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Tra Sala e la sinistra tentativo di accordo

La tensione è al massimo tra l’ala sinistra della coalizione di centrosinistra a Milano e il candidato alle elezioni comunali, Giuseppe Sala. Allo stesso tempo i protagonisti auspicano che questo sia il momento buono per una svolta che determini l’accordo politico fin qui mancato.

Ieri l’incontro tra Sala e i rappresentanti di Sel, Verdi, Comitati per Milano e le altre forze che hanno sostenuto Francesca Balzani alle primarie è finito con una nota degli arancioni che lasciava poco margine all’ottimismo: “in questo momento non ci sono le condizioni per la creazione di una lista a sostegno di Sala che discenda direttamente dal progetto politico che ha sostenuto Francesca Balzani alle primarie”.

Parole che sembravano decretare la fine della possibilità di costituire la lista, aprendo al contempo un gigantesco problema politico per entrambi i protagonisti della vicenda: senza lista, quale sarebbe la collocazione delle forze politiche che si sono riconosciute in Balzani, in primis Sel? E come potrebbe Sala riuscire a garantirsi quei voti così importanti per la vittoria alle elezioni?

In realtà, i protagonisti spiegavano ieri che non tutto è perduto.

A Sala è stata chiesta per l’ennesima volta un’apertura di credito politica importante nei confronti della sinistra, del progetto di Balzani per la città, del programma. Una legittimazione necessaria per non lasciar tramontare definitivamente la possibilità di un esito positivo.

In serata Giuseppe Sala ha diramato un proprio comunicato che lascia aperto un canale di dialogo:

“E’ stato un incontro franco e costruttivo – ha scritto il candidato sindaco – nel corso del quale ho ribadito loro l’importanza che ha per il successo del centrosinistra milanese l’area che si è aggregata intorno a Francesca e l’apporto che lei ha dato e intenderà dare. Ritengo che una lista che rappresenti al meglio queste energie e sensibilità debba essere parte costitutiva della coalizione”.

Ora sarà decisivo il lavoro politico delle prossime ore. L’assemblea cittadina dell’area arancione convocata per confrontarsi con gli elettori avrebbe dovuto tenersi lunedi ma è slittata probabilmente a metà settimana. Si prende tempo per cercare l’intesa. Obiettivo, la lista di sinistra a sostegno di Giuseppe Sala. Molti sognano ancora con Francesca Balzani capolista.

  • Autore articolo
    Luigi Ambrosio
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    Il 7 dicembre la Scala apre la stagione con l’opera censurata da Stalin

    Nel cinquantenario della morte di Šostakovič il Teatro alla Scala inaugura la Stagione con il suo capolavoro Una lady Macbeth del distretto di Mcensk, tratto dal racconto di Nikolaj Leskov in cui una giovane sposa con la complicità dell’amante uccide il marito e il tirannico suocero, ma viene scoperta e finisce per suicidarsi in Siberia, tradita da tutti. Dopo il debutto a San Pietroburgo, l’opera, che avrebbe dovuto essere il primo capitolo di una trilogia sulla condizione della donna in Russia, ebbe enorme successo in patria e all’estero. Stalin assistette a una rappresentazione a Mosca nel 1936; due giorni dopo apparve sulla Pravda la celebre stroncatura dal titolo “Caos invece di musica” con cui il regime metteva all’indice l’opera e il compositore. Anni dopo Šostakovič preparò una nuova versione che andò in scena a Mosca nel 1963 con il titolo Katarina Izmajlova, dopo che il sovrintendente Ghiringhelli aveva invano cercato di ottenerne la prima per la Scala. Oggi il Teatro presenta la versione del 1934 con la direzione del M° Chailly e il debutto del regista Vasily Barkhatov. Ascolta Riccardo Chailly nella presentazione dell’opera.

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