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Il Pd e il riformismo renziano. Un confronto

Non tira una buona aria in Europa per i partiti socialisti. E’ arrivato a questa constatazione anche il leader del Pd, Matteo Renzi.

Nella sua intervista a Repubblica del 15 gennaio scorso, Renzi dice: “il Pd deve riflettere: a cosa serve un partito oggi? Come può la sinistra rispondere alla crisi? Come dobbiamo cambiare? Si guardi in giro: in Francia i socialisti non stanno benissimo. In Spagna per il Psoe abbiamo visto com’è finita, in Inghilterra con Corbyn il Labour non vince, in Germania la Merkel va al 42,9 per cento, superata solo da Adenauer, negli Usa Obama raccoglie risultati positivi nell’occupazione per 75 mesi e il Paese vota Trump”.

Michele Salvati
Michele Salvati

Se non tira una buona aria per il riformismo, così come riconosce lo stesso Renzi, non è arrivato il momento di trarne qualche conclusione? Che cosa non ha funzionato? Cosa è andato storto al riformismo in Italia, nella versione del Pd di Renzi? Si pensi alla riforma costituzionale bocciata nel referendum del 4 dicembre scorso, oppure al Jobs Act e alla precarietà che aumenta.

Massimo Mucchetti
Massimo Mucchetti

Memos ne ha parlato con Michele Salvati e Massimo Mucchetti. Salvati, economista, direttore della rivista “Il Mulino”, già parlamentare dei Ds nella legislatura dell’Ulivo (1996-2001), è uno degli ispiratori dell’idea di partito democratico in Italia e ha sostenuto le scelte di Renzi in quest’ultima stagione politica. Mucchetti, senatore del Pd, presidente della Commissione industria, giornalista, è stato tra i primi esponenti dei gruppi parlamentari del partito democratico a schierarsi per il “no” nel referendum costituzionale del dicembre scorso.

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    Raffaele Liguori
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    L’esercito israeliano ha lanciato questa notte l’invasione di terra su Gaza City. Da ieri i carri armati sono entrati nel cuore della principale città della striscia, e i bombardamenti hanno colpito senza sosta strade, case, infrastrutture. Da questa mattina, i morti sono 89. Centinaia di migliaia di persone vivono ancora nella città. Migliaia di persone stanno invece cercando di fuggire, in un esodo verso un sud che non ha più spazio per ospitarli. Il servizio di Valeria Schroter.

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    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

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