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L’italia di Salvini senza diritto e umanità

Matteo Salvini

Pur di raggiungere il risultato – nessuno sbarco di migranti – Matteo Salvini ha deciso di infrangere ogni regola di diritto e di umanità. Il primo obiettivo erano le Ong. Con la complicità degli alleati dei 5stelle e dell’Europa, il Ministro degli Interni ha risolto la questione chiudendo di fatto i porti alle loro navi.

Le ONG non possono più operare. Le vite di migranti perdute a causa di questa politica sono già state decine. Ma questo non è bastato a fermare il flusso nel Mar Mediterraneo. Ci sono navi che raccolgono ancora profughi. Per Salvini un grosso problema. Perché dimostra che il suo teorema sulle ONG era, appunto, un teorema. Per questa ragione, il leader leghista ha deciso di oltrepassare la linea di confine. E ha lanciato chiaro il messaggio: per qualsiasi nave che salverà e accoglierà naufraghi saranno guai. Che siano navi private di qualsiasi nazionalità; che siano addirittura navi della guardia costiera italiana.

La vicenda della Diciotti è emblematica. La nave con a bordo 67 profughi, salvati dal rimorchiatore Von Thalassa e poi trasbordati sull’unità della guardia costiera italiana dopo che i migranti si erano rifiutati di essere riconsegnati ai libici, attraccherà a Trapani dopo che per ore e ore il Viminale ha negato l’accesso a un porto italiano.

Salvini era furioso con il collega di governo Toninelli, il ministro della infrastrutture, perché la Diciotti aveva preso a bordo i profughi e li stava portando in Italia. Ha disertato un vertice a Palazzo Chigi per dimostrare la sua rabbia. E poi, quando ha capito che non poteva impedire l’attracco ha iniziato a criminalizzare i profughi a bordo dicendo che devono andare in galera perché si sono rifiutati di essere riportati in Libia. Verranno arrestati anche donne e bambini? O solo un paio di “facinorosi” come li ha definito il ministro Toninelli?

Salvini li accusa di aver tentato di dirottare con la violenza il rimorchiatore che li aveva salvati. Il ministro degli interni ha già preso il posto della magistratura? In tutta questa storia, Salvini è passato con una ruspa sopra alcune elementari regole. Salvare le persone in difficoltà è una delle leggi del mare; non riportarli in Libia (respingimento) è una norma del diritto internazionale; accogliere in Italia un gruppo di profughi su di una nave italiana (territorio italiano) è un dovere imposto dalla giurisprudenza; accusare un gruppo di persone e chiedere che vengano imprigionate senza che la magistratura abbia aperto e chiuso un’inchiesta sulle eventuali responsabilità penali dei singoli è un atto da Stato di polizia e non di diritto.

Su tutto questo è passato Matteo Salvini. Su tutto questo e su ogni principio di umanità. Lo ha fatto perché solo stracciando il diritto e seppellendo la pietas può tentare di imporre la sua linea politica sull’immigrazione. Conte non esiste, i 5 stelle lo lasciano fare, l’Europa gli strizza l’occhio, l’establishment (compresi tanti giornalisti e intellettuali) lo comprendono, i sondaggi lo premiano, la maggioranza degli italiani applaude. Nave dopo nave, carico di esseri umani dopo carico di esseri umani, naufragio dopo naufragio, regola stracciata dopo regola stracciata, nel Mediterraneo stiamo perdendo l’orizzonte della nostra civiltà e assistiamo quasi con distacco al diffondersi di una cappa mefitica che lentamente sta coprendo tutto: le nostre menti, le nostre norme anche le nostre istituzioni.

Matteo Salvini rischia di diventare il nuovo biografo di questa nazione, l’ennesimo in grado di interpretare quel disprezzo sottile per le regole e quella voglia di atteggiamenti muscolari che pervade da sempre parte della società italiana. La questione non è demonizzare lui, ma riuscire a scrivere un’altra storia sull’Italia del presente. Molti ci stanno provando. Il capitolo che racconta dei 67 profughi e del loro viaggio sul rimorchiatore Von Thalassa e poi sulla nave Diciotti, nella sua ormai feroce banalità, è forse uno dei più importanti.

Matteo Salvini
Foto dal profilo FB di Matteo Salvini https://www.facebook.com/salviniofficial/
  • Autore articolo
    Michele Migone
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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    Poveri ma belli - 01-07-2025

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    E’ morto l’architetto Francesco Borella, per tanti il papà del Parco Nord Milano. Lo ha diretto per venti anni dagli inizi degli anni ‘80, quando lo ha progettato insieme al paesaggista Adreas Kipar. Cava dopo cava, orto spontaneo dopo orto spontaneo, aziende agricole in dismissione dopo aziende agricole a fine ciclo, ha rigenerato e riconesso con percorsi ciclopedonali l’ampia area che tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo si estende a Cusano Milanino, Cormano e ai quartieri milanesi di Affori, Bruzzano, Niguarda e Bicocca. Un parco che negli anni ‘70, quando è stato voluto con le mobilitazioni popolari, sembrava impensabile che potesse avere le presenze che ha il più noto e storico Parco di Monza. Fabio Fimiani ha chiesto un ricordo dell’attuale presidente del Parco Nord di Milano, Marzio Marzorati. Radio Popolare si stringe affettuosamente con un abbraccio ai figli Joanna, Cristiana, Giacomo e Sebastiano Borella.

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    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi. Enrico Gabrielli è stato il secondo ospite che ha raccontato quali sono i suoi vinili di riferimento: polistrumentista, compositore e arrangiatore, ha collaborato con artisti come Muse e PJ Harvey, e fa parte dei gruppi Calibro 35, Winstons e Mariposa (in passato anche negli Afterhours). Complessivamente compare in oltre 200 dischi. Ha anche suonato il flauto traverso nella sigla di Dodici Pollici.

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