
“Sicuramente troveremo modi più creativi per portare avanti le nostre istanze”. Così spiega Emanuele, voce calma e sicura di sé, in corteo dietro lo striscione di Ultima generazione. Protestano contro il decreto, ma non rinunciano a rivendicare le loro ragioni.
Lo faranno ancora, troveranno altre forme, consapevoli che questo decreto mira a punire chi protesta troppo forte, chi alza la voce, blocca le strade per esprimere il dissenso. E ce n’erano molti oggi. Il corteo era per la maggior parte composto soprattutto da ragazzi, giovani, studenti medi, universitari, chi dietro gli striscioni delle università e delle scuole, chi portando delle tende monoposto, simbolo delle associazioni di lotta per la casa. Poi i ragazzi di Ultima generazione con le loro battaglie contro i cambiamenti climatici.
Adolescenti e giovani che più di altri stanno subendo questa accelerazione di pulsioni autoritarie che si esprime da tempo e che ha trovato ora il centro con un decreto che esaspera il panpenalismo. Già ci aveva pensato il ministro Valditara a dare una stretta al dissenso nelle scuole con i voti in condotta e le sospensioni, ora si arriva ad introdurre maggiori pene, quindi anche il carcere, quando non ci pensano già i manganelli durante le manifestazioni come era accaduto a Pisa tempo fa.
Per questo oggi erano soprattutto ragazzi, con le bandiere e striscioni in mano, oppure dietro ai camion che sparavano musica da ballare. Poca voglia di parlare con i grandi, a cominciare dai giornalisti. Non si fidano. Colpire il dissenso porta anche a questo, ma erano in piazza e hanno voglia di futuro.