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TTIP, i retroscena dei negoziati Usa- Ue

Greenpeace svela i retroscena del negoziato sul TTIP, il trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti.

E’ stato il braccio olandese dell’associazione ambientalista a rendere pubblici documenti di cui è entrato in possesso con l’aiuto di un team di giornalisti investigativi. 248 pagine da cui emerge chiaramente come le regole europee a tutela della salute dei consumatori e dell’ambiente non piacciano ai negoziatori americani. E come le richieste delle lobby d’oltreoceano siano talmente pressanti da mettere in discussione la stessa sovranità degli Stati europei.

Ne abbiamo parlato con Andrea Carta, che fa parte dello staff legale di Greenpeace a Bruxelles e per questo ha letto i documenti riservati di cui l’ associazione è entrata in possesso.

“Questi documenti, che si chiamano ‘consolidati’, sono una fotografia dello stato dei negoziati al mese di aprile 2016 e contengono la posizione degli Stati Uniti e quella dell’Unione Europea su ogni capitolo (ad esempio agricoltura, misure fitosanitarie, cooperazione regolamentare) – spiega Carta .

“Ne emerge che gli Usa puntano a ridurre progressivamente, fino ad eliminarle, le nostre regole in materia di protezione della salute, dell’ambiente e di tutela dei consumatori in favore del libero commercio. Ad esempio, sugli Ogm si dice che le procedure per le autorizzazioni devono essere ben definite nei tempi e se una delle parti non rispetta quei tempi deve dare spiegazioni. Ma in Europa le procedure di autorizzazione all’uso degli Ogm richiedono molti anni perchè ci sono studi e valutazioni di impatto. Gli Stati Uniti chiedono anche di semplificare le regole per l’approvazione degli Ogm, e si vorrebbero inserire nel dibattito che al momento è di esclusiva pertinenza della Commissione Europea e dell’ Europarlamento. Ci vedo una sorta di ‘dirottamento’ dei processi decisionali, che in Europa su questo tema sono molto rigidi”.

“Un altro esempio è il principio della cooperazione regolamentare, con cui si vorrebbero inserire interessi non europei e non pubblici nel processo legislativo comunitario. Oggi le leggi europee vengono proposte dalla Commisisone e poi discusse dai Parlamenti nazionali e da quello di Strasburgo. Se passasse il principio della cooperazione regolamentare, la Commissione dovrebbe per prima cosa discutere le proposte di legge con gli Stati Uniti e le imprese interessate dalle norme in discussione – dunque le lobby – e poi sottoporre il risultato di quelle discussioni alle istituzioni democratiche europee”.

Ascolta l’intervista integrale con Andrea Carta di Lorenza Ghidini e Luigi Ambrosio

Andrea Carta

 

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