Approfondimenti

Agente incriminato per aver sparato a un nero

Sono proseguite per tutta la notte a Chicago le proteste legate al caso di Laquan McDonald, il diciassettenne ucciso dalla polizia il 20 ottobre 2014. La gente è scesa in strada e ha ritmato, ossessivamente, lo slogan “16 shots”, 16 colpi, divenuto il simbolo della richiesta di giustizia per Laquan. Non ci sono stati incidenti, a Chicago, ma la protesta si è diffusa anche ad altre città americane, tra cui Minneapolis, dove ci sono stati quattro feriti.

[youtube id=”Ow27I3yTFKc”]

Il caso di Laquan McDonald occupa da mesi le prime pagine dei giornali americani. Il ragazzo è stato ucciso da un agente di polizia la sera del 20 ottobre. Aveva, da poco, cercato di rubare della autoradio in un parcheggio del Southwest Side di Chicago. La versione ufficiale, sostenuta per mesi dal Dipartimento di polizia, è che McDonald era armato di un coltello. Che avrebbe cercato di attaccare gli agenti, e che per questo è stato abbattuto. Il caso più classico di legittima difesa.

Il video girato da una camera montata su una volante presente al fatto mostra una realtà completamente diversa. Nel filmato si vede il ragazzo camminare nel mezzo di una strada, Pulaski Road. Viene circondato dalle macchine della polizia. Continua a camminare, incerto sulla direzione da prendere. Da una delle volanti escono due agenti armati. Laquan si allontana di qualche metro. Uno dei due agenti comincia a sparare. Un colpo dopo l’altro, sino a quando il ragazzo, a terra, non si muove più. L’altro agente allora si avvicina, raccoglie il coltello tra le mani del ragazzo.

Per un anno la polizia di Chicago si è rifiutata di rendere pubbliche queste immagini, consapevole della possibile reazione da parte di un’opinione pubblica già esasperata per i frequenti episodi di violenza e abusi ai danni degli afro-americani. Alla fine il Dipartimento di polizia ha dovuto cedere, dopo una causa intentata da un giornalista freelance e dal Chicago Tribune, che hanno chiesto di poter visionare il filmato.

Le immagini mostrano la realtà di quello che è avvenuto: un omicidio in piena regola. In nessun momento Laquan McDonald mostra di minacciare gli agenti; in nessun momento mostra un intento aggressivo. L’agente che spara, e che da un anno è stato messo in congedo amministrativo pagato, si chiama Jason Van Dyke, ha 37 anni e viene descritto dai colleghi come un veterano, con un’esperienza di 15 anni alle spalle e moti riconoscimenti e decorazioni. L’uomo era già stato accusato di condotta violenta durante diversi arresti.

Non è un caso che Van Dyke sia comparso in un tribunale di Chicago alcune ore prima della pubblicazione del video incriminato. In questo modo, il procuratore distrettuale Anita Alvarez e le autorità della città hanno cercato di placare le probabili proteste. Van Dyke è stato incriminato per “omicidio di primo grado”. Se riconosciuto colpevole, potrebbe essere condannato a vent’anni di carcere. La moglie di Van Dyke, Tiffany, ha subito aperto una pagina GoFundMe chiedendo ad amici e sostenitori di versare un contributo, per pagare la cauzione e permettere al marito “di essere a casa prima di Natale”. Tiffany descrive il compagno come “un agente pluridecorato e altamente rispettato”.

Nonostante gli appelli alla calma – il sindaco di Chicago, Rahm Emanuel, ha chiesto di “protestare, ma non distruggere” – centinaia di persone sono immediatamente scese per le strade della città. Anche la famiglia del ragazzo morto – che ha già ricevuto 5 milioni di dollari in risarcimenti da parte della città, ancor prima di fare causa – ha chiesto che le proteste si mantengano pacifiche. L’autopsia, effettuata subito dopo la morte di Laquan McDonald, ha mostrato che il ragazzo è stato colpito da 16 colpi, sparati in una sequenza rapidissima. Sette nelle braccia, uno nella mano destra, due nella gamba destra, due nella schiena, due ai fianchi, uno alla testa e uno al collo.

  • Autore articolo
    Roberto Festa
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 11/12 12:31

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 11-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 11/12 10:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 11-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 11/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 11-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 11/12/2025 delle 07:16

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 11-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Musica leggerissima di giovedì 11/12/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 11-12-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di giovedì 11/12/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 11-12-2025

  • PlayStop

    Cult di giovedì 11/12/2025

    Cult è condotto da Ira Rubini e realizzato dalla redazione culturale di Radio Popolare. Cult è cinema, arti visive, musica, teatro, letteratura, filosofia, sociologia, comunicazione, danza, fumetti e graphic-novels… e molto altro! Cult è in onda dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 11.30. La sigla di Cult è “Two Dots” di Lusine. CHIAMA IN DIRETTA: 02.33.001.001

    Cult - 11-12-2025

  • PlayStop

    Pubblica di giovedì 11/12/2025

    La legge elettorale e l'oro di Bankitalia. Le manovre diversive della maggioranza di destra, mentre i conti della legge di bilancio fanno fatica a tornare. Pubblica ha ospitato la costituzionalista Roberta Calvano e l’economista Sandro Trento.

    Pubblica - 11-12-2025

  • PlayStop

    A come Africa di giovedì 11/12/2025

    A cura di Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 11-12-2025

  • PlayStop

    LORENZA GENTILE - LA VOLTA GIUSTA

    LORENZA GENTILE - LA VOLTA GIUSTA - presentato da Ira Rubini

    Note dell’autore - 11-12-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di giovedì 11/12/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 11-12-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di giovedì 11/12/2025

    Francesco Sacchi Capo-progetto Emergency Gaza ci racconta la situazione drammatica degli abitanti della Striscia tra mancanza di farmaci, cibo, restrizioni, attacchi e adesso pure il maltempo che travolge tende e accampamenti. Doron Meinert, colonnello in pensione dell'esercito israeliano e militante di spicco di "Guardare l'occupazione negli occhi" racconta l'attività di Protective Presence con cui si frappongono fisicamente tra le comunità palestinesi e la crescente violenza dei coloni ormai dilagata nella Valle del Giordano (intervista di Martina Stefanoni). Vittorio Agnoletto, dopo il caso San Raffaele, analizza la quantità di disservizi e mancanze della sanità privata senza che la Regione intervenga mai veramente: nel nome della sanità devoluta al profitto. Infine un appello per almeno un gesto di clemenza e umanità per le carceri italiane, lanciato da venti associazione e raccontato per noi da Caterina Pozzi, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti-CNCA: al presidente della Repubblica perché eserciti una consistente concessione di grazie come alcuni dei suoi predecessori e ai magistrati di sorveglianza affinché concedano per questo Natale tutti i giorni di permesso premio disponibili ai detenuti che già ne godono (oltre a continuare a invitare il ministero della Giustizia a umanizzare, come sancito dalla Costituzione e dalle convenzioni per i diritti dell'uomo, e modernizzare l'esecuzione della pena, e ad aprire il più possibile il carcere al mondo del volontariato, alle associazioni, alle cooperative, agli enti locali, alle scuole, alle università).

    Presto Presto – Interviste e analisi - 11-12-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di giovedì 11/12/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 11-12-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di giovedì 11/12/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 11-12-2025

Adesso in diretta