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Quando i musulmani morivano per “noi”

La Grande Moschea di Parigi aveva convocato per venerdì 20 novembre, ad una settimana esatta dagli attentati, una manifestazione pubblica per ribadire la distanza dei musulmani francesi all’esaltazione terroristica e l’adesione ai valori repubblicani. Quella manifestazione non c’è stata, annullata per questioni di sicurezza. Ma resta tutta l’importanza delle intenzioni e ancora di più del luogo che doveva accogliere quella manifestazione: la sua storia racconta di un tempo in cui i musulmani morivano e uccidevano per “noi”.

Gran moschea

E’ utile sapere cosa rappresenta la Grande Moschea di Parigi, la seconda più grande d’Europa (dopo quella di Roma) e quella più centrale: è a 1300 metri dalla Cattedrale di Notre Dame. La Grande Moschea di Parigi è contemporaneamente un ringraziamento del governo francese alle truppe coloniali che hanno combattuto durante la Grande Guerra e un’operazione politica di simpatia nei confronti delle nascenti nazioni arabe. Infatti la costruzione fu decisa dal governo francese per dimostrare che teneva in massima considerazione la cultura dei soldati “coloniali” (circa 600mila) a cui chiese di immolarsi nelle trincee d’Europa.

Anche l’esercito britannico usò massicciamente truppe “coloniali” (circa 900mila) ma in questo caso la religione islamica non era così preponderante, per esempio circa il 18% del contingente indiano era sikh. La Grande Moschea di Parigi, dunque, si può considerare contemporaneamente un enorme monumento funebre per i soldati musulmani morti per la Francia e una testimonianza di fraternità. Almeno nel 1926 quando venne inaugurata. Lo storico francese Nicolas Offenstadt, intervistato durante l’edizione 2014 del Festival èStoria, ci fornisce qualche elemento in più per capire l’importanza della Grande Moschea di Parigi.

 

 

Per saperne di più sul legame storico fra musulmani ed europei vi consigliamo di riascoltare questa puntata di Autista Moravo, la trasmissione sulla Grande Guerra di Radio Popolare e Associazione Lapsus.

  • Autore articolo
    Danilo De Biasio
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    1) 25 novembre, quando lo stupro è un’arma di guerra. Nel Sudan sconvolto dalla più grave crisi umanitaria al mondo, migliaia di donne e bambini sono vittime di violenza di genere. (Stefano Piziali - Cesvi) 2) Ucraina, mentre i negoziati per un accordo tra Mosca e Kiev continuano, il piano per la pace Statunitense spacca l’amministrazione americana. (Roberto Festa) 3) La peggiore crisi economica mai registrata. L’occupazione israeliana in Cisgiordania e la distruzione e Gaza hanno provocato un crollo senza precedenti nell’economia palestinese, riportando il paese indietro di decenni. (Allegra Pacheco - West Bank Protection Consortium) 4) “A Dankirque non si vive, si sopravvive”. Sulle coste francesi la situazione umanitaria delle persone migranti peggiora giorno dopo giorno e lo stato non si assume le sue responsabilità. (Veronica Gennari) 5)Lo scandalo di pedofilia che ha sconvolto il vescovo di Cadice è un caso senza precedenti nella chiesa spagnola. (Giulia Maria Piantedosi) 6) Rubrica sportiva. Dopo 52 anni, la nazionale di calcio di Haiti si qualifica per i mondiali. Un risultato storico e prezioso per un paese distrutto dalla violenza. (Luca Parena)

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    Le comedians contro la violenza sulle donne al Teatro Lirico di Milano

    Oggi a Cult Mary Sarnataro ci ha parlato di “Zitte mai!”, la serata speciale in scena al teatro Lirico di Milano, che un gruppo di comedians, capitanate da Deborah Villa, dedica all'associazione Cerchi nell'Acqua, che da anni è vicina alle donne vittime di violenza. A partire dalla libertà di esprimersi, la prima che viene a mancare quando una relazione diventa prevaricante, l'appuntamento sarà l'occasione per riflettere sulla violenza sulle donne, usando lo strumento della comicità. L’intervista di Ira Rubini.

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    Celebriamo la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne con una selezione musicale quasi esclusivamente al femminile, tra novità degli ultimi giorni e brani più storici. Nella seconda parte Corrado Nuccini ci parla di Solido Festivalino di Ferrara, che andrà in scena questo weekend, e ospitiamo Marco Giudici che ci racconta e suona alcuni pezzi del suo nuovo album "Trovarsi soli all'improvviso".

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