Approfondimenti

Andy dei Bluvertigo ci racconta il Festival / 3

Oggi terminano le corrispondenze con Jack di Andy dei Bluvertigo che per la settimana del Festival ci ha racconta i retroscena da San Remo.

Nell’intervista fa riferimento al fatto che nel pomeriggio, in conferenza stampa, si sarebbero detti “dispiaciuti” del fatto che gli Elio e le storie tese non li avessero invitati per suonare con loro insieme ad Adrian Belew, storico chitarrista di Bowie e King Crimson, scoperto da Zappa negli anni Settanta. Amarezza aumentata dal rapporto d’amicizia che lega le due band. Ma quando lo abbiamo intervistato per Jack, non poteva ancora parlarne.

Cari amici vicini e lontani, un saluto da Andy dei Bluvertigo dall’ Hotel de Paris di san Remo, in questa giornata piovosa.

Allora, cerchiamo subito di ravvivare l’atmosfera, i nostri ascoltatori si sono dimostrati interessatissimi…

Ai nostri interventi? O anche alle cazzate…

Questo sì , ma anche a quello che potrebbe essere definito l’erede del Berghain di Berlino come migliore club d’Europa , il club 107.

È un posto che sta dando molte soddisfazioni perché anche ieri Morgan mi ha raggiunto con una vestaglia d’altri tempi, abbiamo parlato, ascoltato musica, visto video molto interessanti e ascoltato anche gli Arcade Fire che amiamo. E quindi ieri il club è stato meno pieno del solito ma è stato molto ricco, a livello emozionale. Poi ieri eravamo contenti, perché la performance sul palco è andata secondo me molto bene. Nel frattempo continua la mia ricerca dei sosia che percorrono le vie di San Remo: oggi ho collezionato Mister Bean e poi il sosia più azzeccato di tutti , quello di Riccardo Fogli.

Dai Andy, non è un sosia è il Riccardo Fogli originale.

Ma no, vedi che sei il solito pregiudiziale… vabbè, sono un cretino ammetto che è lui. Ho conosciuto Riccardo Fogli in persona che si è complimentato con noi e anche anche Stefano D’Orazio sempre dei Pooh.

Che rapporto hai tu con i Pooh?

C’è grande rispetto anche se non li conosco bene di persona; Stefano D’Orazio è molto intelligente e piacevole. E poi Roby Facchinetti: adesso tutti lo prendono un po’ giro per come utilizza le vocali quando canta (e intona un ironico diuooo delle cittuaaaa, ndr) però non dobbiamo dimenticare che i Pooh sono in fondo un’azienda gigantesca che viaggia bene da quanti? 40 anni? Ai loro tempi erano all’avanguardia: sono stati i primi ad investire per laser e coreografie nei loro concerti. Poi ovviamente non li seguo molto musicalmente, però ho molto rispetto di questi che hanno ancora voglia di lavorare in questo modo e con un bel sorriso sulla faccia.

Il programma di oggi e di questa sera, Andy?

La giornata sarà dedicata alla promozione Conferenze stampa ed interviste, dalle 3 saremo alle 6. E poi dobbiamo affrontare questione che per noi è importante, per ora non ti posso anticipare niente e perché è una cosa seria. Un casino che dobbiamo avere la lucidità di gestire con intelligenza, verrà fuori in conferenza stampa.

Scusa, stai dicendo che sta per venire fuori un pieno?

Sì, secondo me sì. Cioè, secondo me un pieno da gestire, ma non posso farti anticipazioni perché ne parlerà prima la Universal.

L’indicazione è questa: nel pomeriggio di oggi scoppierà un bubbone.

No, non è che scoppierà un bubbone, è solo una situazione che noi faremo presente;, è una questione tra musicisti che troviamo un po’ più’ importante delle questioni che vengono affrontate normalmente nel Festival con la stampa. Prendi il dopo Festival: avrei voluto intervenire per dire che non mi sembrava bello il modo con cui vengono trattate le “nuove proposte”.

Nel senso che non ti hanno lasciato intervenire?

Non mi hanno lasciato intervenire:la Gialappa’s Band ci parlava sopra per principio e hanno snobbato anche il grande Ezio Bosso, lasciandolo lì in secondo piano, trattandolo in maniera superficiale. Due giornalisti hanno detto due cose sulla voce di Morgan e sulla voce di Patty Pravo, che ha risposto “Stella, ma io ricevuto una standing ovation, per cui se il mio tono non arriva a te sono problemi tuoi. Io ho interpretato la canzone, sentiti il disco, se pretendi il disco”. Si faceva un sacco di ironia sugli artisti ma contemporaneamente mancava un effettivo spazio in cui parlare. E allora siamo venuti via, se non si può parlare torno nel mio “Club 107” (sempre la sua stanza, ndr), preferisco non perdere tempo.

Chi sarà il primo di Bluvertigo che sarà stufo di stare a Sanremo?

Non ne ho idea, ogni giorno cambiano gli umori, ogni giorno cambiano le situazioni, per adesso è ancora interessante. Noi stiamo vivendo in modo attivo questo Festival. Vedo i giovani o anche altri musicisti che vengono trattati dai discografici come se fossero al militare, non ti faccio nomi perché non mi sembra corretto, però vedere questi poveri ragazzi che potrebbero andare il giro a divertirsi, conoscere la gente e invece sono blindati in camera senza bere come se fossero a stecchetto, trovo questo molto triste.

Ci saluti come hai fatto in questi giorni sempre?

(Imita Nunzio Filogamo, ndr) Cari amici vicini e lontani, un caro saluto da Andy dei Bluvertigo, dalle piogge di Sanremo.

  • Autore articolo
    Davide Facchini
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    Carlo Rovelli, fisico teorico, è stato ospite oggi a Pubblica. Dieci anni fa, pochi giorni dopo le stragi di Parigi e del Batclan nelle quali furono uccise 130 persone, lanciò una «proposta per la Mesopotamia». Rovelli la illustrò a Radio Popolare: «l’Occidente - sosteneva - può continuare a bombardare (l’Isis, ndr), ma i bombardamenti, come ripetono i vertici militari, non portano a nulla. Nessuno ha voglia di invadere di nuovo la Mesopotamia, per riaprire il problema. Penso sia necessario parlare con lo Stato islamico. L’alternativa è la guerra senza fine». Dieci anni dopo, e in altri contesti, il senso della proposta di Rovelli resta intatto. Ne abbiamo parlato oggi con lui nel corso della trasmissione, insieme al suo ultimo libro «Sull'uguaglianza di tutte le cose. Lezioni americane». Nel testo (pubblicato da Adelphi, 2025) sono raccolte sei lezioni che Rovelli ha tenuto a Princeton (Stati Uniti) un anno fa, chiamato come fisico a raccontare ai filosofi il mondo dei fenomeni quantistici. Che cosa è accaduto negli ultimi dieci anni nella conocenza del mondo? «Ci siamo accorti sempre di più che le grandi teorie del XX secolo, scientifiche e fisica, funzionano incredibilmente bene», racconta Rovelli. «Lo sforzo ora è cercare di capire cosa implicano queste grandi teorie per la nostra comprensione del mondo. Il contenuto del mio libro è questo: che cosa ci dice sul mondo la grande rivoluzione culturale del XX secolo, quella dei quanti e della relatività». Buona lettura.

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    Col sociologo e scrittore Luciano Ardesi facciamo il punto sul #SaharaOccidentale, a 50 anni dalla #MarciaVerde del #Marocco; poi parliamo di #Cop30 e #clima con Lydia Wanja KIngeru, giovane attivista ambientalista del #Kenya in partenza per Belém. A cura di Sara Milanese.

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