Approfondimenti

L’omicidio dell’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio, gli insulti a Giorgia Meloni e le altre notizie della giornata

Luca Attanasio ANSA

Il racconto della giornata di lunedì 22 febbraio 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. L’ambasciatore italiano a Kinshasa, Luca Attanasio, è stato ucciso questa mattina in un agguato ad un convoglio ONU insieme all’autista locale e al carabiniere Vittorio Iacovacci, in servizio presso l’ambasciata italiana. L’Italia è in ritardo per produrre un vaccino anti-COVID e non riuscirà a recuperare il tempo perduto, ma le strade da provare a percorrere sono tre. Gli insulti a Giorgia Meloni arrivati dalla sinistra e l’annuncio dello scioglimento dei Daft Punk a 28 anni dalla loro formazione. Il piano in quattro fasi del Regno Unito per uscire dal lockdown. Infine, i dati di oggi sull’andamento dell’epidemia da COVID in Italia.

Ucciso in un agguato l’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio

Partiamo dall’uccisione, questa mattina, nella Repubblica Democratica del Congo, dell’ambasciatore italiano a Kinshasa, Luca Attanasio. Il diplomatico è morto in un agguato al convoglio ONU sul quale stava viaggiando. Con lui sono stati uccisi anche l’autista locale e un carabiniere, Vittorio Iacovacci, in servizio presso l’ambasciata italiana.
È successo vicino a Goma, siamo nella zona orientale della Repubblica Democratica del Congo, una regione instabile e ricca di materie prime. Il convoglio stava andando a visitare un progetto del PAM.
In un comunicato il Programma Alimentare Mondiale ha spiegato che l’itinerario era stato verificato in modo che il convoglio potesse procedere senza una particolare scorta.
Altre persone sono rimaste ferite.
Questa sera il governo congolese ha fatto sapere che altre tre sono invece state rapite.
Al governo italiano sono arrivati messaggi di cordoglio da tutto il Mondo.
Cosa può essere successo questa mattina? Nicolò Carcano è il responsabile progetti dell’AVSI in Congo e ha fatto più volte quella strada:

Poco fa il governo congolose ha detto che la responsabilità potrebbe essere delle Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda, uno dei tanti gruppi armati che operano in quella regione.
La procura di Roma ha aperto un’inchiesta. Domani una squadra dei ROS dovrebbe essere a Kinshasa.
Dietro all’estrema instabilità della zona orientale della Repubblica Democratica del Congo la ricchezza di materie prime, spesso usate per le i prodotti elettronici, come i cellulari, che usiamo tutti i giorni. Angelo Ferrari, giornalista dell’agenzia AGI, esperto di Africa:


 

L’Italia è in ritardo per produrre un vaccino anti-COVID e non riuscirà a recuperare il tempo perduto

(di Michele Migone)

Siamo terribilmente in ritardo. Avremmo dovuto puntare prima a un vaccino europeo o italiano per evitare la dipendenza da altri”. Silvio Garattini, lo scienziato, diceva così in un’intervista ieri a Radio Popolare. Il tema di una produzione nazionale del vaccino contro il Covid 19 è ora diventata una priorità del governo Draghi. Il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti incontrerà giovedì prossimo il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi per un primo confronto, ma recuperare il tempo perduto non sarà facile.
Nello scorso agosto, lo Spallanzani di Roma ha iniziato la sperimentazione del vaccino tricolore. A sei mesi di distanza siamo però ancora alla fase 2 e la fase 3, quella decisiva, finirà solo in estate. La produzione potrebbe iniziare solo quindi nel prossimo autunno, se non più in là, quando, però, si spera, le dosi di vaccino ottenute attraverso gli accordi europei dovrebbero, condizionale d’obbligo, aver portato già a una copertura della maggior parte della popolazione. Insomma, saremmo fuori tempo massimo per il vaccino italiano.
L’altra strada è di produrre in Italia dei vaccini già in circolazione. Difficile però pensare che vengano condivisi i brevetti. Ci sono personalità, come quella di Romano Prodi, per esempio, che hanno lanciato appelli affinché le multinazionali li condividano, ma sono stati lasciati cadere nel vuoto. Se comunque anche questo ostacolo venisse superato, però, al momento, l’Italia non avrebbe fabbriche di vaccini pronte a dedicarsi alla lotta contro il Covid 19. Per trasferire la tecnologia necessaria nei nostri impianti ci vorrebbero almeno 6, 8 mesi e investimenti per centinaia di milioni di euro.
E quindi? Quindi, la terza via, quella da seguire sarebbe quella di sfruttare le nostre fabbriche per produrre vaccini in conto terzi, fare parte della catena. Lo ha spiegato Giorgio Palù, il presidente dell’Aifa, “l’industria potrebbe fare la sua parte per fronteggiare l’emergenza” intervenendo in varie fasi della produzione dei vaccini autorizzati “come i processi di diluizione, filtrazione, concentrazione e infialamento“. Ma, anche in questo caso bisogna recuperare il tempo perduto. Perché siamo in ritardo.

Quegli insulti da sinistra, sessisti e classisti

(di Lorenza Ghidini)

Di Giorgia Meloni, sinceramente, non vorremmo parlare, se non per ricordare che nel suo ambiente politico la volgarità, il maschilismo e l’attacco personale sono sdoganati da sempre.
Questo però non ci autorizza a dire che si sia meritata certi epiteti, o che se li sia andata a cercare, perché noi non siamo come loro, giusto? Noi, noi di sinistra, siamo diversi.
O forse no. Alzi la mano chi di voi lettrici che non si è mai trovata a disagio, per non dire di peggio, in un contesto da cui si sarebbe aspettata più rispetto. In un ambiente acculturato, magari anche attento al linguaggio che si usa. Di sinistra, appunto. [CONTINUA A LEGGERE]

Si sciolgono i Daft Punk. L’annuncio a 28 anni dalla fondazione del gruppo

(di Niccolò Vecchia)

Negli ultimi 30 anni, pochi progetti musicali sono stati così influenti e popolari come i Daft Punk. Il duo parigino, composto da Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo, fin dalla fondazione nel 1993 e dal disco d’esordio “Homework”, pubblicato nel ‘97, ha contribuito a creare un suono nuovo e originale, proponendo un ideale ponte tra l’elettronica rigorosa dei Kraftwerk e l’edonismo house del “French touch”. Poi, disco dopo disco, lo spettro sonoro del duo si è ampliato, abbracciando molti generi del pop internazionale, senza mai perdere personalità e creatività. Il tutto nel giro di quattro album e una colonna sonora: l’ultimo lavoro, “Random Access Memory”, risale al 2013 e fu un successo enorme, non solo per il singolo “Get Lucky” che divenne colonna sonora globale per diversi mesi. L’annuncio dello scioglimento, fedele allo stile di due producer che sono sempre apparsi in pubblico con il volto celato da caschi cromati, è avvenuto con un video silenzioso ed evocativo, intitolato Epilogo, condiviso attraverso i loro canali social. L’ufficio stampa dei Daft Punk, senza però condividere dettagli sulle motivazioni della scelta, ha confermato la notizia, che è diventata immediatamente virale in tutto il mondo, accompagnata dal rammarico del vastissimo pubblico di appassionati della musica della band.

Come uscire dal lockdown? Il piano in quattro fasi di Boris Johnson

Il premier britannico Boris Johnson ha annunciato un piano in quattro fasi per l’uscita del Paese dal lockdown. Si partirà con la riapertura delle scuole l’8 marzo e qualche allentamento delle restrizioni sociali fra l’8 e il 29. Poi ci saranno alleggerimenti più estesi il 12 aprile, con diverse riaperture, e il 17 maggio, con il parziale via libera ai pub. Il superamento generale delle misure è previsto, invece, per il 21 giugno.
Johnson ha parlato dei successi della campagna vaccinale, ma ha aggiunto che nessun siero è efficace al 100% e che, alleggerire il lockdown, significherà avere “purtroppo più contagi, più ricoveri e più morti“. Si è detto pronto ad assumere il rischio, perché “non possiamo proseguire indefinitamente con restrizioni che colpiscono l’economia, la vita delle persone e la loro salute mentale”. Tutti i passaggi saranno comunque condizionati dall’andamento della campagna vaccinale, dal calo persistente di casi e decessi, dall’indice Rt, dal contenimento di nuove varianti.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Sono 9.630 i casi di Covid accertati in Italia nelle ultime 24 ore, in calo rispetto al giorno prima, ma a fronte di un numero minore di tamponi, come spesso accade nel weekend. Sono stati 170mila i test effettuati, circa 80mila in meno rispetto al giorno prima. Il tasso di positività si mantiene al 5,6%. 274 i morti comunicati oggi, un numero ancora alto, ma per il terzo giorno consecutivo sotto quota 300. In aumento sia i ricoveri nei reparti ordinari, sia in terapia intensiva.
Nuove restrizioni vengono adottate a livello locale. Dalla mezzanotte di oggi 20 comuni della provincia di Ancona, compreso il capoluogo, passeranno in zona arancione. Lo ha deciso il presidente delle Marche Acquaroli, dopo l’aumento dei casi, dovuto alla presenza della variante inglese. Sotto osservazione anche il bresciano. Il Cts nazionale sta valutando i dati della provincia. Anche qui potrebbero scattare nuove restrizioni.
Il governo Draghi, intanto, ha approvato il suo primo decreto sull’emergenza Covid, rinnovando fino al 27 marzo il divieto di spostamento tra regioni. Tra le novità: in zona rossa non sarà più possibile muoversi per fare visita a casa di amici o parenti.

https://twitter.com/MinisteroSalute/status/1363889899145945093

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 27/11 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 27-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 27/11 10:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 27-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 27/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 27-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 27/11/2025 delle 07:16

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 27-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Musica leggerissima di giovedì 27/11/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 27-11-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di giovedì 27/11/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 27-11-2025

  • PlayStop

    Cult di giovedì 27/11/2025

    Cult è condotto da Ira Rubini e realizzato dalla redazione culturale di Radio Popolare. Cult è cinema, arti visive, musica, teatro, letteratura, filosofia, sociologia, comunicazione, danza, fumetti e graphic-novels… e molto altro! Cult è in onda dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 11.30. La sigla di Cult è “Two Dots” di Lusine. CHIAMA IN DIRETTA: 02.33.001.001

    Cult - 27-11-2025

  • PlayStop

    «Autoritarismi in democrazia» 1

    Il trumpismo fa paura. L'autoritarismo trumpista ancora di più. A Pubblica la prima sintesi degli incontri alla Casa della Cultura di Milano per il ciclo "Autoritarismi in democrazia" (Osservatorio autoritarismo, Università Statale Milano, Libertà e Giustizia, Castelvecchi) di cui Radio Popolare è media partner (qui il programma https://www.libertaegiustizia.it/2025/11/21/autoritarismi-in-democrazia/). Ospite del primo incontro (22 novembre 2025) la filosofa Chiara Bottici, della New School for Social Research di New York. «Il clima negli Stati Uniti – ha raccontato la filosofa - è estremamente allarmante, estremamente preoccupante. Quando parlo di neofascismo non è un'esagerazione, non è un modo per dire "questi sono cattivi, Trump è autoritario"».

    Pubblica - 27-11-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di giovedì 27/11/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 27-11-2025

  • PlayStop

    Note dell’autore di giovedì 27/11/2025

    Un appuntamento quasi quotidiano, sintetico e significativo con un autore, al microfono delle voci di Radio Popolare. Note dell’autore è letteratura, saggistica, poesia, drammaturgia e molto altro. Il tutto nel tempo di un caffè!

    Note dell’autore - 27-11-2025

  • PlayStop

    Sanità al verde, Garattini: "Serve una tassa sulla ricchezza"

    A Radio Popolare il farmacologo Silvio Garattini commenta l'aumento della sanità privata a discapito del pubblico e invoca scelte coraggiose. "È necessario un cambiamento radicale. Per finanziare il SSN serve una tassa sulla ricchezza e sugli extraprofitti. Chi ha ricevuto di più, ora deve dare indietro qualcosa alla società", dice il fondatore dell'Istituto Mario Negri ai microfoni di Mattia Guastafierro.

    Clip - 27-11-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di giovedì 27/11/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 27-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di giovedì 27/11/2025

    Destra ed estrema destra alla conquista d'Europa e non solo dai nuovi sovranismi dell'Est Europa, in Germania la strategia di Merz e Weber guarda a AFD come stampella per far passare leggi più dure a partire dai migranti e cittadini stranieri residenti, l'analisi di Pier Virgilio Dastoli presidente del Movimento Europeo. Il siluramento mediatico di Witkoff racconta della debolezza della diplomazia di Trump basata sulle forza e sugli affari, l'analisi di Gianluca Pastori docente all'Università Cattolica ed esperto di Relazioni transatlantiche dell’Ispi. Martina Stefanoni di ritorno dalla Cisgiordania ci racconta l'impossibilità di muoversi e lavorare, la paura dei coloni e delle loro forze paramilitari, mentre avanza l'occupazione.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 27-11-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di giovedì 27/11/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 27-11-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di giovedì 27/11/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 27-11-2025

Adesso in diretta