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L’allarme dell’Oms sui morti di Covid in Europa, l’inquinamento torna da record e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di giovedì 4 novembre 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Covid, l’Oms prevede altri 500mila morti in Europa da qui a febbraio. L’epicentro questa volta sarà l’Europa dell’est, dove la campagna vaccinale non ha funzionato. In Italia la situazione resta sotto controllo, ma i contagi crescono: il tasso di positività è arrivato all’1,1 per cento. Preoccupante la situazione del Friuli Venezia Giulia, dove in un giorno i casi sono triplicati e si torna a parlare di zona gialla. Brutte notizie dalla Cop26: dopo il calo legato al Covid, l’inquinamento da anidride carbonica torna a salire ai livelli pre-pandemia. E a Glasgow continuano proteste e manifestazioni degli attivisti. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

L’Europa è di nuovo l’epicentro della pandemia

L’Europa è tornato a essere l’epicentro della pandemia di Covid. L’allarme è stato lanciato dall’Organizzazione Mondiale per la sanità. Negli ultimi sette giorni, il Vecchio Continente ha registrato 1,8 milioni di casi, il 6% in più rispetto alla settimana prima. E’ quasi l’unica area del mondo in cui il Covid è in crescita. Il numero delle vittime è aumentato in maniera esponenziale: del 12%. Per Hans Kluge, responsabile dell’Oms per l’Europa, di questo passo si registreranno mezzo milione di morti nel continente da qui a febbraio (la regione Europa, per l’Organizzazione di Ginevra, comprende 53 paesi, incluse Russia e nazioni dell’Asia centrale). Le maggiori difficoltà si registrano dove il tasso di vaccinazione è più basso. Guardiamo alla Germania, per esempio. Vaccinato con almeno una dose il 69% della popolazione. Ma, mai, da dicembre 2020, aveva registrato un così alto numero di positivi. Il numero delle vittime – 194 mercoledì – ha allarmato molto il governo. Per arginare la quarta ondata, le autorità stanno pensando di introdurre il green pass sui luoghi di lavoro seguendo l’esempio dell’Italia, ma non l’hanno ancora fatto.
In Austria dal 1 novembre è stato introdotto l’obbligo del passaporto sanitario in tutti i luoghi di lavoro. Il governo ha varato un piano di restrizioni, modulato sulla base delle ospedalizzazioni. Con 600 ricoveri, i non vaccinati saranno sottoposti a lockdown e potranno uscire di casa solo per validi motivi.
In Francia il green pass è richiesto nei luoghi ed eventi a forte affluenza, come cinema, ristoranti, impianti sportivi, trasporti a lungo raggio. Sul piano professionale, dal 30 agosto, è obbligatorio esclusivamente per i dipendenti che lavorano in questi settori e per il personale sanitario e parasanitario. L’Assemblea nazionale ha deciso di prorogare al 31 luglio del 2022 la possibilità di ricorrere al ‘green pass’ nella lotta al covid, tornando sulla decisione del Senato che aveva fissato il 28 febbraio come termine.
In Spagna grazie all’alta percentuale di vaccinati, il Green pass non è obbligatorio per accedere né al lavoro, né in palestra, a scuola, sui trasporti o nei bar e ristoranti.
In Regno Unito aumentano i contagi, aumentano i morti. E’stato chiesto a Boris Johnson di adottare alcune restrizioni prima che la situazione precipiti: obbligo di mascherina in diversi luoghi, ritorno allo smart working e se necessario anche il green pass. Ma per ora il governo non ha nessuna intenzione di farlo.

E’ un anno esatto dalla prima Italia “a colori”

Era il 4 novembre 2020. Il presidente del consiglio Conte annunciava così le nuove misure anti-Covid per l’Italia, questa volta non più uniformi ma differenti: sulla base di 21 parametri, nascevano le regioni gialle, arancioni, rosse. Con le attività produttive aperte, al coprifuoco dalle 22 alle 5 si aggiungeva il divieto di spostamento, bar ristoranti e negozi chiusi, stop allo sport, scuole a distanza per Calabria, Piemonte Lombardia, Valle d’Aosta che finirono subito rosse. Ma le altre seguirono presto perché iniziava una strategia che, invece di prevenire la diffusione del virus, lo inseguiva, mettendo in conto un numero di vittime pur di non attuare un nuovo lockdown. La scansione dei morti della seconda ondata è indicativa di quanto fosse tardivo quel meccanismo. Da febbraio a settembre l’italia aveva circa 36mila morti di Covid. In un terzo del tempo, da ottobre a inizio gennaio furono 40mila. L’8 marzo si superarono i 100mila morti. Si poteva fare diversamente? Il cambio di strategia venne determinato da ragioni politiche più che sanitarie: si ritenne che i cittadini, così come l’economia, non avrebbero tollerato un altro lockdown. L’egoismo tra regioni fece il resto, come se il virus badasse ai confini.Il Pil non ricrollò, ma iniziava il suo rimbalzo. L’economia era salva grazie al sacrificio di oltre 10mila morti al mese. Da lì a breve sarebbe arrivata la campagna vaccinale a cambiare la storia.

Un altro brutto colpo per la Whirlpool di Napoli

“La vertenza non è finita, Napoli non molla”. I sindacati metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil hanno commentato così la sentenza che oggi ha respinto il ricorso dei sindacati sul licenziamento collettivo delle persone che lavoravano nella Whirlpool locale. Secondo il tribunale del capoluogo campano, la multinazionale non è colpevole di comportamento antisindacale. Al momento la principale speranza che sembra restare alle persone licenziate è di essere riassunte da un consorzio di diverse società messo insieme dal governo.

L’inquinamento da anidride carbonica è di nuovo in aumento

(di Raffaele Liguori)

A Glasgow oggi il consorzio Global Carbon Project ha presentato uno studio che certifica come quest’anno l’inquinamento da anidride carbonica sia tornato a salire, dopo la diminuzione del 2020 legata alla pandemia. Secondo il documento a fine anno sarà raggiunto un livello di poco inferiore a quello record del 2019. Il successo delle politiche contro il surriscaldamento climatico può dipendere anche dalle dottrine economiche di riferimento dei governi. Ne parliamo con Anna Vergnano, economista e dottoranda all’università di Roma 3

 

Lo stato d’emergenza in Etiopia

In Etiopia il parlamento ha votato a favore di uno stato d’emergenza di sei mesi per l’avanzata dei ribelli verso la capitale Addis Abeba. La guerra scoppiata un anno fa nella regione del Tigray ha già causato migliaia di morti e ha ridotto alla fame centinaia di migliaia di persone. In queste ore ad Addis Abeba c’è un inviato del governo statunitense, che dovrebbe contribuire alla ricerca di una difficile pace.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Foto | Una protesta alla Cop26 di Glasgow

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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

    Jazz in un giorno d’estate - 01-07-2025

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    Poveri ma in ferie di martedì 01/07/2025

    quando le piante dei nostri balconi tirano un sospiro di sollievo, perché finalmente qualcuno che la sa lunga ci spiega come e quando bagnarle, come trattarle, reinvasarle, esporle al sole. Ospite della puntata Ambra Pagliari (pianteinveranda su Instagram). A seguire microfono aperto con tutti gli scempi da pollice nero di cui siete e siamo capaci. Con Vittoria Davalli e Alessandro Diegoli

    Poveri ma belli - 01-07-2025

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    Almendra di martedì 01/07/2025

    Almendra è fresca e dolce. Almendra è defaticante e corroborante. Almendra si beve tutta di un fiato. Almendra è una trasmissione estiva di Radio Popolare in cui ascoltare tanta bella musica, storie e racconti da Milano e dal mondo, e anche qualche approfondimento (senza esagerare, promesso). A luglio a cura di Luca Santoro, ad agosto di Dario Grande.

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    Addio all’architetto Francesco Borella

    E’ morto l’architetto Francesco Borella, per tanti il papà del Parco Nord Milano. Lo ha diretto per venti anni dagli inizi degli anni ‘80, quando lo ha progettato insieme al paesaggista Adreas Kipar. Cava dopo cava, orto spontaneo dopo orto spontaneo, aziende agricole in dismissione dopo aziende agricole a fine ciclo, ha rigenerato e riconesso con percorsi ciclopedonali l’ampia area che tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo si estende a Cusano Milanino, Cormano e ai quartieri milanesi di Affori, Bruzzano, Niguarda e Bicocca. Un parco che negli anni ‘70, quando è stato voluto con le mobilitazioni popolari, sembrava impensabile che potesse avere le presenze che ha il più noto e storico Parco di Monza. Fabio Fimiani ha chiesto un ricordo dell’attuale presidente del Parco Nord di Milano, Marzio Marzorati. Radio Popolare si stringe affettuosamente con un abbraccio ai figli Joanna, Cristiana, Giacomo e Sebastiano Borella.

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    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi. Enrico Gabrielli è stato il secondo ospite che ha raccontato quali sono i suoi vinili di riferimento: polistrumentista, compositore e arrangiatore, ha collaborato con artisti come Muse e PJ Harvey, e fa parte dei gruppi Calibro 35, Winstons e Mariposa (in passato anche negli Afterhours). Complessivamente compare in oltre 200 dischi. Ha anche suonato il flauto traverso nella sigla di Dodici Pollici.

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