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Le imprese cinesi, tra robot e aiuti dal Partito

Il delta del Fiume delle Perle è il cuore industriale della Cina, il luogo da cui arrivano quasi tutte le merci che riempiono anche i nostri mercati. Secondo una ricerca dell’Università di Wuhan, qui si sta compiendo l’ennesima rivoluzione industriale cinese. Non più operai migranti, ma robot.
La ricerca svolta tra 1.200 imprenditori tra le province dello Hubei e del Guangdong rivela infatti che la forza lavoro è ormai sempre più difficile da reperire. Sono finiti i tempi della prima generazione migrante, espulsa dalle campagne ed enorme esercito industriale di riserva, che consentiva di produrre a basso costo tenendo bassi i salari. Ora, complice il calo demografico, cresce sempre più la percentuale di lavoratori che cambiano lavoro nello spazio di due anni: sono ormai il 26 per cento. Si tratta di ragazzi che magari lavorano in una località del delta e poi, grazie anche alla continua connessione in rete, ricevono la dritta giusta e si spostano repentinamente altrove, dove guadagnano meglio. Estremamente flessibili, ma a modo loro. Infedeli al datore di lavoro.
Per trattenerli, gli imprenditori sono quindi costretti a pagare salari più alti, il che fa schizzare in alto i costi di produzione e perdere il vantaggio competitivo delle manifatture cinesi. Proprio in una fase in cui la domanda dall’estero si è ridotta a causa della crisi globale.
Per stare a galla, gli imprenditori investono quindi da un lato nell’automazione – circa il 40 per cento ha ormai fabbriche robotizzate – e dall’altro cercano l’appoggio del Partito comunista per accedere a sussidi o esenzioni fiscali. E già, perché il 39 per cento degli imprenditori intervistati nella ricerca è membro del Partito comunista cinese e il 23 per cento ha fatto parte dei parlamentini locali e dei comitati politici consultivi. A dimostrazione del fatto che il Partito è un comitato d’affari. Più di metà degli intervistati dichiara di avere ricevuto sussidi. In calo invece gli investimenti in ricerca e sviluppo, la chiave per rendere di nuovo le proprie merci competitive sul lungo periodo.
  • Autore articolo
    Gabriele Battaglia
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    “Gaza City brucia di fronte al suo mare”. Israele lancia l’offensiva di terra sulla città

    L’esercito israeliano ha lanciato questa notte l’invasione di terra su Gaza City. Da ieri i carri armati sono entrati nel cuore della principale città della striscia, e i bombardamenti hanno colpito senza sosta strade, case, infrastrutture. Da questa mattina, i morti sono 89. Centinaia di migliaia di persone vivono ancora nella città. Migliaia di persone stanno invece cercando di fuggire, in un esodo verso un sud che non ha più spazio per ospitarli. Il servizio di Valeria Schroter.

    Clip - 16-09-2025

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    Esteri di martedì 16/09/2025

    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

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    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

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    Le Guthrie Family Singers portano avanti il messaggio di umanità del nonno Woody

    “E’ stato bello rendersi conto che la figura di Woodie Guthrie è ancora molto viva anche fuori dagli Stati Uniti”, racconta Sarah Lee, nipote dell’icona folk americana. “Le problematiche di cui cantava lui ottant’anni fa sono ancora attuali”, riferendosi al tema dell’immigrazione e alla difficile situazione al confine con il Messico. Con la sua musica Woody Guthrie "affrontava un concetto molto basilare di umanità e speranza, ovvero il trattare le persone come persone, aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà": lo stesso messaggio che ora le Guthrie Family Singers vogliono portare avanti. Ascolta l’intervista di Elisa Graci alle Guthrie Family Singers.

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    Poveri ma belli di martedì 16/09/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Volume di martedì 16/09/2025

    Iniziamo parlando del festival Coachella 2026 di cui è appena stata annunciata la lineup e ricordando Victor Jara, cantautore cileno simbolo della canzone sociale e di protesta che scomparse oggi 52 anni fa durante la dittatura Pinochet. Proseguiamo con il mini live in studio delle Guthrie Family Singers, trio di discendenti di terza e quarta generazione dell'icona folk americana Woody Guthrie. Nell'ultima parte accenniamo al concerto di raccolta fondi per la Palestina del 18 settembre, organizzato a Firenze da Piero Pelù, e ricordiamo la stella del cinema Robert Redford appena scomparsa.

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