poco o niente la battaglia per la legalità di Franzoso. La sua vicenda inizia nel luglio del 2014 quando Franzoso, specializzato in anticorruzione, aveva scoperto che qualcosa non quadrava nei conti di Ferrovie Nord e aveva chiesto una verifica. Da lì l’indagine che scoprì che l’allora presidente Norberto Achille aveva usato circa 600mila euro dell’azienda per spese telefoniche e auto blu per i suoi famigliari, per vestiti firmati e ristoranti di lusso, scommesse online e tanto altro. L’arrivo, al posto del dimesso Achille di Andrea Gibelli, uomo di fiducia del presidente della Regione Roberto Maroni, non cambia la situazione, anzi se possibile la peggiora. Fino all’esito della vicenda: Andrea Franzoso si licenzia.

In Ferrovie Nord non c’è spazio per chi denuncia la corruzione. Ma, nonostante tutto, Andrea Franzoso non ha dubbi: “Se tornassi indietro rifarei tutto quello che ho fatto, passo per passo”, ha detto intervistato nella nostra trasmissione Snooze.

Qui potete ascoltare l’intervista integrale a Andrea Franzoso

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  • Autore articolo
    Alessandro Braga
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    È morta Patrizia Arnaboldi. Aveva 78 anni. Storica militante comunista, protagonista del femminismo a Milano e del movimento studentesco, negli anni Ottanta è stata deputata per Democrazia Proletaria. Legata a Rifondazione Comunista, negli ultimi anni ha partecipato a molte battaglie a difesa della città. Una delle ultime, quella legata agli alberi di piazzale Baiamonti. Patrizia Arnaboldi, 50 anni fa, è stata anche una delle firmatarie, davanti al notaio, dell’atto di nascita di Radio Popolare. Ecco il ricordo di Matteo Prencipe, segretario lombardo di Rifondazione Comunista, e di Basilio Rizzo, storico consigliere comunale milanese.

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    Fa troppo caldo: scioperano i lavoratori della Emmegi, che costruisce condizionatori a Cassano d’Adda

    Troppo caldo, lavoratori in sciopero. 36 gradi nel capannone dove si producono componenti per i condizionatori. Il paradosso è che, in quella ditta, si producono scambiatori di calore, componente fondamentale per gli impianti di climatizzazione. Che però, nei capannoni della Emmegi di Cassano d’Adda, non ci sono. La conseguenza, temperature roventi, che superano i 36 gradi, e condizioni di lavoro inaccettabili. Per questo lavoratori e lavoratrici stanno scioperando, per ottenere almeno un po’ di refrigerio, che però al momento viene negato dalla proprietà, che anzi ha incaricato un consulente per farsi dire che “la temperatura è acettabile”. Maurizio Iafreni è Rsu Fiom alla Emmegi e responsabile della sicurezza: (foto Fiom Cgil)

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    Gaza, ipotesi di tregua tra le bombe d’Israele, con Paola Caridi, giornalista, saggista, esperta di Palestina. La trattativa sui dazi e la debolezza dell’Europa, con Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano, editorialista del Sole 24 Ore. Il caso del libro di storia che non piace a Fratelli d’Italia, con uno degli autori del libro, lo storico Carlo Greppi. Milano sempre più cara, chiudono anche i negozi per gli affitti troppo alti: il microfono aperto. Mao Valpiana del Movimento Noviolento ricorda Alex Langer a 30 anni dal suicidio. La quarta puntata di “Racconto Lucano” con Sara Milanese.

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