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La risposta di Genova al raduno neonazista

Genova ha detto no al raduno delle estreme destre, organizzato ieri nel quartiere di Sturla, nella sede di Forza Nuova, nei fondi di un palazzo di una strada borghese a due passi dal mare, dopo che anche sotto la Lanterna albergatori e ristoratori si sono rifiutati di ospitare il convegno che raduna neonazisti provenienti da alcuni paesi europei.

Ha detto no con una manifestazione che in quattro ore, da mezzogiorno alle sedici, ha visto transitare almeno 2 mila persone.

In piazza Ragazzi del ’99 Anpi con Fiom, Cgil, Pd e il Comune si sono dati appuntamento da mezzogiorno in poi per dire no alle destre. Mentre piazza Ragazzi del ’99 si riempiva con aderenti ad Arcigay e Legambiente e vari esponenti del Pd e di Rifondazione comunista, di Libera e tanti studenti delle scuole superiori, il presidente dell’Anpi Massimo Bisca ha detto che “i valori e le radici della nostra città sono in antitesi con chi è stato condannato in diversi paesi europei per pestaggi, violenze e volontà di resuscitare il nazismo”, un chiaro messaggio a un ordine del giorno del centro-destra in consiglio regionale che ha detto che il raduno nazista andava permetto in nome della libertà di opinione.

“E’ importante che i cittadini non dimentichino”, dice il parlamentare Pd Lorenzo Basso.

All’una sono partiti con un corteo, aperto dallo striscione Anpi ‘Genova non dimentica ora e sempre resistenza’ per raggiungere via Caprera insieme ai diversi antagonisti. In un quartiere, quello del levante cittadino, blindatissimo (400 agenti in strada e varie grate che a Genova ricordano quelle del G8), il segretario della Fiom ligure, Bruno Manganaro ha detto: “siamo qui per ribadire il nostro antifascismo, contro chi ha portato uomini e donne nelle camere a gas e ha torturato dirigenti sindacali e oppositori politici anche nella casa dello Studente a due passi da qui. Genova ha detto no a questo raduno, è un grande risultato – ha aggiunto Manganaro – e infatti questi sono costretti a radunarsi in un sottoscala”.

La manifestazione ha avuto qualche momento di tensione in via Caprera quando intorno alle 15 un’ambulanza ha rotto il fronte dei poliziotti in tenuta antisommossa e alcuni manifestanti hanno tentato di avvicinarsi a via Orlando, sede di Forza Nuova dove si è svolto l’incontro di una cinquantina di neonazisti, autorizzato dalla Prefettura.

  • Autore articolo
    Alessandra Fava
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    Sono più di un abitante su dieci della Lombardia, lavorano, pagano le tasse, hanno figli che vanno a scuola ma restano ai piani bassi dell’ascensore sociale. È il ritratto degli stranieri nella nostra regione, fotografato dal dossier immigrazione che è stato presentato oggi. Rispetto a un anno fa sono aumentati del 2,3%, la meta preferita Milano e il suo hinterland. Del milione e 200mila stranieri, poco meno di un milione ha il permesso di soggiorno, circa la metà di lungo periodo. “Questo nonostante le difficoltà nell’ottenerlo”, dice Maurizio Bove, presidente di Anolf Lombardia, una delle realtà che ha elaborato il rapporto, che chiede una netta revisione delle norme per la regolarizzazione dei migranti.

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    1) Israele, la diffusione del video delle torture nel carcere di Sde Teiman non è il problema. Gli abusi e l’impunità lo sono. (Daniel Solomon - physicians for human rights) 2) New York al voto. Trump minaccia gli elettori che devono scegliere il prossimo sindaco della città, in un’elezione che potrebbe rimodellare il partito democratico. (Roberto Festa) 3) E’ morto Dick Cheney. Il potente vice presidente americano artefice della guerra al terrore che plasmò gli stati uniti contemporanei. (Martino Mazzonis) 4) Francia, la battaglia contro il fast fashion è persa prima ancora di iniziare. A Parigi apre il primo negozio fisico di Shein, il colosso cinese noto per il pesante impatto ambientale e le vergognose condizioni dei lavoratori. (Francesco Girgini) 5) Spagna, la riconciliazione con il Messico passa dall’arte e dalla cultura. Madrid non ha ancora chiesto scusa per il periodo coloniale ma con una mostra e l’assegnazione del premio Cervantes prova a ricucire lo strappo. (Giulio Maria Piantedosi) 6) Belem 2025, ultima chiamata. Diario dalla Cop30: la flotilla dei popoli indigeni partita dal messico in viaggio verso il Brasile. (Alice Franchi) 7) Rubrica Sportiva. Il ritiro di Bopanna, il grande veterano del tennis mondiale. (Luca Parena)

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    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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