Approfondimenti

La bufala dell’invasione degli stranieri

Matteo Salvini

In Italia e in Europa non c’è alcuna invasione da parte degli immigrati. Anzi, gli stranieri sono troppo pochi. Per le esigenze della nostra economia, dovrebbero essere di più. La destra radicale, da Trump negli Stati Uniti a Orban in Ungheria a Salvini in Italia, campa su una serie di bugie. Tra queste, l’idea che gli immigrati stiano invadendo i nostri Paesi.

Salvini usa una terminologia mutuata direttamente dalla destra neofascista, quando afferma che saremmo di fronte a una ‘sostituzione etnica’. Nulla di più falso. Come sostiene Alessandra Ghisleri di Euromedia Reserach, intervistata da Radio Popolare, la narrazione dell’immigrazione coincide con quello che le persone vedono:

“Il fenomeno dell’immigrazione viene interpretato dagli italiani come ‘quello che vedono’, ciò che è visibile ai nostri occhi. È il bivaccare alle stazioni, sono le notizie dei furti, le notizie di cronaca nera come il caso di Macerata con la ragazzina uccisa. Non vediamo il resto, non vediamo l’integrazione perché l’integrazione non viene raccontata. C’è una narrativa che coincide con ciò che di negativo si vede, ecco perché viene fatto il connubio immigrati uguale aumento di insicurezza e criminalità”.

Oggi è la giornata mondiale del rifugiato e abbiamo intervistato la responsabile per i servizi all’immigrazione della Comunità di Sant’Egidio, Daniela Pompei.

Le prime bozze dell’accordo sull’immigrazione in vista del vertice europeo di fine mese ipotizzano la creazione di campi di oltremare per la selezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Come valuta questa possibilità?

“Se equivalessero a condizioni più dignitose si potrebbe ipotizzare, manca però un tratto significativo: non si parla mai di modalità di ingresso legali nei Paesi dell’Unione Europea. Se non si danno possibilità di ingressi regolari vuol dire che c’è la volontà di non farli entrare e non possiamo essere d’accordo”.

Si sta ipotizzando una soluzione che tenga lontane le persone dall’Europa?

“Sì. In ogni caso c’è un problema serissimo che riguarda l’Italia e molti Paesi europei, il problema demografico. Siamo in diminuzione di popolazione e di popolazione giovane, di lavoratori, da ormai 5 o 6 anni. Abbiamo bisogno di lavoratori. Serve la possibilità di strutturare gli ingressi regolari di chi viene per motivi economici. E si tratta di dare possibilità di ingressi regolari a coloro che scappano dalle guerre. I più numerosi sono i siriani. Bisogna trovare modalità di ingresso legali per tutti, per i richiedenti asilo, noi lo abbiamo fatto con i corridoi umanitari e speriamo di poterlo continuare a fare, e poi bisogna farlo per i rifugiati e per i migranti economici”.

L’Europa che guarda a destra, invece, va nella direzione opposta. Oggi l’Ungheria di Orban mette in Costituzione il divieto di immigrazione per motivi economici.

“In Europa a partire dal 2016 c’è stata una diminuzione di richieste di asilo del 45 per cento. Nel 2017 hanno fatto domanda di asilo politico 700mila persone in tutti i 27 Paesi della Ue che hanno 500 milioni di abitanti. In Italia abbiamo una diminuzione consistente degli sbarchi e delle richiesta di asilo politico”.

Insomma non c’è alcuna invasione…

“Assolutamente no, è un fenomeno governabile dagli Stati, io spero che anche nel vertice a 4 di domenica prossima (tra Germania, Francia, Italia e Spagna-ndr) si possa arrivare a una gestione adulta di un fenomeno da controllare nella maniera migliore. I corridoi umanitari che abbiamo creato dimostrano che si possono creare vie legali all’ingresso che garantiscano sicurezza ai migranti e ai cittadini europei. E’ possibile fare in un altro modo”.

Matteo Salvini
Foto dal profilo FB di Matteo Salvini https://www.facebook.com/salviniofficial/
  • Autore articolo
    Luigi Ambrosio
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    L'abbiamo scoperto con l'EP "Somewhere only we go" e oggi a Volume abbiamo avuto modo di conoscere meglio la storia di questo cantautore nigeriano, che si è poi formato musicalmente in Ghana: "Nel corso degli anni le nostre musiche si sono fuse: l'highlife ghanese, il palm-wine, il folk di Kumasi, il suono contemporaneo della chitarra. Ho potuto unire questi due mondi, mescolandoli con le radio occidentali che ascoltavo da ragazzo". Il risultato è un folk pop pieno di anima e di profondità: "Il mio obiettivo non è solo una carriera internazionale, ma costruire qualcosa in Africa. Voglio creare una struttura che funzioni per artisti come me, gente con una chitarra o un tamburo, artisti contemporanei che non hanno modo di raggiungere il loro pubblico". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Tommy WA.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

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    Il commento alla classifica di NME dei migliori album del 2025, l'intervista al musicista nigeriano Tommy Wà a cura di Niccolò Vecchia e la storia di Jesse Welles, da fenomeno social a uno dei cantautori americani più apprezzati del momento.

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