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    Jazz in un giorno d’estate |

    Pescara 1969: Bill Evans (terza parte)

    A cura di:

    Marcello Lorrai

    Con la morte in un tragico incidente del contrabbassista Scott LaFaro, nel '61 si chiude la magica esperienza del trio di Bill Evans con LaFaro e con Paul Motian alla batteria: per il pianista è un colpo durissimo, artisticamente e umanamente. Una nuova felice stagione del trio di Bill Evans si apre nel '66, quando Evans scopre un giovane bassista portoricano, Eddie Gomez, che sarebbe rimasto per undici anni accanto al pianista. Per un certo periodo il trio fu completato alla batteria da un altro giovane portento, Jack DeJohnette (è DeJohnette che figura nel live a Montreux del '68): la maggiore estroversione di Gomez e DeJohnette rispetto ad altri che li avevano preceduti al basso e alla batteria conferisce una maggiore estroversione all'insieme della musica del trio di Evans, apprezzata dal pubblico e dalla critica. Poi nell'autunno del '68 DeJohnette lascia per nuove avventure - sarà con Miles Davis nella svolta elettrica del trombettista - e viene rimpiazzato da Marty Morell, e anche con lui rimane questa maggiore estroversione, lo slancio, la freschezza giovanile che sentiamo anche a Pescara nel '69...Come bonus della puntata un brano della Big Band di Gil Cuppini registrato all'Universal Club di Marina di Carrara nell'estate del '68. Con il batterista la crème del jazz italiano dell'epoca: fra gli altri Soana, Valdambrini, Piana, Masetti, Basso, Volonté, Azzolini....

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    Una casa editrice di estrema destra si iscrive alla Fiera nazionale della Piccola e Media Editoria “Più libri, Più liberi”, organizzata dall’Associazione editori italiani. Alcuni intellettuali si chiedono se sia opportuno ospitare pensieri razzisti o apologie del nazismo e come spiega la filosofa e scrittrice Donatella Di Cesare, esperta internazionale di "negazionismo" (l'ultimo suo libro per Einaudi si intitola “Tecnofascismo”): “Non discutiamo la libertà di pensiero e di pubblicazione per una casa editrice, ma l’idea della Fiera intitolata Più libri, Più Liberi a cui chiediamo se è giusto offrire questa vetrina ulteriore, così emblematica e significativa, dove verranno esposti autori e tematiche che in altri paesi europei come la Germania non sono tollerate”. “In Italia c’è una soglia molto bassa di attenzione, forse perché i temi storici non vengono approfonditi e siamo ancora nella vulgata del rigurgito del passato che ritorna o di temi folcloristici da non prendere seriamente e secondo me è un elemento critico e una mancanza di vigilanza culturale ed etica”. Ascolta l'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli.

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