Approfondimenti

Anatomia dello Stato Islamico

Estate 2014. Il sedicente Califfato di Abu Bakr al Baghdadi è appena nato. Abu Abdullah al Masry è uno dei suoi ideologi: un “venerabile” che porta il suo nome, riporta il sito Islam21c.com, avrebbe poi lasciato lo Stato Islamico a causa della deriva del califfato nei confronti del popolo siriano. Forse proprio lo stesso Abu Abdullah al Masry che si trova in calce al manuale per i funzionari dello Stato nascente: Principi nell’amministrazione dello Stato Islamico, pubblicato tra giugno e ottobre dello scorso anno. Lo pubblica The Guardian in esclusiva, grazie all’aiuto di un ricercatore di 23 anni del Middle East Forum, Aymenn Jawad Al-Tamimi. Al-Tamimi è un cacciatori di jihadisti in rete, tra i più quotati nei media di tutto il mondo.

Principi nell’amministrazione dello Stato Islamico è un manuale diviso in dieci capitoli: la dichiarazione del Califfato, l’organizzazione individuale e in gruppi, l’amministrazione dei campi di allenamento, la direzione amministrativa, l’organizzazione delle province, l’amministrazione della ricchezza, l’amministrazione dei progetti d’impresa individuale, la gestione del sistema educativo, la gestione delle relazioni tra individui, l’amministrazione dei media. Il testo è una radiografia dello Stato nascente e dei suoi obiettivi futuri.

Il Califfato del Grande Fratello

Tutto il sistema dello Stato Islamico si fonda su una macchina amministrativa onnipresente. Un Grande Fratello in salsa fondamentalista: ogni singolo comportamento deve essere in linea con il Corano, ovviamente, utile “alla stabilità” e “alla prosperità” dello Stato Islamico. “I gruppi jihadisti in Iraq e Siria hanno vissuto umiliazioni in attesa di un promesso aiuto occidentale, fino a quando non hanno preso possesso di ampi territori e delle loro ricchezze”, si legge nel documento. Per la gestione di queste ricchezze serve un’”amministrazione che gestisca interessi e crisi” che richiede “un piano che ne garantisca la forza e l’indipendenza”. Questo piano si realizza con il monopolio della gestione di petrolio, gas, oro e risorse fondamentali per lo Stato Islamico.

Lo Stato è ricco anche per la sua conformazione: montagne, terre fertili, mare e fiumi. I sunniti ne sono stati privati dai tempi degli accordi sull’Asia Minore di Skyes-Picot (1916), si legge ne documento: “le montagne sono state date ai curdi, ai drusi e agli alawiti, mentre il mare è stato assegnato ai rafiditi (corrente maggioritaria degli sciiti) e ai nusairi (altro modo di dire alawiti, ndr)”.

I campi di addestramento

Affinché lo Stato si rafforzi, è necessario mantenere salda la volontà dei soldati, si legge nel testo. Le guide del Califfato devono impedire che il dubbio s’insinui nella mente di chiunque suddito del Califfo. A questo controllo si accosta un percorso di formazione che è prima di tutto militare. Nemmeno i bambini sono esclusi: la terza tipologia di campi è pensata apposta per loro. Sono luoghi in cui si insegna il fiqh, la giurisprudenza coranica, base della società musulmana foggiata dalla sharia, la legge islamica. “Gli individui (sempre bambini, ndr) più meritevoli saranno selezionati per svolgere compiti di gestione della sicurezza, inclusi i checkpoint, i pattugliamenti e la partecipazioni alle squadre di sicurezza Amniyat”, aggiunge il testo.

Gli altri due campi di addestramento per cittadini dello Stato Islamico sono “i campi di preparazione di base” e “i campi per la prosecuzione”. I primi insegnano, accanto alle dottine islamiche, l’”arte del combattimento e dell’uso delle armi”, mettendo sullo stesso piano i muhajir (quelli che noi chiamiamo foreign fighters, ndr) e gli ansar (i guerriglieri locali, ndr). Non ci sono discriminazioni tra i miliziani dell’Isis, afferma il documento.

Negli altri campi, invece, c’è una preparazione di secondo livello: è rivolto ai mujahideen (combattenti) “che guidano il jihad”. Prevedono una preparazione fisica di 15 giorni, con aggiornamenti annuali per capire come cambia il nemico.

Il pilastro dell’educazione

“L’educazione è il pilastro su cui si fonda la società islamica”, si legge nel manuale dello Stato Islamico. È lo strumento attraverso cui impedire la “devianza”: tutte le correnti del passato, dagli sciiti al baahtismo, sono considerate miscredenze.

Il sistema educativo dello Stato islamico deve: “implementare i valori islamici basati sulla sharia”; “correggere le narrazioni sbagliate impostate da claiffi e imam precedenti”; “sviluppare una società basata sulla sharia”, “lanciare un’esperta generazione islamica capace di puntare alla ummah (la nazione araba unita, ndr) e al suo futuro senza bisogno delle capacità dell’occidente”.

Ecco l’utopia dell’Isis: un’autarchia efficiente a cui anche i musulmani d’occidente guardano come un punto di riferimento, dove ogni bene appartiene allo Stato Islamico. Si aggiunge il nuovo fronte “amministrativo” della guerra, a cui si aggiungono quello militare ed ideologico su cui già si combatte.

  • Autore articolo
    Lorenzo Bagnoli
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 23/12 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 23-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 23/12 15:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 23-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 23/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 23-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 22/12/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 22-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Vieni con me di martedì 23/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 23-12-2025

  • PlayStop

    Gli speciali di martedì 23/12/2025 - ore 15:36

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 23-12-2025

  • PlayStop

    Manovre pericolose

    L’undicesimo episodio del podcast dell’Alleanza Clima Lavoro, a cura di Massimo Alberti, è dedicato a un tema centrale del dibattito pubblico: la Legge di Bilancio, ovvero lo strumento chiave per orientare la nostra spesa pubblica. Da sempre l’Alleanza Clima Lavoro richiama la necessità di sostenere il percorso di transizione verso un’economia a zero emissioni, integrando politiche climatiche, industriali e del lavoro, e rafforzando al contempo il welfare e la qualità della vita delle persone. La manovra economico-finanziaria del Governo per il 2026 procede purtroppo in direzione opposta: è una “manovra pericolosa” che, oltre a non offrire una prospettiva di decarbonizzazione, prevede un aumento delle spese militari cui si accompagnano tagli o mancati investimenti in sanità, istruzione, ambiente e politiche industriali. Nel corso della puntata emergono tutte le criticità di una Legge di Bilancio che rinuncia a svolgere un ruolo di indirizzo strategico per il futuro del Paese. Il confronto tra l’analisi della manovra e le proposte alternative per migliorarla rilancia una domanda di fondo: quale modello di sviluppo intendiamo davvero perseguire?

    A qualcuno piace verde - 23-12-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di martedì 23/12/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 23-12-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di martedì 23/12/2025

    Considera l'armadillo di martedì 23 dicembre 2025 ospite Alessandra Abidin che ci ha parlato dei 10 anni di @Ernesto's Sanctuary for Cats in Syria, @houseofcatsernestos il santuario nato per ricordare il gatto di Alessandra e che ora ospita 2380 gatti e altre centinaia di altri animali dando lavoro a 18 persone in Siria. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 23-12-2025

  • PlayStop

    Cult di martedì 23/12/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: il direttore d'orchestra Luigi Cinque e la violoncellista Giovanna Famulari sul concerto di S. Stefano alla basilica di Santa Maria in Ara Coeli a Roma; Franco Citterio su "La bella addormentata" al Piccolo Teatro Grassi e sulla stagione 2026 della Compagnia Marionettistica Colla; al Teatro Carcano lo spettacolo delle feste è "Hair" in versione italiana, con la regia di Simone Nardini; la rubrica ExtraCult a cura di Chawki Senouci...

    Cult - 23-12-2025

  • PlayStop

    La conversazione: Felice Accame

    Claudio Agostoni dialoga con Felice Accame, saggista, teorico della Comunicazione, storico collaboratore di Radio Popolare.

    La conversazione - 23-12-2025

  • PlayStop

    Speciale Trump e la guerra dei dazi - 23/12/2025 - ore 09:59

    A cura di Massimo Alberti.

    Gli speciali - 23-12-2025

  • PlayStop

    Radiosveglia di martedì 23/12/2025

    Radiosveglia è il nostro “contenitore” per l’informazione della mattina. Dalle 7.45 alle 10, i fatti del giorno, (interviste, commenti, servizi), la rassegna stampa, il microfono aperto, i temi d’attualità. E naturalmente la musica. Ogni settimana in onda uno dei giornalisti della nostra redazione

    Radiosveglia – Prima parte - 23-12-2025

Adesso in diretta