Approfondimenti

Dissequestrata la nave Open Arms

La nave della Ong Proactiva Open Arms non è più sotto sequestro, lo ha deciso il Gip di Ragusa.

La Open Arms è ormeggiata a Pozzallo dal 18 marzo scorso dopo l’ultima operazione di soccorso.

Abbiamo intervistato Riccardo Gatti, portavoce della Ong Open Arms:

La nave per ora rimane ormeggiata a Pozzallo perché ha subito dei danni, ci dice, e continua:

È caduto il sequestro, però le persone continuano ad essere indagate dalla Procura di Ragusa per favoreggiamento all’immigrazione clandestina, mentre sappiamo che anche Catania continua la sua investigazione contro l’ONG e sull’associazione per delinquere. Questo lo sappiamo perchè la Procura di Catania va avanti da un paio di anni investigando tutte le ONG, tra cui Open Arms.

Adesso che cosa farete?

Oggi partirà già l’Astral, l’altro veliero che abbiamo, partirà tra qualche ora per andare a lavorare nella zona SAR. D’altra parte la Open Arms era già programmata per andare in secca per dei lavori di manutenzione, doveva andare proprio dopo la missione che è stata fermata al porto di Catania. Da lì poi dovremo vedere che tipo di danni ha subito a Pozzallo perchè ci sono state giornate di mare grosso ed è stata ferma così tanto. Dobbiamo vedere un po’ quello che c’è da fare. Perciò la Open Arms va in secca, l’astrae parte oggi per andare a Malta e da lì nella zona SAR a soccorrere e stiamo anche cercando un’altra nave e continueremo a cercarla.

Quindi non avete intenzione di mollare

No no, ma non abbiamo mai avuto l’intenzione di mollare. Il tempo passato dal sequestro ad ora è stato giusto il tempo necessario per poter mettere in marcia l’altra nave, Astral. Fermarsi no, tra l’altro anche la capomissione e il comandante potranno imbarcare ancora. Sono indagati, ma non hanno nessuna misura coercitiva. Il problema è che il dissequestro della nave è una bellissima notizia, ma noi siamo mediamente contenti: quello che vogliamo è che cadano le accuse, che sono comunque molto gravi. Intanto continuiamo a lavorare

Questo stop obbligato l’avete vissuto come un avvertimento?

No, sinceramente non un avvertimento, ma solo un altro passo in questa guerra dichiarata alle ONG, un altro modo per cercare di toglierci di mezzo, perchè quello che è evidente è che le ONG mostrano quello che sta succedendo nel Mediterraneo centrale, come opera la Guardia Costiera Libica, che poi appunto è pagata e quasi diretta dall’Italia. Ricordiamo che il Tribunale dell’Aia ha aperto un’investigazione sulla guardia costiera libica per crimini contro l’umanità. Noi siamo dei testimoni scomodi, perciò quello che abbiamo visto è che è stato un altro passo in questa guerra contro le ONG

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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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