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Il trasferimento di Alfredo Cospito a Opera, lo stallo della Geo Barents a La Spezia e le altre notizie della giornata

Nordio Meloni ANSA

Il racconto della giornata di lunedì 30 gennaio 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il militante anarchico Alfredo Cospito è stato trasferito oggi nel carcere di Opera, fuori Milano, dove è presente una struttura più attrezzata per monitorare le sue condizioni di salute. A La Spezia è bloccata in porto la nave Geo Barents, in attesa delle verifiche delle autorità sulla possibile applicazione del decreto approvato dal governo Meloni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto sapere che la pandemia potrebbe essere vicina a un “punto di svolta”, ma anche che non è ancora il momento di decretare la fine dell’emergenza.

Alfredo Cospito trasferito a Opera

Il militante anarchico Alfredo Cospito è stato trasferito oggi nel carcere di Opera, fuori Milano, dove è presente una struttura più attrezzata per monitorare le sue condizioni di salute e intervenire in caso di emergenza. Lo ha deciso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che, però, solo tre giorni fa aveva bocciato la richiesta del suo legale. Anche a Opera sarà comunque sottoposto al regime di 41-bis.
Il quadro clinico di Cospito si è di recente aggravato. Da più di cento giorni l’anarchico sta facendo lo sciopero della fame, in segno di protesta contro l’ergastolo ostativo e il regime di 41-bis. Finora ha perso più di 40 chili. Anche per questo motivo il Dap è tornato sui suoi passi, autorizzando il trasferimento.
Dopo la notizia, il nostro Massimo Alberti ha contattato il suo avvocato, Flavio Rossi Albertini. Ci ha detto che se il governo dovesse revocargli il 41-bis, Cospito continuerà la lotta, ma potrebbe decidere di interrompere lo sciopero della fame:


 

Come è cambiato negli anni il 41-bis

L’obiettivo di Cospito con la sua protesta è riaprire in Italia un dibattito sull’ergastolo ostativo e il 41-bis, a cui lui stesso è sottoposto. Diversi giuristi e intellettuali affermano che il regime del cosiddetto “carcere duro” vada ripensato. Fu introdotto in via eccezionale negli anni della lotta alla mafia e al terrorismo, ma col tempo si è trasformato in un circuito penitenziario puramente afflittivo. La pensa così anche il giurista ed ex magistrato Livio Pepino:


 

La nave Geo Barents bloccata a La Spezia

A La Spezia è bloccata in porto la nave Geo Barents che nei giorni scorsi ha portato a terra 237 persone soccorse centinaia di chilometri più a sud. Medici Senza Frontiere, che gestisce il mezzo umanitario, è in attesa delle verifiche delle autorità sulla possibile applicazione del decreto approvato dal governo Meloni, quello che impone alle navi delle ong di dirigersi subito verso il porto assegnato dopo il primo salvataggio. La Geo Barents ha soccorso in tutto tre gruppi di persone ed è da capire se le deviazioni rispetto alla rotta necessaria per arrivare a La Spezia saranno considerate violazioni del decreto, col rischio di una multa e del sequestro della nave, che nel frattempo resta appunto bloccata, senza poter ripartire in cerca di persone da salvare. Stamattina a La Spezia c’è stato un presidio sotto la prefettura. Stefania Novelli, presidente locale dell’Arci:


 

La pandemia è sempre più vicina a un “punto di svolta”

Contagi, ricoveri e morti in diminuzione. Stamattina il monitoraggio settimanale della fondazione Gimbe ha confermato che in Italia la situazione sanitaria legata al COVID è in miglioramento. Sempre oggi in Cina le autorità hanno sostenuto che stia finendo l’ondata che ha colpito il paese dopo l’allentamento delle restrizioni, deciso nell’ultima parte del 2022. A livello globale l’OMS ha fatto sapere che la pandemia potrebbe essere vicina a un “punto di svolta”, ma anche che non è ancora il momento di decretare la fine dell’emergenza. L’organizzazione mondiale della sanità parla di “fase di transizione che va affrontata con attenzione”, ricorda che il COVID ha ancora effetti sui sistemi sanitari, che in troppi paesi cure e vaccini non sono garantiti in modo adeguato e che ci sono rischi legati alla possibile diffusione di nuove varianti. La giornalista Nicoletta Dentico, esperta di salute globale:

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    Trent'anni dopo gli accordi di Dayton, che posero fine al massacro della guerra nella ex Jugoslavia, in Italia si è tornato a ricordare il più drammatico emblema di quella guerra, l'assedio di Sarajevo. È stata un'inchiesta della Procura di Milano a riaprire una finestra sull'orrore. I magistrati indagano su un gruppo di cittadini italiani che, insieme a cittadini svizzeri e probabilmente anche di altre nazionalità che avrebbero passato dei fine settimana a Sarajevo, nelle postazioni serbo-bosniache, per divertirsi a fare i cecchini, dietro il pagamento di ingenti cifre. Un safari umano che aggiunge crudeltà alla crudeltà. Luigi Ambrosio ha intervistato Mario Boccia, fotografo e reporter, che negli anni della guerra era a Sarajevo a documentare l'assedio e che oggi ha prodotto una mostra fotografica che farà il giro dei balcani, iniziando da Belgrado, per poi andare a Zagabria e a Sarajevo. Foto di Mario Boccia

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