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La Lega sterza (ancor di più) a destra

Se mai fosse servito, e non sarebbe servito, un atto simbolico, una proposta, per chiarire definitivamente quello che ormai è chiaro da tempo, ossia che la Lega è un partito di estrema destra, eccolo qua. “Abroghiamo la legge Mancino, che in questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano”, ha scritto il ministro per la famiglia su Facebook.

Supportato, seppur con qualche distinguo, dal suo leader Matteo Salvini: “Sono d’accordo. Alle idee, anche le più strane, si risponde con le idee, non con le manette, sebbene non è una priorità del governo”, ha detto il segretario della Lega. Del resto Salvini lo aveva annunciato già un anno fa, nell’ultimo raduno di Pontida pregoverno gialloverde: “Se andremo al governo aboliremo la legge Mancino”.

L’immediato stop da parte degli alleati di governo a 5stelle, e addirittura del solitamente taciturno presidente del consiglio Giuseppe Conte, non cambia la sostanza della cosa. La Lega salviniana si accredita sempre più come il contenitore unico, elettoralmente parlando, della destra estrema: sovranista, populista, razzista e xenofoba, con qualche sfumatura nostalgica.

Un abboccamento al variegato mondo dell’estrema destra nostrana, storicamente frammentata, e che ora può trovare una sponda istituzionale. Ma anche un messaggio all’estrema destra europea, da Orban alla Fpo di Heinz-Christian Strache, dalla Alternative fuer Deutschland al Front National di Marine Le Pen: siamo pronti a fondare la Lega delle Leghe, un fronte transnazionale sovranista, con l’obiettivo delle elezioni europee della prossima primavera.

  • Autore articolo
    Alessandro Braga
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    “Ho sempre pensato che quella di Aldo, Giovanni e Giacomo fosse una favola. La loro vita artistica, che io ho seguito come assistente alla regia nei film di Massimo Venier, è sempre stata caratterizzata da rifiuti e invece hanno fatto di tutto e con grande successo, grazie alla loro determinazione”. E’ per questo motivo che Sophie Chiarello, già regista di “Il Cerchio”, ha voluto esplorare le vite del trio a partire dalla loro infanzia. “Erano tre ragazzini un po' 'sfigati' – come si autodefiniscono - che per provenienza sociale avevano un destino già scritto”. Sono loro a raccontarsi, a sfogliare le foto dell’infanzia e a percorrere la Milano di una volta, proletaria e in bianco e nero. Un ritratto personale, divertente, con le voci di chi li ha accompagnati in tutti questi anni da Paolo Rossi, Marina Massironi, alla Gialappa’s Band. “Attitudini: nessuna” è stato realizzato in diversi momenti con un percorso frammentato che punteggia la carriera artistica del trio tra cabaret, teatro, cinema e televisione. Ascolta l'intervista di Barbara Sorrentini a Sophie Chiarello, regista di “Attitudini: nessuna”.

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