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Piantedosi & Co., l’indifferenza che uccide

Piantedosi

Bugie, omissioni, silenzi, deresponsabilizzazioni. Quello di Piantedosi alla Camera ieri è stato discorso codardo, infimo e in malafede, smentito dai dati, dai documenti, dalle schede telematiche di Frontex, dalla carte nautiche, dai bollettini del mare, da tutto.

L’unica possibile argomentazione ancora degna di essere affrontata è quella usata anche da meloni, “nessuno può pensare che noi volevamo una strage”.
E certo, nessuno crede che gli oltre 70 morti di Cutro siano state vittime di un piano stragista doloso.

Non è questo il discorso, non è questa l’accusa. I morti sono stati vittime di un’altra cosa, una cosa che si chiama indifferenza.
La stessa gelida indifferenza che ha trasferito i 60 sopravvissuti al naufragio in una struttura fatiscente senza letti, senza riscaldamento e con un solo bagno in comune.
La stessa disumana indifferenza che obbliga le navi delle Ong a fare quattro o cinque giorni di viaggio in più per sbarcare i migranti nei porti del nord e poi riportarli in autobus al sud.
La stessa burocratica indifferenza che svuota di personale gli uffici stranieri della polizia costringendo i richiedenti asilo a code infinite nella notte al freddo, come quelle di via Cagni a Milano.
La stessa cinica indifferenza che fa scrivere a Feltri “partire è un po’ morire”.
La stessa beffarda indifferenza di Salvini quando definisce i migranti “palestrati”.
Dall’indifferenza al disprezzo e dal disprezzo la strage, come abbiamo visto, la strada non è poi così’ lunga. Di questo sono colpevoli Piantedosi, Salvini, Meloni e i loro complici.

  • Autore articolo
    Alessandro Gilioli
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    “Gaza City brucia di fronte al suo mare”. Israele lancia l’offensiva di terra sulla città

    L’esercito israeliano ha lanciato questa notte l’invasione di terra su Gaza City. Da ieri i carri armati sono entrati nel cuore della principale città della striscia, e i bombardamenti hanno colpito senza sosta strade, case, infrastrutture. Da questa mattina, i morti sono 89. Centinaia di migliaia di persone vivono ancora nella città. Migliaia di persone stanno invece cercando di fuggire, in un esodo verso un sud che non ha più spazio per ospitarli. Il servizio di Valeria Schroter.

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    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

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    Le Guthrie Family Singers portano avanti il messaggio di umanità del nonno Woody

    “E’ stato bello rendersi conto che la figura di Woodie Guthrie è ancora molto viva anche fuori dagli Stati Uniti”, racconta Sarah Lee, nipote dell’icona folk americana. “Le problematiche di cui cantava lui ottant’anni fa sono ancora attuali”, riferendosi al tema dell’immigrazione e alla difficile situazione al confine con il Messico. Con la sua musica Woody Guthrie "affrontava un concetto molto basilare di umanità e speranza, ovvero il trattare le persone come persone, aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà": lo stesso messaggio che ora le Guthrie Family Singers vogliono portare avanti. Ascolta l’intervista di Elisa Graci alle Guthrie Family Singers.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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