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Governo diviso sui vaccini obbligatori a scuola

Troppo precipitosa l’iniziativa della ministra Lorenzin e per ora Palazzo Chigi frena.

Il Governo, infatti, ha fatto sapere che al Consiglio dei ministri di venerdì 12 maggio non ci sarà all’ordine del giorno un decreto legge che preveda l’obbligo di vaccinare i bambini per iscriverli a scuola, a cominciare dall’asilo nido e per tutti gli altri gradi.

Ma Renzi non sembrerebbe molto d’accordo allo stop, perché teme che venga percepito come una marcia indietro. “Va dato un segnale chiaro e che il decreto venga fatto il prima possibile”, dice il suo portavoce Michele Anzaldi. L’annuncio di un testo pronto era stato dato dalla ministra della Salute, che del resto da tempo insiste per l’iscrizione alle scuole solo per i bambini vaccinati.

Nel corso di un’intervista era apparsa molto determinata: “Ho pronto un testo, l’ho mandato a Gentiloni e domani sarà al Consiglio dei ministri”.

L’aumento dei casi di morbillo, 200 per cento in più quest’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ha accentuato la sua campagna pro vaccini, e questi numeri del resto hanno anche allarmato la stampa internazionale: il New York Times ha definito la campagna no vaccini dei Cinque stelle come “pericolosa”.

Lorenzin però non ha tenuto conto delle perplessità nel governo e dei dubbi da parte della ministra all’istruzione Fedeli, visto che l’obbligo ai vaccini potrebbe creare delle contrapposizioni tra il diritto alla salute e quello all’istruzione. La ministra Fedeli ha fatto sapere che c’è un gruppo che lavora da due mesi  sul decreto, ma “che si deve trovare il modo nel contempo di garantire anche il diritto costituzionale all’istruzione”.

E, probabilmente, ci si è accorti che un decreto legge di immediata attuazione in tutte le regioni va gestito meglio e con maggior cautela.

Il decreto dovrebbe prevedere, secondo la ministra alla Salute, l’obbligo sin dall’asilo nido e poi nelle scuole obbligatorie, con un piano di vaccinazione che si aggiorna anno per anno.

Molte regioni lo hanno attuato, ad esempio in Emilia Romagna vige l’obbligo, così come si stanno muovendo ora la Lombardia e il Piemonte.

E in Piemonte la notizia è di stretta attualità: in regione se ne sta discutendo e i genitori contrari all’obbligo stanno intasando la mail della regione con  messaggi contrari.

A livello della conferenza Stato-Regioni, il responsabile per la salute ha fatto sapere che non c’è nessuna contrarietà alla legge, anzi da un certo punto di vista un decreto valido per tutti toglie alle regioni un problema in più da gestire e risolvere.

  • Autore articolo
    Anna Bredice
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

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    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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