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La crisi dei 5 Stelle dietro le dimissioni

Bilancio, trasporti, atac, nettezza urbana, gabinetto del Sindaco.

A soli settanta giorni dal suo insediamento la giunta, Virginia Raggi ha perso ieri cinque punti di riferimento vitali per il funzionamento della macchina amministrativa e per la vita della città.

L’ex assessore al bilancio, Marcello Minenna, avrebbe dovuto secondo il programma elettorale di Raggi realizzare la contrattazione del debito capitolino con il governo. L’azzeramento di quell’assessorato, le dimissioni della capo di gabinetto Rainieri, e dei vertici delle municipalizzate dei trasporti e della nettezza urbana, sono la misura della grave crisi che ha sconquassato il movimento cinque stelle romano. Crisi che il direttorio nazionale ha tentato di minimizzare dichiarando per voce del vice presidente della camera Luigi Di Maio la volontà di andare avanti e nominare già entro oggi un nuovo assessore al Bilancio e un nuovo capo di gabinetto.

Per la scelta della sua Giunta, la sindaca Raggi ha impegnato quasi due mesi; un tempo lunghissimo visto le urgenze pressanti da affrontare per il governo della citta. Ora dopo le cinque dimissioni di ieri sono in molti, a cominciare dalle opposizioni in Aula Giulio Cesare, a sottolineare che i romani non possono sopportare un altro lungo periodo di stallo.

Intanto passate 24 ore dalle “dimissioni di gruppo” non è arrivata nessuna spiegazione ufficiale su ciò che è accaduto, né da parte della sindaca, né dal movimento di Beppe Grillo. Anzi ieri Virginia Raggi ha disertato il consiglio comunale ed annullato la riunione di Giunta, per vedersi con i suoi. Una riunione dai toni accesi che ha concluso una giornata travagliata e la prima della crisi del Campidoglio in epoca grillina.

  • Autore articolo
    Maria D'Amico
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