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Italia in isolamento: la situazione a Lainate

Comune di Lainate

Com’è la situazione a Lainate in queste settimane di emergenza e di isolamento? Il sindaco Andrea Tagliaferro racconta a Radio Popolare come il comune di Lainate ha gestito la prima fase di questa epidemia e si sta preparando all’ormai imminente fase 2.

L’intervista di Serena Tarabini a Fino Alle Otto.

Come è stato l’impatto dell’emergenza sul comune di Lainate?

Stiamo vivendo e abbiamo vissuto giorni difficili, come tutti. Ci siamo organizzati fin da subito con il COC per supportare al meglio la popolazione. La situazione sta migliorando negli ultimi giorni, così come a livello nazionale, e questo ci da fiducia.

Quali sono le difficoltà maggiori?

All’inizio quelle di organizzarsi di fronte a una situazione nuova, capire il fenomeno, interpretarlo e capire i bisogni, cosa che per altro credo siamo riusciti a fare bene, organizzando tutte le attività di supporto. La città ha risposto bene, un grandissimo impegno nel volontariato di cui sono molto contento.

Ora che è in arrivo la fase 2, dal suo punto di vista quali sono i bisogni a cui pensare in maniera prioritaria?

Dal 4 maggio dovremmo trovare un nuovo equilibrio, nuove regole destinate a cambiare nel tempo, e dovremo capire quali saranno i bisogni, soprattutto quelli delle famiglie. La risposta del Comune di Lainate sarà quella di essere presente e trovare insieme un percorso. Chiaramente anche da parte nostra richiederà una buona dose di flessibilità per cambiare in corsa obbiettivi, progetti, idee che avevamo in agenda per quest’anno ma che invece dovremo necessariamente rivedere.

In che modo lei si mantiene in contatto con i suoi concittadini?

Noi abbiamo i nostri canali istituzionali, la pagina web, i nostri social. Periodicamente io realizzo delle comunicazioni video. Il polso della situazione lo abbiamo con i contati della rete della città, da questo punto di vista i famosi COC sono molto utili, rappresentano il mondo associativo e del volontariato che hanno il contatto diretto con la cittadinanza. Per esempio noi abbiamo deciso di distribuire le mascherine porta a porta e questo ha dato numerosi riscontri positivi da parte delle persone.

Diversi sindaci hanno scritto una lettera criticando le Regioni per le interferenze con l’operato dei sindaci. Lei è d’accordo con queste critiche?

Da quando è iniziata questa crisi io ho sempre detto che era il momento della collaborazione non delle polemiche. Non nego che ci siano state delle interferenze , ma anche fra Governo e Regioni stesse. Io credo che sia corretto che le Regioni diano la giusta responsabilità ai sindaci e alle amministrazioni che sono le realtà più vicine ai cittadini: quello che cercano di fare e che cerco di fare anche io è orientare gli strumenti resi disponibili dalla legge, il più possibile adeguati alle caratteristiche del territorio. Quindi spazio ai Sindaci ma nel rispetto delle indicazioni ministeriali, regionali e statali.

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    Sala, la Città 30? Se ne occuperà il prossimo sindaco. “Irricevibile” replica Legambiente

    A Milano si torna a parlare di sicurezza stradale dopo gli ultimi tre investimenti di pedoni che si sono verificati in città. Un uomo di 87 anni è morto dopo essere stato investito sulle strisce pedonali da un furgone guidato da una persona che non si è fermata a prestare soccorso, un ragazzo di 12 anni è in coma colpito in zona Vigentina e un altro di 9 anni è ricoverato non in pericolo di vita per un investimento nella zona di piazza Durante. Oggi i giornalisti hanno chiesto al sindaco Beppe Sala perché Milano non prende provvedimenti per moderare la velocità dei mezzi a motore in città, provvedimenti come la Città 30, attiva a Bologna e Lodi ad esempio. “È difficile farla passare per le norme nazionali, è molto complesso. Noi andremo avanti per completare il percorso intorno alle scuole poi credo sia un tema che dovrà affrontare chi mi succederà”, ha detto Sala. “Parole irricevibili”, replica il responsabile trasporti di Legambiente Lombardia Federico Del Prete, intervistato da Roberto Maggioni

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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