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120 euro al mese in più se non ti ammali. L’accordo per gli autisti dei mezzi pubblici di Milano

ATM ANSA

È solo un primo passo, ma qualcosa si muove. Dopo mesi di scioperi e proteste, i sindacati firmatari hanno presentato così l’accordo stretto con Atm per mettere più soldi in busta paga ai dipendenti dell’azienda del trasporto pubblico milanese.
A partire dal prossimo marzo e per i successivi tre anni, ci saranno 120 euro in più al mese in più per gli autisti. La cifra lorda avrà però una tassazione agevolata solo a determinate condizioni: non più di due assenze al mese per malattia o per infortunio, maggiore tasso di presenze in azienda rispetto a quello dello stesso mese dell’anno prima.

Prima dell’entrata in vigore dell’accordo, nella busta paga di fine anno, i lavoratori riceveranno un contributo “una tantum” di 350 euro. Atm aveva aperto alla trattativa nello scorso settembre, prendendo atto della mancanza di almeno 300 conducenti e della rabbia diffusa dei lavoratori, che da tempo lamentano stipendi troppo bassi per vivere a Milano e turni insostenibili.
Tra i sindacati che hanno firmato l’accordo, il segretario generale della Filt Cgil di Milano, Emanuele Barosselli, ha parlato di “una trattativa difficile”, che “prova a dare una prima risposta, positiva soprattutto per ausiliari della sosta, addetti agli infopoint e ai controllori di Area B e Area C”.

La formula premiale legata alle presenze è stata accettata “per far arrivare il più possibile soldi netti nelle tasche dei lavoratori” ha aggiunto Barosselli, che sostiene che i problemi legati a salari, turni e mancanza di sicurezza degli autisti non possano essere affrontati fino in fondo senza il rinnovo del contratto nazionale, scaduto ormai da quasi un anno.

Più critici gli autisti iscritti al sindacato di base Al Cobas, che non siede al tavolo di trattativa con Atm ma ha organizzato la maggior parte degli scioperi dell’ultimo anno e mezzo: “È la dimostrazione che l’azienda i soldi per i lavoratori ce li ha, ma alcuni parametri dell’accordo potrebbero già essere ridiscussi tra sei mesi” ha detto Luigi Battipaglia di Al Cobas. “Noi continuiamo però a chiedere 150 euro netti in più al mese senza concessioni e una riorganizzazione che metta fine ai tagli al servizio degli ultimi mesi. Torneremo a scioperare, a cominciare dal prossimo 13 dicembre”.

  • Autore articolo
    Luca Parena
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    Società Civile per il No. È nato il comitato, promosso da vari esponenti della società civile, da sindacati, associazioni e realtà democratiche, che sostiene le ragioni del No al referendum costituzionale sulla riforma della Giustizia del Guardasigilli Carlo Nordio. Presieduto da Giovanni Bachelet, il comitato ha nel direttivo nomi importanti come il segretario della Cgil Maurizio Landini, la presidente di Libertà e Giustizia Daniela Padoan e l’ex ministra Rosy Bindi. I principali punti del comitato vertono sul fatto che una magistratura autonoma, indipendente, che non guarda in faccia a nessuno sia una cosa che conviene ai cittadini. Il prossimo 10 gennaio a Roma si terrà la prima assemblea generale, per la partenza della campagna referendaria, che vedrà la nascita di comitati territoriali in tutta Italia per lanciare una campagna informativa sulle ragioni del No. “Riteniamo che sia una battaglia per evitare che venga minato un principio fondamentale della nostra democrazia”, ha detto Rosy Bindi, che fa parte del direttivo del comitato, nella nostra trasmissione Radio Sveglia. L'intervista di Alessandro Braga.

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