Oggi è la giornata mondiale contro l’Aids, una giornata istituita dall’Oms a fine anni ‘80, nel pieno della diffusione del virus Hiv che oggi continua a colpire decine di milioni di persone. Secondo l’UNAIDS, il programma delle Nazioni Unite, creato nel 1996 per coordinare e guidare la lotta globale contro l’AIDS, sono 41 milioni le persone viventi con infezione da HIV, delle quali 9 milioni non hanno accesso alle terapie, mentre 1,3 milioni si sono infettati nel 2024. Superare le difficoltà, trasformare la risposta all’AIDS è lo slogan scelto per il 2025, un anno segnato da una forte riduzione degli aiuti internazionali. A causa dei tagli in particolare di quelli imposti da Trump, nei prossimi 5 anni si verificherebbero più di 3 milioni di ulteriori nuove infezioni e un significativo aumento dei decessi. Il traguardo che doveva essere raggiunto nel 2025, ossia che il 95% di tutte le persone con HIV siano rese consapevoli del proprio stato sierologico, che tra loro il 95% accede alle terapie antiretrovirali e che il 95% di chi è in terapia raggiunga la soppressione sierologica appare ancora molto lontano. I servizi di prevenzione rivolti alle giovani donne sono stati più colpiti. Inoltre, vi è stata una forte riduzione nell’accesso ai farmaci per prevenire l’HIV, la cosiddetta profilassi preesposizione. Il rischio è che la corsa agli armamenti riduca ulteriormente gli stanziamenti globali per la lotta all’AIDS.


