Approfondimenti

Non sono solo canzonette

dittatura

La perversione del Di Maio pensiero -“dall’anno prossimo solo televoto”- e del Salvini pensiero (e ora ci si mette pure il presidente della Rai, Foa) consiste nello sfruttare l’occasione di una kermesse canora per riaffermare sotto traccia un concetto molto più ampio, che nulla ha a che fare con Sanremo, e che è il vero obiettivo della polemica costruita ad arte: la loro idea di “volontà popolare”.

Un’idea che non è affatto “volontà popolare” ma è plebiscito. Il plebiscito non è democrazia, è manipolazione delle masse che favorisce le soluzioni autoritarie. La vera volontà popolare, come egregiamente indica ad esempio la nostra Costituzione, si esprime attraverso tutti gli istituti che mediano la rappresentanza.

Quando tu mortifichi le istituzioni, azzeri il Parlamento, affermi che “il governo è sovrano”, fai appello al “popolo” per farti difendere dalla Legge o per dare forza alla la tua volontà politica, stai minando la democrazia. E il concetto di “popolo” assume il suo contorno più sinistro. Quello della mobilitazione permanente delle masse, tipica delle dittature.

C’è poi un ulteriore piano di realtà, funzionale al progetto: la negazione del valore della conoscenza, della cultura, della funzione dell’esperto. Che siano i medici nella questione vaccini o i giurati nella scelta di una canzone, non cambia nulla. E’ una modalità di “guerra rivoluzionaria” per fare saltare in aria tutti gli ostacoli al raggiungimento del potere. In nome del popolo. Facendo leva su sentimenti irrazionali che purtroppo sono diffusi anche laddove non ce lo si aspetterebbe (“e perché dovrei dar retta a quel signore, solo perché si definisce scienziato?”). Con un prezzo altissimo: la distruzione della competenza, quindi il declino culturale ed economico, e la distruzione della democrazia.

  • Autore articolo
    Luigi Ambrosio
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    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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