Approfondimenti

Zuckerberg al Congresso USA

Oggi il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg sarà ascoltato in un’audizione al Congresso USA sullo scandalo Cambdrige Analytica. Zuckerberg porterà una memoria difensiva.

Ieri Facebook ha sospeso un’altra società, Cubeyou, che raccoglieva dati degli utenti a scopo di profilazione.

Andrea Signorelli, giornalista, esperto della rete, lancia una provocazione: nazionalizzare i dati che ciascuno di noi sparge su Internet, in particolare sui social network, per contrastare il monopolio dei colossi del web.

Daniele, tu scrivi su diverse testate italiane di questi temi e io ho qui davanti a me il pezzo scritto su Wired dove poni una domanda: “I dati sono il nuovo petrolio. E se li nazionalizzassimo? Cioè se noi non li lasciassimo più nelle mani di queste grandi società private sempre più potenti proprio perchè hanno il monopolio della elaborazione dei dati di ciascuno di noi. Partiamo proprio dal caso di Cubeyou:

Sicuramente c’è un’assonanza. Anche il lavoro di Cambdrige Analytica nasce dagli studi psicometrici della Cambridge University, tanto è vero che il ricercatore che per primo ha ottenuto quei dati da Facebook, Aleksandr Kogan, è un ricercatore che lavora lì. Sicuramente ci sono tantissime assonanze, quello che va capito è che il nocciolo della questione è sempre lo stesso: perché Facebook interrompe i rapporti con Cubeyou? Per quanto riguarda Cambdrige Analytica lo sappiamo, perchè i dati li ha ottenuti da questo ricercatore, dice Facebook, violando i termini dell’accordo che era stato stipulato dagli utenti, che quei termini non li avevano neanche letti, e che dovevano essere utilizzati soltanto per scopi accademici e non per propaganda politica.
In questo caso probabilmente sarà successo qualcosa di simile, sarà stata sospesa perchè evidentemente i termini sono stati violati. L’aspetto fondamentale è uno: ottenere i dati di terze parti come queste due società di cui stiamo parlando, che ottengono i dati utilizzando i vari quiz, non stanno facendo nulla che non sia esattamente la ragione per cui Facebook consente loro di fare questi quiz. Ora sembra che si stia parlando di furto o di hackeraggio nel caso di Cambdrige Analytica: non è un furto, è proprio la ragione per cui questi quiz vengono fatti e la ragione per cui Facebook permette che vengano fatti, la raccolta dei dati a scopo di profilazione. Ovviamente quando un rapporto si interrompe, e adesso Facebook ha le antenne estremamente dritte, è perchè sono andati a dare un’occhiata ai termini e alle condizioni e qualcosa non tornava. Ma quello è esattamente il business di Facebook: raccoglie dati per sé per profilare la pubblicità e permette ad altri di ottenere quei dati per poi rivenderli o riutilizzarli a seconda di quali sono i termini.
Insomma ogni volta che qualcuno ha fatto un quiz tipo “Somigli di più a Napoleone o a Marx“, l’obiettivo era sempre lo stesso.

Tu proponi una nazionalizzazione di quei dati

È una provocazione. Non parlo di nazionalizzare le società che utilizzano questi dati, ma mi riferisco alla nazionalizzazione dei dati stessi. Perchè dobbiamo essere così passivi e perchè dobbiamo consentire che i nostri dati vengano utilizzati dandoci in cambio servizi gratuiti? Rispetto al valore economico che questi dati aggregati e presi in massa hanno, noi accettiamo di avere in cambio la posta gratuita, di avere Gmail, di avere Google, strumenti fondamentali dei quali nessuno di noi potrebbe più fare a meno. Dovremmo invece nazionalizzare i nostri dati. I dati sono di nostra proprietà, la mia idea è proprio quella di proprietà del singolo individuo, oppure vanno trattati come il petrolio nel caso di accordi stipulati tra nazioni e società che estraggono il petrolio: io ti do il permesso di ottenere questi dati e tu in cambio mi paghi una parte. Ci sono esempi virtuosi in Alaska, in Scozia e sicuramente anche in Norvegia, dei proventi del petrolio che venivano utilizzati per dei fondi, nel caso della Norvegia, per agevolare economicamente gli studenti universitari.

Ma in questo caso i soldi a chi andrebbero, al singolo utente o al Paese di appartenenza di quell’utente?

Ovviamente sono questioni complesse e non dimentichiamoci che stiamo facendo una provocazione per provare a spostare un po’ più in là il discorso, invece di fermarci sempre e solo alla pietra dello scandalo, e capire invece quali soluzioni si possono ottenere anche viaggiando un po’ con la fantasia. Noi sappiamo che Facebook grazie all’utilizzo dei dati estratti dagli utenti italiani, che sono circa 30 milioni quindi non pochissimi, ha potuto guadagnare una certa cifra e deve quindi versare allo stato italiano, nel caso della nazionalizzazione, una parte di questi proventi. Questi proventi poi potranno essere redistribuiti alle persone o investiti in fondi per la società. Io penso che già che siamo arrivati fin qui, almeno a livello teorico, possiamo fare un altro passo in avanti e pensare che oggi ci sono innovazioni tecnologiche che almeno teoricamente ci permettono di conservare i nostri dati, automatizzare il processo di compravendita e rendere quindi i dati una nostra proprietà. Decidiamo noi in che termini, quali, quando e a chi vendere, scambiare, a che prezzo, in base a quali patti. Secondo me in questa questione dei dati viene dato per scontato il modo in cui vengono utilizzati perchè all’inizio, parlo di quando sono nati i vari Google, Facebook e quelli che li utilizzano, nessuno ci capiva nulla, nessuno lo sapeva, era solo una cosa da nerd e da ingegneri della Silicon Valley. Adesso però sappiamo tutto, è come per la proprietà intellettuale che difendiamo tanto: la proprietà intellettuale è nostra e chiunque voglia utilizzarla deve scendere a patti con noi. I nostri dati personali sono altrettanto importanti e dovrebbero essere trattati in modo molto più simile alla proprietà intellettuale.

È vero però che ormai siamo in un mondo in cui i nostri dati personali vengono utilizzati da più parti, pensa anche all’Internet delle Cose. Qualunque passo facciamo viene tracciato e questi dati vengono raccolti, c’è un po’ poco da fare. Puoi anche nazionalizzare questi dati o pensare a qualunque altra soluzione, ma se qualcuno di molto grande e molto potente vuole raccogliere questi dati lo fa

Sì certo, lo fa e lo fanno perchè gli è stato consentito. La soluzione migliore per me non è quella di cancellarci da Facebook o boicottarci. Allo stesso tempo per come stanno andando adesso le cose sta venendo fuori qual è il prezzo che noi paghiamo in termini di invasione della privacy o altre cose. Secondo me questo può essere un nuovo orizzonte che vale la pena valutare, perchè almeno sposta il discorso un po’ più in là. Con l’Internet delle Cose, come giustamente notavi tu, la questione peggiorerà ulteriormente e secondo me a maggior ragione bisogna continuare a rifletterci e ad immaginare alternative.

occhio facebook

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    GR giovedì 28/03 18:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 28-03-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 28/03/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 28-03-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 28/03/2024 delle 7:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 28-03-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Playground di giovedì 28/03/2024

    A Playground ci sono le città in cui abitiamo e quelle che vorremmo conoscere ed esplorare. A Playground c'è la musica più bella che sentirai oggi. A Playground ci sono notizie e racconti da tutto il mondo: lo sport e le serie tv, i personaggi e le persone, le ultime tecnologie e le memorie del passato. A Playground, soprattutto, c'è Elisa Graci: per un'ora al giorno parlerà con voi e accompagnerà il vostro pomeriggio. Su Radio Popolare, da lunedì a venerdì dalle 16.30 alle 17.30.

    Playground - 28-03-2024

  • PlayStop

    Sapore Indie 25 - 28/03/2024

    1. Water Tanks - I Hate My Village 2. Y.A.A.M. - Marie Davidson 3. Life Starts Tomorrow - A Toys Orchestra 4. Opus - Lightning Bug 5. Disposition - Sam Akpro 6. Light - Maria Chiara Argirò 7. Ask Me Now - Mewn 8. La nostra Prova di Danza - Lamante 9. Over When It’s Over - Lucy Rose 10. Ma Tau Wai Road - Bolis Pupul

    Sapore Indie - 28-03-2024

  • PlayStop

    Jack di giovedì 28/03/2024

    Per raccontare tutto quello che di interessante accade oggi nella musica e in ciò che la circonda. Anticipazioni e playlist sui canali social di Matteo Villaci.

    Jack - 28-03-2024

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di giovedì 28/03/2024

    Per riascoltare Considera l'armadillo noi e altri animali che oggi ha ospitato Giovanni Leghissa, Massimo Filippi e Bianca Nogara Notarianni per parlare dell'ultimo numero della rivista @Aut Aut Filosofia, edito da @Il Saggiatore, dedicato a La filosofia davanti al massacro degli animali, ma anche fi Flaco il gufo reale di New York e delle cause della sua morte e scopriamo che Giovanni voleva essere gatto.

    Considera l’armadillo - 28-03-2024

  • PlayStop

    Tre piedi su quattro nella fossa

    quando da veri matusa discorriamo di pensioni con i giovini Yana e Amir, ci connettiamo con il Bello Notizie edizione Papere Giganti, assoldiamo l'illustre Dindini della Cedola come terzo Destiny Boy e ci colleghiamo col mercante di diamanti Silvio di ritorno da Mumbay

    Poveri ma belli - 28-03-2024

  • PlayStop

    Cult di giovedì 28/03/2024

    Oggi a Cult: Lucia Ronchetti illustra la Biennale Musica 2024; Leonarda Saffi illustra Teatro Munari di Milano l'anteprima dello spettacolo di danza contemporanea "InFesta"; Antonio Albanese e Virginia Raffaele nel film "Un mondo a parte", girato nelle montagne abruzzesi; la rubrica di lirica di Giovanni Chiodi...

    Cult - 28-03-2024

  • PlayStop

    Pubblica di giovedì 28/03/2024

    Quando le povertà dei padri e delle madri ricadono sui figli e sulle figlie. In Italia il titolo di studio dei genitori condiziona le opportunità di di vita dei minori. La povertà educativa è diventata di fatto ereditaria. Sono gli ultimi dati dell’Istat a raccontare questa ingiustizia. Il 34% dei figli di genitori con un titolo di studio inferiore o uguale alla licenza media vive in condizione di “deprivazione materiale e sociale”. La percentuale crolla al 3% se i genitori sono laureati. L'ereditarietà della povertà educativa è anche un tradimento di un principio fondante della Repubblica. L’articolo 3 della nostra Costituzione, la seconda parte, assegna un compito preciso allo stato, e cioè quello di “rimuovere gli ostacoli” che limitano di fatto l’uguaglianza tra i cittadini. Un compito evidentemente non svolto, vista la permanenza della disuguaglianza. Pubblica ha ospitato oggi la sociologa Chiara Saraceno.

    Pubblica - 28-03-2024

  • PlayStop

    Tutto scorre di giovedì 28/03/2024

    25 aprile: l'appello del Manifesto per una "giornata nazionale a Milano". La vostra opinione. Condotto da Massimo Bacchetta

    Tutto scorre - 28-03-2024

  • PlayStop

    Giorni migliori di giovedì 28/03/2024

    Cosa chiedono (e come) gli studenti che stanno protestando nelle Università italiane per la Palestina (e che sono diventati il nemico pubblico numero uno leggendo alcuni organi di stampa), ce lo spiegano tre di loro: Camilla Piredda, coordinatrice nazionale Unione degli universitari, Barbara Morandi coordinatrice di Link studenti indipendenti e Olivia di Progetto Palestina, collettivo dell'università di Torino. Massimo Alberti ci spiega i dati sulla povertà, mai così alti, le nuove povertà al Nord, il disinteresse del governo (tanto non votano). Antonio Verona, responsabile mercato del lavoro della CGIL di Milano, spiega come un terzo dei lavoratori della città metropolitana sia povero (il lavoro c'è ma non basta a mantenersi e sempre più giovani lo rifiutano). Misha Maslennikov di Oxfam, rilancia la campagna Tax The Rich (firmate anche voi!) e promuove un sondaggio per capire quanto sia vicino o lontano il governo dai vostri bisogni. Cosa farete il 25 aprile? Noi come sempre saremo in piazza e stavolta con l'appello de Il manifesto speriamo di essere ancora di più, Lorenza Ghidini racconta la nostra adesione all'appello e Alessandro Braga riprende le posizioni di Cgil e Anpi.

    Giorni Migliori – Intro - 28-03-2024

  • PlayStop

    MICHELE SANCISI - WALTER 100%

    MICHELE SANCISI - WALTER 100% - presentato da Barbara Sorrentini

    Note dell’autore - 28-03-2024

Adesso in diretta