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Firenze, il Gabinetto Vieusseux compie 200 anni. Intervista alla presidente Alba Donati

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    Cultura |
Gabinetto Vieusseux di Firenze

Il 25 gennaio è stata inaugurata a Firenze la mostra che dà inizio alle celebrazioni per i 200 anni del Gabinetto G. P. Vieusseux, l’unico ancora attivo dalla sua fondazione. Sono molte le iniziative in programma per il bicentenario di questa istituzione culturale e per questo abbiamo deciso di parlarne direttamente con la presidente del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Alba Donati.

L’intervista di Ira Rubini a Cult.

Cosa è stato e perché è sopravvissuto il Vieusseux?

Non possiamo sapere perché è sopravvissuto, ma siamo felici che questo sia successo. Come tutte le istituzioni avrebbe potuto cedere il passo alla modernità che andava in altre direzioni, ma per fortuna ha resistito. Per i primi cento anni ha resistito grazie ai Vieusseux e la mostra “Il Vieusseux dei Vieusseux. Libri e lettori tra Otto e Novecento” testimonia proprio i primi 100 anni del Gabinetto Vieusseux, quando era di proprietà della famiglia Vieusseux.
Era il 25 gennaio 1820 quando Giovan Pietro Vieusseux scelse Firenze, che era un crocevia di intellettuali di tutto il Mondo, per aprire questo gabinetto di lettura in cui far arrivare i giornali di tutti i Paesi di quella che oggi è l’Europa, dalle riviste letterarie a quelle scientifiche, creando un luogo unico per Firenze e l’Italia.

Cosa viene esposto nella mostra?

La mostra è un percorso che ricostruisce le tre sedi iniziali del Gabinetto Vieusseux: Palazzo Buondelmonti, Palazzo Feroni e Palazzo Vieusseux in via Vecchietti. Tra le cose più affascinanti che si possono vedere ci sono sicuramente i due grandi libri: il Libro dei prestiti e il libro delle firme. Chi arrivava al Vieusseux doveva firmare, dire dove stava a Firenze e quanto si sarebbe fermato. Questo poi è diventato un importantissimo materiale di studio, perché oggi ci permette di conoscere i vari spostamenti degli intellettuali. E il libro dei prestiti è altrettanto importante. Andando a vedere da vicino questo libro vediamo che negli anni in cui Dostoevskij era a Firenze e in cui scriveva L’idiota aveva presto in prestito Madame Bovary. E poi ci sono anche alcune cose che non sono in mostra ma che sono testimoniate da alcuni documenti, come l’incontro storico nel 1827 tra Giacomo Leopardi e un Manzoni già famoso. Queste cose possiamo toccarle con mano grazie ad un touch screen che permette ai visitatori di andare a spulciare i due libri pagina per pagina.

Parliamo anche della vostra idea di creare un archivio delle scrittrici del nuovo millennio. Come funzionerà?

L’idea di fare un archivio delle donne viene da alcuni punti chiave. Ho la percezione che in questo periodo storico le donne stiano producendo il meglio della letteratura mondiale. E non credo di essere la sola a pensarlo. L’altro aspetto molto importante è il cambio totale del modo di scrivere. E quindi mi sono detta che sarebbe interessantissimo capire oggi come scrivono autrici come Michela Murgia, Nadia Terranova, Teresa Ciabatti o Laura Pugno e come tengono conto delle loro modifiche. Non sarà soltanto una ricchezza avere questo materiale, ma sarà anche interessante studiarlo. Ci dirà qualcosa su come oggi le scrittrici lavorano. Per ognuna di loro bisognerà attivare un percorso differente e credo che tra qualche anno sarà molto interessante avere un archivio del genere.

La mostra “Il Vieusseux dei Vieusseux. Libri e lettori tra Otto e Novecento. 1820 – 1923” sarà aperta fino al 30 giugno 2020 al Palazzo Corsini Suarez di via Maggio 42 a Firenze.

Foto dalla pagina Facebook del Gabinetto G. P. Vieusseux

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    Tre anni di Chat Gpt. Il 30 novembre 2022 la società californiana Open AI metteva a disposizione degli utenti, gratuitamente, il primo software di intelligenza artificiale (IA). A distanza di tre anni c’è una bolla speculativa, generata dagli investimenti multi-miliardari nell’IA, che rischia di scoppiare su Wall Street. Non è escluso, però, che si sgonfi lentamente, senza provocare grossi danni. Un’ipotesi che i capi di Big Tech (le grandi società tecnologiche da Apple a Microsoft, da Google a Amazon, a Meta e a diverse altre) sembrano escludere, preferendo messaggi allarmistici. Sundar Pichai, amministratore delegato di Google-Alphabet qualche giorno fa ha detto: se scoppiasse una bolla nel settore dell'IA «nessuna azienda ne sarebbe immune, inclusi noi». Pubblica ha ospitato il giornalista e saggista Michele Mezza e la filosofa della scienza Teresa Numerico.

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    Al via le prove sulle tre materie del semestre filtro (chimia, fisica e biologia) per tutti i pre-iscritti a Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria, poi per tutti quelli che avranno passato i tre testi (scritti a risposta multipla) andranno in una graduatoria dove poi verranno ammessi a numero chiuso (per le università private e telematiche invece è rimasto lo sbarramento del test d’entrata). “Era difficile fare peggio del numero chiuso, ma la ministra c’è riuscita. Il numero chiuso spostato da settembre a gennaio è una ingiustizia in più e un favore ai privati”. Alessandro Bruscella, Coordinatore nazionale Unione degli Universitari, presenta il ricorso collettivo che da oggi verrà annunciato sotto il ministero con una manifestazione con Rete degli Studenti e altre organizzazioni. “Ci vuole un investimento strutturale, corsi di accesso aperti e poi specializzazioni anche a numero chiuso. Invece ci sono tagli ovunque”. Ascolta l'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli ad Alessandro Bruscella.

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