
La scelta di Donald Trump di bombardare i siti nucleari iraniani è un gioco d’azzardo il cui prezzo potrebbe essere pagato da milioni di persone
Lui ha puntato su di un’azione militare limitata, una debole reazione iraniana, il preludio di una resa del regime degli ayatollah sul programma nucleare.
Ma se la sua scommessa fosse sbagliata, la data di oggi verrà ricordata come il giorno in cui Donald Trump avrà portato gli Stati Uniti e il Mondo sull’orlo di un disastro.
Le possibilità di un’escalation sono forti. Anche se molto indebolito, l’Iran risponderà. Con quale intensità sarà determinante per la contro reazione USA. Iniziare una guerra è facile. Difficile però uscirne. Trump ha fatto quello che nessun altro presidente statunitense aveva fatto nei cinquant’anni della repubblica islamica.
Lo ha fatto, apparentemente, senza una vera strategia per il dopo per gli USA. Seguendo, in realtà, la politica di Benjamin Netanyahu. Il primo ministro israeliano sta ridisegnando con la forza la cartina del Medioriente.
Lo ha fatto, Donald Trump, senza rispetto dei tentativi europei di un dialogo diplomatico con Teheran, senza un autorizzazione del Congresso Usa, senza una vera prova schiacciante del fatto che l’Iran fosse così prossimo a dotarsi della bomba atomica.
Lo ha fatto sorprendendo tutti, soprattutto coloro che aveva creduto nella sua volontà di dare tempo al dialogo. Se prima pochi si fidavano dell’imprevedibile Trump, ora il Mondo sa che nello Studio Ovale siede un signore la cui parola pubblica, anche in caso di una guerra, non vale nulla.
L’Era del Caos e dell’uso della forza e delle armi oggi entra in una nuova fase. Tre anni fa, l’invasione russa dell’Ucraina in disprezzo a ogni regola internazionale, poi il 7 ottobre e la Guerra a Gaza, le decine e decine di migliaia di vittime, anche oggi, poi l’attacco contro Teheran, il bombardamento Usa sull’Iran. Il Vaso di Pandora può essere aperto ora anche nel Golfo Persico. Con ripercussioni a livello mondiale. Ma nel futuro dove ancora verrà aperto?