Passa la linea dura e non c’erano molti dubbi a riguardo. I 27 Ministri degli Affari Interni hanno approvato oggi la posizione del Consiglio in vista degli imminenti negoziati con il Parlamento su due dossier che danno una stretta securitaria all’UE in materia di immigrazione e asilo e agevolano le regole sui rimpatri, potenzialmente anche prima dell’entrata in vigore del patto nel giugno del 2026.
Il primo è la modifica del concetto di Paese terzo sicuro. Con questo regolamento si va ad ampliare la possibilità di respingere una domanda di protezione internazionale senza esaminarla nel merito, estendendo la definizione di Paese terzo sicuro, non solo al Paese di origine o transito, ma anche a uno qualsiasi con cui un governo UE ha siglato un accordo di cooperazione. Inoltre, il legame tra il richiedente asilo e il Paese terzo non è più obbligatorio.
E poi c’è il secondo file, quello che modifica il concetto di Paese di origine sicuro che verrà utilizzato per le procedure accelerate alle frontiere dell’Unione. Si può considerare sicuro un Paese, anche se lo sono solo alcune sue parti di territorio o se lo è solo per alcune categorie della popolazione.
I governi europei possono anche integrare nelle proprie liste nazionali altri Paesi che non sono nell’elenco dell’UE. Tra questi compaiono anche l’Egitto di Al-Sisi e la Tunisia di Saïed. Ora si attende solo il Parlamento, che ha ricalcato la sua posizione su quella del Consiglio. L’esito dei negoziati non sarà una sorpresa e potrebbe arrivare già prima della fine dell’anno.
di Federico Baccini, collaboratore da Bruxelles
Ascolta il commento dell’Eurodeputata PD Cecilia Strada:


