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I minori non accompagnati non saranno più espulsi

Con una larghissima maggioranza, da oggi i minori stranieri che arrivano soli in Italia avranno una tutela particolare, che li mette al riparo dall’ espulsione e dalla lunga permanenza nei centri di identificazione, dove l’organizzazione spesso confusa e l’approccio emergenziale rischiano di farli sparire, facendoli diventare minori  irrintracciabili, a rischio di finire nella rete di organizzazioni criminali.

E’ stata una legge costruita dal basso, sulla spinta delle proposte e delle richieste presentate negli anni dalle associazioni che si occupano di minori. Perché si tratta di un fenomeno di non pochi numeri: l’anno scorso i minori non accompagnati sono stati oltre 25 mila, nei primi mesi di quest’anno circa tremila.

Arrivano soli in italia, a volte hanno solo 11-12 anni, i più grandi partono da soli, alla ricerca di un posto più sicuro dei loro paesi, pagando soldi che le loro famiglie hanno chiesto in prestito, e con la speranza di essere raggiunti da loro. Purtroppo negli anni sono arrivati anche bambini di pochi anni, soli, perché nelle traversate gestite dai trafficanti di esseri umani hanno perso i loro genitori.

La legge stabilisce che la gestione dei ragazzi andrà in capo allo Sprar, il sistema di protezione per i richiedenti asilo, assicurando quindi ai Comuni che dovranno gestire l’accoglienza un supporto economico, regole precise, ma soprattutto una legge dello Stato che dovrà evitare ciò che spesso accade e cioè un’accoglienza a macchia di leopardo, funzionante laddove ci sono sindaci e comuni virtuosi, lacunosa dove mancano progetti e ospitalità.

La prima permanenza nei centri appositi per minori dovrà durare poco, non oltre i 30 giorni, perché è in quella fase che i ragazzi spariscono: seimila sono scomparsi nel nulla, sedotti da prospettive di lavoro che poi diventa sfruttamento dei caporali, e il pericolo della tratta e della prostituzione per le ragazze, a volte giovanissime. Nei trenta giorni di tempo dovranno essere identificati, saranno riconosciute le loro generalità e soprattutto l’età, aprendo un registro nazionale, che consentirà facilmente di rintracciarli e sapere cosa ne è di loro.

La legge garantisce per i minori stranieri diritti uguali ai minori italiani, il diritto all’istruzione, alla salute e ad un’abitazione dignitosa.  E dopo la prima accoglienza, è previsto l’affidamento dei ragazzi presso le famiglie affidatarie, attraverso i tutori, il cui elenco è gestito dal Tribunale dei Minori.

Una legge di grande rilevanza, forse la migliore in Europa, a cui hanno lavorato in molti, ma ora la sfida è l’applicazione concreta, fornire gli strumenti necessari ai territori, agli amministratori locali per sviluppare dei progetti a lungo termine in grado di andare al di là del sistema di prima accoglienza, occupandosi della tutela psicologica, educativa e legale dei minori, per un percorso di inserimento nel tessuto sociale e lavorativo in italia.

  • Autore articolo
    Anna Bredice
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    Un anno di Trump (dopo i primi quattro dal 2016). Il 6 novembre 2024 il tycoon veniva rieletto alla Casa Bianca con una maggioranza risicata, poco più di 2 milioni di voti su 156 milioni di schede votate. In un anno Trump ha trasformato il declino di una superpotenza - gli Stati Uniti degli ultimi anni - in una forza aggressiva contro paesi e principi che erano stati amici dal dopoguerra ad oggi. Trump e il tramonto della relazione privilegiata americana con l’Europa; Trump e il tramonto delle garanzie democratiche dello stato di diritto. Nel primo anniversario del ritorno di Trump alla Casa Bianca è arrivata l’elezione del sindaco di New York Zohran Mamdani. Ecco un passaggio del suo discorso della vittoria: «la saggezza convenzionale direbbe che sono ben lontano dall’essere il candidato perfetto. Sono giovane, nonostante i miei sforzi per invecchiare. Sono musulmano. Sono un socialista democratico. E, cosa ancora più grave, mi rifiuto di chiedere scusa per tutto questo». Pubblica ha ospitato Ida Dominijanni, giornalista e saggista, fa parte del direttivo del Centro per la Riforma dello Stato. Ha insegnato filosofia politica e teoria femminista all’università di Roma Tre ed è stata ricercatrice alla Cornell University (NY).

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    A Belèm in Brasile lunedì si apre la Cop30 per il clima per cercare di tenere insieme la lotta al riscaldamento globale sotto i colpi del negazionismo di Trump e delle guerre; insieme alla Cop nella città amazzonica si riuniscono migliaia di rappresentanti di movimenti e organizzazioni sociali per elaborare proposte sulla crisi climatica, a partire da quelle relative all'Amazzonia e ai popoli che la abitano. Si chiama Cupola dos Povos ovvero "cupola dei Popoli", e non è la prima volta che si riunisce anzi, è una tradizione. Come ci racconta una delle leader del movimento indigeno brasiliano Sila Mesquita Apurina intervistata da Sara Milanese.

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    Gaza, l’Onu chiede cibo e tende per l’inverno, ma Israele continua a demolire edifici con raid aerei “A Gaza mancano cibo e rifugi, bisogna aprire il valico di Rafah”: è l’ennesimo appello che l’Onu rivolge a Israele. A quasi un mese dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, nella Striscia entra ancora solo una minima parte degli aiuti previsti; le agenzie umanitarie denunciano che Israele impedisce l’ingresso anche a tende, coperte e rifugi. I palestinesi della Striscia, in gran parte sfollati, non sono in condizione di affrontare la stagione fredda che si avvicina. L’esercito però, in violazione del cessate il fuoco, continua l’opera di demolizione degli edifici: dall’alba sono in corso raid aerei sui quartieri orientali di Gaza City. A livello diplomatico intanto gli Stati Uniti, intanto, portano avanti il loro piano per Gaza presso il consiglio di sicurezza dell’Onu: nelle scorse ore la risoluzione che autorizza la Forza internazionale di stabilizzazione è stata presentata anche ai paesi arabi coinvolti nel processo di mediazione tra Hamas e Israele. Da Deir al Balah, la testimonianza di Nicolò Parrino, responsabile logistica di Emergency a Gaza, intervistato da Chawki Senouci.

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