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“Più condivisione e niente assegni”

divorzio

L’avvocato Alessandro Simone commenta a Radio Popolare il disegno di legge della Lega sulle separazioni e i doveri dei genitori, “Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialitàfirmato dal senatore leghista Simone Pillon e depositato in Commissione Giustizia della Camera.

Ci sono alcune buone intenzioni, ma ci sono anche molta confusione e obblighi difficilmente che saranno difficilmente realizzabili. Si vogliono difendere i padri separati, ma si rischia anche di aumentare i conflitti e le spese da sostenere.

Ci può spiegare cosa cambierebbe per le cause per separazione e divorzio se passasse la proposta Pillon così come è concepita?

La proposta di legge del senatore Pillon, firmata anche da alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, prevede espressamente che da oggi in poi, in ogni caso e per tutte le separazioni, i figli debbano stare metà tempo col papà e metà tempo con la mamma o quantomeno per un tempo non inferiore per dodici pernottamenti al mese. Questo è abbastanza complicato se pensiamo a bambini che hanno pochi mesi o pochi anni, nel momento in cui probabilmente hanno maggior bisogno della presenza materna. Dal punto di vista economico il disegno di legge Pillon prevede la completa eliminazione dell’assegno di mantenimento di un genitore a favore dell’altro e il venir meno dell’assegnazione della casa. Questo può anche avere senso quando i genitori hanno un reddito identico o quando non ci sono delle situazioni reddituali o patrimoniali tra i due, ma diventa molto complicato nell’ipotesi in cui ci siano delle divaricazioni tra le possibilità di un genitore e le possibilità di un altro: in questo caso il figlio si vedrebbe costretto a vivere in due ambienti separati o diversi, o quantomeno disomogenei. La legge come terzo punto prevede poi la cosiddetta mediazione familiare, ma in questo caso è stata fatta una leggera confusione. Si parla, infatti, di mediazione familiare e poi si richiamano i concetti della mediazione civile, che è un istituto completamente diverso rispetto alla mediazione familiare. Il punto è che tutti i mediatori familiari dicono che la mediazione per funzionare deve essere volontaria e in questo caso viene attuato un meccanismo che la rende invece obbligatoria. Questo comporterà un notevolissimo aumento dei costi che riguarda chiunque voglia separarsi, perchè prima di poterlo fare sarà obbligato a rivolgersi a un centro di mediazione che, è bene ricordarlo, sarà un ente privato. Questo perchè la legge prevede la cosiddetta clausola di invarianza finanziaria, cioè non ci dovranno essere oneri aggiuntivi per lo Stato.

È una legge che cambia gli equilibri rispetto ad ora tra i due coniugi?

La proposta di legge parte da un punto corretto: non sempre si è applicato il principio della bigenitorialità anche dopo l’intervento della legge sull’affido condiviso del 2006, questo probabilmente per una certa pigrizia della magistratura non specializzata, perchè i Tribunali dove esistono sezioni specializzate applicano dei criteri per cui i figli stanno con entrambi i genitori in maniera più o meno paritetica. La legge parte da questa corretta constatazione, ma arriva a una trasformazione e a creare una nuova ingiustizia: per risolvere la precedente ingiustizia che vedeva le madri preferite rispetto ai padri, qui si mortificano e si annullano completamente le singole storie familiari. Questo è il punto critico del disegno di legge Pillon, che vuole prevedere delle soluzioni identiche e uguali per tutti, quando sappiamo benissimo che ogni famiglia ha la propria storia e ogni bambino, specialmente quando è figlio di genitori separati, deve essere tutelato e protetto dall’evitare che le conseguenze delle scelte dei propri genitori ricadano su di lui. E questa legge non va in quella direzione, purtroppo è una legge molto sbilanciata nei confronti dei genitori e non tiene conto di quello che è il reale interesse dei minori, oltre a presentare degli eventi problemi di incostituzionalità.

In base alla sua esperienza, quali sono i punti deboli e gli eventuali passi in avanti di questa legge?

La legge cerca di rispondere a dei problemi che effettivamente esistono, e cioè la mancata applicazione completa su tutto il territorio nazionale del principio di bigenitorialità. Il punto è che la risposta che viene data è una risposta completamente sbagliata, proprio perchè non si rispettano le singole storia familiari. Ed è una legge che in alcuni tratti sembra voler essere vagamente punitiva nei confronti delle mamme. C’è anche un altro punto molto delicato ed è un peccato che nessuno se ne sia accorto finora: per la prima volta questa legge parla di papà e di mamma, il che sembra andare nella direzione di volere eliminare, almeno dal programma legislativo, le figure delle famiglie arcobaleno. Anche su questo è necessario un ulteriore riflessione. Il senatore Pillon ha detto che è pronto a discuterne e speriamo che lo voglia fare e che il Parlamento voglia farlo attentamente ascoltando sia le associazioni dei papà separati, molto attive in queste vicende e molto a favore di questo progetto di legge, ma anche gli avvocati specializzati e dei magistrati che ogni giorno vedono cosa una cattiva legge può fare nei confronti dei bambini. Il punto poi è uno e uno solo: potremmo scrivere le migliori leggi del Mondo, ma finché non avremo le cosiddette sezioni specializzate, cioè dei giudici che si applichino correttamente e costantemente solo alla materia del dritto delle relazioni familiari non andremo molto lontano.

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intervista Alessandro Simone

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    Massimo Alberti
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    Di Cesare: “Sul fascismo c’è una mancanza di vigilanza culturale ed etica”

    Una casa editrice di estrema destra si iscrive alla Fiera nazionale della Piccola e Media Editoria “Più libri, Più liberi”, organizzata dall’Associazione editori italiani. Alcuni intellettuali si chiedono se sia opportuno ospitare pensieri razzisti o apologie del nazismo e come spiega la filosofa e scrittrice Donatella Di Cesare, esperta internazionale di "negazionismo" (l'ultimo suo libro per Einaudi si intitola “Tecnofascismo”): “Non discutiamo la libertà di pensiero e di pubblicazione per una casa editrice, ma l’idea della Fiera intitolata Più libri, Più Liberi a cui chiediamo se è giusto offrire questa vetrina ulteriore, così emblematica e significativa, dove verranno esposti autori e tematiche che in altri paesi europei come la Germania non sono tollerate”. “In Italia c’è una soglia molto bassa di attenzione, forse perché i temi storici non vengono approfonditi e siamo ancora nella vulgata del rigurgito del passato che ritorna o di temi folcloristici da non prendere seriamente e secondo me è un elemento critico e una mancanza di vigilanza culturale ed etica”. Ascolta l'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli.

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    Pubblica di martedì 02/12/2025

    C’è un tesoro in Italia, ambito da sempre, ed è il tesoro delle Assicurazioni Generali. Chi comanda a Trieste, comanda su un pezzo importante del paese. Per 70 anni il tesoro delle Generali è stato controllato da Mediobanca, che una volta era il salotto del capitalismo familiare italiano e oggi è una solida banca milanese. Nell’ultimo anno, grosso modo, due capitalisti nostrani, non si sa se anche coraggiosi, Francesco Gaetano Caltagirone, insieme a Francesco Milleri, hanno portato a termine il colpo del secolo: con un’operazione di scambio di azioni – e con il concorso esterno del MPS, fino a qualche mese fa banca di stato - hanno cacciato i vecchi azionisti dagli uffici di piazzetta Cuccia a Milano (Mediobanca) e al loro posto ci hanno messo se stessi più alcuni amici. In questo modo l’immobiliarista e editore Caltagirone, insiene al socio un po’ litigioso degli eredi Luxottica, hanno preso il controllo di Mediobanca. E lo hanno fatto con l’aiuto del MPS, banca pubblica privatizzanda. Preso il controllo di Mediobanca, i “nostri” Caltagirone&Soci hanno cominciato a vedere terra, la costa triestina, la casa mitteleuropea di Generali. Ora, su tutta questa operazione – sommariamente sintetizzata – qualcosa non ha funzionato. La Procura di Milano sta indagando per il mancato rispetto di alcune importanti formalità da codice penale: il “concerto” non previsto, il rispetto del “mercato” e delle autorità di controllo. Aspettiamo fiduciosi che la giustizia faccia il suo corso, mentre la politica rivendica i suoi meriti, giusti o sbagliati che siano. Pubblica oggi ha ospitato il giornalista e saggista Vittorio Malagutti (Domani) e il senatore del Pd Antonio Misiani.

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