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    Federico Caffè, a 30 anni dalla scomparsa. Storia di un liberale, riformista e antagonista

    A cura di:

    Raffaele Liguori

    Il prossimo 15 aprile saranno 30 anni dalla scomparsa di uno dei maggiori economisti italiani del Novecento, Federico Caffè. Nella notte tra il 14 e il 15 aprile del 1987 il professor Caffè, 73 anni, esce di casa e di lui non si saprà più nulla. Viveva a Roma, a Monte Mario, con l’anziano fratello malato. Nel 1998 il Tribunale di Roma ne dichiarò la morte presunta. Caffè insegnava all’università di Roma. I suoi allievi, nel corso di oltre trent’anni, hanno formato un gruppo eterogeneo di economisti. Da un lato gli studiosi come Bruno Amoroso, Nicola Acocella, Marcello De Cecco che hanno esplorato con la ricerca critica, anche radicale, alcuni aspetti del capitalismo contemporaneo. Dall’altro, quegli allievi che hanno seguito una carriera nelle istituzioni finanziarie pubbliche e private, come Ignazio Visco (attuale governatore della Banca d’Italia) e Mario Draghi (dai vertici del Tesoro italiano a quelli di Bankitalia, di Goldman Sachs e per ultimo della Bce). Federico Caffè è stato un teorico della critica alle storture del capitalismo contemporaneo. E’ stato il massimo esponente italiano del pensiero keynesiano. Per ricordare la figura di Federico Caffè Memos ha ospitato oggi il giornalista del Sole 24 Ore Roberto Da Rin e l’economista Giorgio Lunghini. Da Rin racconta la svolta che c’è stata recentemente nei trent’anni di interrogativi sulla sorte di Federico Caffè. E’ contenuta in un libro dell’allievo prediletto di Caffè, Bruno Amoroso, uscito nel settembre del 2016 (Memorie di un intruso, Castelvecchi). In poche righe – racconta Roberto Da Rin - Amoroso fa capire di aver incontrato più volte Caffè dopo quel 15 aprile del 1987. Per Da Rin, dopo una verifica diretta con l’autore, cade così l’ipotesi del suicidio, insieme a quella del rapimento, che pure erano state fatte trent’anni fa. Ospite a Memos anche Giorgio Lunghini, economista all’Università di Pavia. Il professor Lunghini ci ha aiutato a ricostruire il profilo teorico di Federico Caffè. Chi era il grande economista scomparso? Era un liberale, un riformista oppure un antagonista? «Tutte e tre le cose insieme», risponde senza esitazioni Lunghini.

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    Anche quest’anno torna la storica trasmissione di Radio Popolare, condotta da Claudio Agostoni, dedicata agli auguri di buon Natale e buon anno ai parenti e agli amici, ospiti nelle patrie galere. Alcuni collaboratori/amici di Radio Popolare, che lavorano in alcune carceri italiane, hanno registrato gli auguri che alcuni detenuti, impossibilitati a telefonare in diretta, hanno inviato a parenti ed amici: le voci da Bollate, Rebibbia e Lodi. E poi Patrizio Gonnella e Susanna Marietti, conduttori a Radio Popolare di Jailhouse Rock, gli operatori della Coop. Articolo 3 del carcere di Bollate e Andrea Ferrari del Circolo Arci Ghezzi di Lodi fanno i loro auguri all’universo penitenziario italiano per il 2026.

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